Argentina. Copertoni in fiamme contro Uber

argentinauberagcnews.eu di Tommaso dal Passo ARGENTINA – Buenos Aires 10/12/2016. I tassisti della capitale argentina hanno protestato contro Uber dando alle fiamme pneumatici nel centro città per protestare contro quello che chiamavano il servizio “illegale” di Uber. Una serie di associazioni di tassisti hanno organizzato nei giorni scorsi, il 6 dicembre, una manifestazione sulla Avenida 9 de Julio chiedendo che Uber venga vietato nella capitale argentina, secondo quanto riporta Efe. 

Per i tassisti, Uber sta funzionando in maniera “fraudolenta” nelle città di tutto il paese, non è conforme alle ordinanze della città, “toglie” posti di lavoro ai tassisti e “sembra farlo con la «piena complicità del governo» hanno affermato i tassisti per cui bruciare pneumatici è “l’unico modo” per i tassisti di rendere fattuali le loro proteste.

Secondo i tassisti, gli autisti di Uber non possiedono i requisiti che i tassisti devono avere: determinate qualifiche, assicurazione per i passeggeri, ventilazione veicolare e completamento di un corso di formazione. Lo scorso giugno, circa 5000 tassisti protestarono nel centro di Buenos Aires, chiedendo il suo blocco a livello nazionale.

Nonostante le proteste sindacali in corso in questi ultimi mesi, secondo i dati forniti da Uber oltre 550mila persone hanno scaricato l’app nella capitale argentina e circa 37mila persone hanno firmato come driver Uber.

5 commenti

  1. Prima Brasile , poi Argentina….con questa storia di Upop…mmmmm….sento odore di mazzette fatte a governi corrotti……

  2. …intanto in Italia una tristemente nota testata giornalistica cosi’ argomenta la mega vittoria del NO applicata alle mancate liberalizzazioni che avrebbero fatto perdere voti tra i giovani (sic)

    Come è potuto succedere, insomma, che proprio i più deboli non abbiano voluto votare per cambiare? Per fortuna a questo abbiamo una risposta: è colpa della politica. È colpa di Renzi, che non ha mantenuto la promessa fatta per venire incontro alle partite Iva e ai lavoratori giovani, liberalizzando alcuni settori, temendo di essere impopolare per esempio con i tassisti. Era una scommessa a metà. Un calcolo politico comprensibile, frutto di un compromesso perché la coperta è corta, che puntava a premiare alcune fasce del Paese, dai redditi bassi con gli 80 euro ai proprietari di casa con la cancellazione dell’Imu.

    beniamino.pagliaro@lastampa.it

  3. Scusa se te lo dico Grace, ma La Stampa è talmente sclassificata che quasi non la trovi nelle edicole. Nel 2015 ha avuto una diffusione cartacea di 173.601 copie su una tiratura di 249.985. In un Paese normale dove non si regalino soldi a parenti, amici e leccaculo non esisterebbe neanche.

  4. lo so Marco, a torino l’abbiamo boicottata tutti con tanto di adesivo sulle auto, era per dire che non si smentiscono mai, io leggo i quotidiani online e ormai La tampa la leggo solo per intercettare le “marchette”, gira e rigira, parlano sempre di noi, che carini!

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