Milano, fenomeno abusivismo: tassisti ricevuti in Prefettura

Su richiesta della base dei tassisti milanesi, nella giornata odierna la Prefettura di Milano ha ricevuto una delegazione per recepire i motivi essenziali che hanno incentivato le assemblee spontanee,  indette per discutere il dilagante e preoccupante fenomeno dell’abusivismo perpetrato da numerosi autonoleggi che di fatto adottano modalità di trasporto non consoni al loro ruolo, ovvero operando come surrogato del servizio taxi, eludendo le norme che regolano il servizio del noleggio con conducente. Il fenomeno, in costante crescita ed agevolato da alcune piattaforme telematiche non regolamentari, necessita di controlli rafforzati e di certezza delle sanzioni comminate, prima che il fenomeno diventi incontrollabile. Nel video, una sintesi esauriente dell’incontro e degli intenti messi in campo.

7 commenti

  1. la prossima volta però l’assemblea facciamola davanti alle sedi sindacali ……….e non fermando quelli che ci danno da lavoare……… vogliamo risposte ……da questi personaggi vergognosi .c he ancora oggi si candidano alle comunali …..usando la categoria!!! a casaaaaaaaaaa

  2. Il nocciolo della questione e sulla quale bisogna riflettere anche con politici è. Perché gente si serve di servizio alternativo a quello taxi?

  3. Fino a che non aumenteranno gli organici dei Vigili e delle Frecce i problemi sui controlli degi Ncc e sugli abusivi permaranno.
    Bisogna fidarsi della parola data e aspettare che facciano qualche cosa per aumentare gli organici degli enti preposti ai controlli, questa sarebbe l’unica reale soluzione al problema .

  4. Riflettere con i politici? Tu Dario non sei un tassista oppure hai dei problemi e ti devi fare aiutare. Nel primo caso vai a sparare caxxxte da un’ altra parte. Senza simpatia. …

  5. Sì poteva ottenere di più. Certo, forse. Ma saremmo stati tutti compatti nel proseguire l’agitazione! Non abbiamo la controprova ma diciamo che almeno due soggetti un messaggio è stato dato. I primi i politici rappresentanti delle istituzioni. Questi devono capire che come categoria ci siamo e che non abbiamo paura a far valere i nostri diritti. I secondi, i nostri rappresentanti di categoria, i quali se sono seri devono iniziare a fare seriamente il loro lavoro; non dovrebbero esserci degli incontri con le istituzioni? A quando le risposte?

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