Taxi, il lento declino del «7777» Boicottato dalle centrali radioTaxi

milano.corriere.it Un cittadino chiama dal telefono il numero unico comunale dei taxi: 02/7777. La voce registrata domanda la lingua, l’indirizzo (via Lorenteggio) e il numero civico. Poi parte la musichetta. Dopo un’attesa di qualche secondo, la voce è perentoria: «Nessun taxi risulta contattabile per l’indirizzo inserito». Stessa storia con viale Regina Giovanna, viale Brianza e viale Certosa. Alle 11, alle 13 e alle 18. E solo un taxi su 20 risponde alla chiamata. Che cosa stia succedendo si capisce meglio replicando l’invio della richiesta tramite app.

Inserendo gli stessi indirizzi appena provati al telefono, ecco apparire il taxi fermo alla piazzola più vicina — il che è corretto perché il 7777 è nato proprio per sostituire le colonnine di chiamata alle piazzole della città. Ma pur essendo pronto alla corsa, il tassista non accetta la prenotazione o la ignora, così che la ricerca telematica delle auto si conclude con un altro perentorio messaggio, stavolta scritto nero su bianco: «Nessun taxi è disponibile per la tua richiesta». Nonostante l’auto si veda segnata in giallo, sullo sfondo dello schermo, a poche decine di metri di distanza da chi chiama. In entrambi i casi — telefono e app — il suggerimento è di rivolgersi ai radiotaxi.

In sostanza, dunque, a 16 mesi di distanza dal debutto del numero unico la situazione è identica a prima quando le colonnine di chiamata alle piazzole erano inutilizzabili causa atti vandalici. Diretta conseguenza, per il passeggero, l’«obbligo» di rifornirsi dai radiotaxi. Proprio come accade adesso. Solo che in mezzo ci sono stati due bandi, uno deserto e uno vinto da Fastweb (750 mila euro per cinque anni); i primi contenziosi con i radiotaxi; lo stop del Tar e il via libera del Consiglio di Stato. La partenza del servizio era stata promettente prima di naufragare tra le tensioni tra autisti e centrali radio, alcune terminate con il licenziamento.

Dalla fine del 2015 alla scorsa primavera, prima della campagna elettorale, all’assessorato alla Mobilità si pensava di far partire un’importante campagna pubblicitaria per far sentire l’appoggio ai tassisti. Ma il cambio al vertice, da Pierfrancesco Maran a Marco Granelli, ha rallentato la partenza della fase 2. «Pesantissime responsabilità di Palazzo Marino — attacca Giovanni Maggiolo (Unica Filt Cgil) — che è proprietario delle licenze ma non ha reso mai il servizio obbligatorio e non ha mai davvero fatto pubblicità».

di Giacomo Valtolina http://milano.corriere.it/notizie/cronaca/16_dicembre_20/taxi-lento-declino-7777-21ee2b1c-c68b-11e6-84f8-50724e442573.shtml#

4 commenti

  1. Cari Valtolina e Maggiolo, vi site chiesti se, per caso, il sistema non sia una schifezza? Non vi viene il dubbio che il Comune di Milano abbia buttato i soldi nel cesso? Non è che la colpa debba sempre essere solo dei tassisti bifolchi, ottusi e ignoranti!

  2. Give sarà anche una schifezza,saràanche che in fondo non frega a nessuno incluse le istituzioni sarà sarà sarà,ma sarà anche che a qualcuno dà fastidio questo è altro,se vi erano più di noi ad utilizzare il servizio si poteva migliorare, ma non volevano.Un radioTaxi nel 2001 sotto Natale e partito con un sistema che non funzionava, con il tempo l anno migliorato. Comunque sono felice di vivere nelle favole.

  3. Mi chiedo perchè non si parli più spesso del numero unico, mentre parlate troppo di U….
    Facendo così non fate altro che fargli pubblicità, mentre My…. sta prendendo il volo altro che U…!

  4. Ben detto Alex, é entrata come app. solo per taxi ed ora…. mi auguro che l’azione legale vada a buon fine ma sopratutto che valga per tutte le applicazioni che offrono servizi irregolari. Chiuso il pop di U, Z…o dilaga e se digitavi sciopero taxi Milano, la prima voce era la pubblicità di quest’ultima app. che offriva passaggi a basso costo da privati.

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