Linea U, Uber lancia a Roma il servizio di mobilità partecipata per il Giubileo

linea_ucorriere.it Un servizio di trasporto collettivo on-demand che nasce dal basso. Ecco il sogno di molti romani (e non solo): poter utilizzare dei mezzi capaci di connettere quartiere con quartiere, una metropolitana che colleghi centro e periferia. Partendo da questa necessità — condivisa dal 58 per cento degli abitanti che ritiene che alla città manchi un trasporto pubblico efficiente per farne una capitale veramente europea —, Uber lancia «Linea U», un nuovo prodotto pensato per il Giubileo che sarà attivo dal 10 al 24 dicembre. «Linea U è un esperimento temporaneo che però racconta le potenzialità della nostra piattaforma», spiega il nuovo country manager Carlo Tursi. 

L’applicazione per chiamare auto con conducente che ha diviso mezzo mondo e più volte condotto i tassisti italiani sul piede di guerra, sfida i disservizi della Capitale. Prima noto come «Uber Giubileo», Linea U sarà una vera e propria circolare che percorrerà otto tappe precise con automobili e pulmini. Come verranno scelte le fermate? A deciderle saranno gli stessi cittadini, che da qualche giorno sono invitati a indicare le proprie preferenze sul sito www.linea-u.it. I clienti potranno prenotarsi e pagare tramite l’app (con un’unica tariffa), farsi trovare al luogo stabilito e percorrere una o più fermate della nuova linea.

La chiamavano «Uber Giubileo»
Annunciata a settembre sotto il project name di «Uber Giubileo», secondo le stime la Linea U servirà i 33 milioni di persone fra pellegrini e turisti in arrivo a Roma durante il prossimo anno. «Con Linea U vogliamo offrire alla città un nuovo prodotto popolare e accessibile, un’altra alternativa al trasporto pubblico», aggiunge Tursi. «Se oggi in Italia si recepissero quelle indicazioni che spingono per integrare prodotti come il nostro nel sistema della mobilità, le città sarebbero più accessibili per tutti». La grande risposta che sta avendo il sondaggio online — aperto fino al 9 dicembre — racconta di un’esigenza di mobilità a cui i nuovi servizi come Uber possono dare una risposta concreta. Ed è proprio da questo nuova geografia della mobilità che riparte Uber. Intanto a Roma sono già iniziati i colloqui per reclutare nuovi driver e assicurare gli standard richiesti.

8 commenti

  1. “Servizio di mobilità partecipata”, praticamente un tpl di linea abusivo. Se non ci fosse da incazzarsi ci sarebbe da ridere. Il delirio di questa genia non ha fine, ora speriamo nella magistratura.

  2. Istruzioni per l’uso:
    1-prendi un dizionario
    2-seleziona una 20na di parole del momento “che fanno tendenza” tipo: sharing economy, App’s, trendy, cool, absolutely, impressive, popular, brand, etc….
    3-mettile in un algoritmo che produca una serie di combinazioni in automatico mischiandole a casaccio
    4-seleziona la combinazione dal suono più attraente ed ecco che spunta “Servizio di mobilità partecipata”.
    Una sequenza di parole che non significa nulla (almeno in italiano) però con abbastanza “appeal” per l’utile idiota di turno oggi di “botte” al corriere.
    Peccato però che si stia sempre parlando di caporalato abusivo illegale e pure esentasse.
    La mafia al confronto è un ammirevole esempio di trasparenza e correttezza.
    Quello che fa lo chiama col suo nome.
    Il pizzo è estorsione ed il caporalato sfruttamento e schiavismo.
    Alegher

  3. La multinazionale del caporalato a Roma è alla canna del gas, infatti cerca di mettere i tentacoli su altri lidi (Milano e altre città), sinceramente mi fa pure un po’ di tenerezza… infatti una volta sbarcati a Roma hanno trovato tutte le porte di Roma chiuse, dagli indigeni o meglio gli extraterrestri, ossia gli n.c.c. agresti, alias burini, alias alieni, alias fuoriporta… che purtroppo sono diventati una vera e propria organizzazione criminale che in italiano si chiama comunemente “Mafia” con la partecipazione dei portieri di albergo, per chi ha bisogno di cifre ricordiamo che i tassisti di Roma sono circa 8000 spalmati in pratica su 3 turni. Gli n.c.c agresti sono pari al numero dei taxi quasi 8000 e ricordiamolo non possono lavorare in Roma. Nessun n.c.c. che opera in Roma, sano di mente si va affiliare alla ditta U.
    Per chi ancora non lo avesse capito la ditta U. è stata costretta all’opzione “Minestra riscaldata”, ossia tenteranno di fare i soliti giri turistici col minivan al posto dell’autobus aperto. Buona fortuna ditta U. mettiti in fila già ci sono dozzine di autobus n.c.c. che fanno la stessa cosa.

  4. Stiamo facendo lo stesso sbaglio con expo ci riprovano si deve fare sciopero nazionale adesso basta

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