Cari, abusivi, senza targa l’invasione dei 200 risciò “Al Vaticano? 30 euro”

risciò_romaroma.repubblica.it Sradicati i camion bar, i nuovi padroni della scena al Colosseo sono i risciò. Cinquanta e più velocipedi elettrici assediano via dei Fori Imperiali. Schierati in fila, stazionano rigorosamente in divieto di sosta, sulle strisce pedonali o sui marciapiedi. La passeggiata archeologica liberata a suon di sentenze e ordinanze dai taxi, dalle auto private e dai venditori ambulanti è ora invasa dai tricicli a pedalata assistita.

Sono tutti abusivi, ma vengono tollerati. Sfrecciano sui sampietrini di piazza Venezia, imboccano contro mano le viuzze del centro storico e giovani e non alla guida si improvvisano moderni ciceroni. “Vè porto alla fontana di Trevi signorì, l’hanno sbiancata come fa il dentista con i denti…è ‘na meraviglia”, s’appassiona uno degli operatori in sella al trabiccolo colorato. Lungo via dei Fori Imperiali e via del Corso è tutto un andirivieni di pedalatori in jeans e camicia. Servizio per turisti pronti da spennare: un giro dal Colosseo al Vaticano costa 30 euro – con la stessa cifra si raggiunge l’aeroporto di Ciampino in taxi – il tragitto da piazza di Spagna a piazza Venezia non viene meno di 20 euro e 10 se si vuole percorrere il rettifilo del Ventennio. 

Niente ricevuta, cifra esentasse. Alcuni non hanno la patente, nessuno è coperto da assicurazione e l’incubo risarcimento in caso di incidente non frena il business. “Sto attento – ci rincuora il pedalatore mentre siamo a bordo – non succede niente”. I vigili che negli ultimi mesi hanno emesso una settantina di sanzioni, ora ci hanno rinunciato. I mezzi sono senza targa né libretto di circolazione, quindi le multe di 169 euro sono al conducente che è noleggiatore abusivo. In sostanza, non vengono pagate. Il sequestro del veicolo non è previsto e il regolamento di polizia urbana – preparato da Rossella Matarazzo, delegata alla sicurezza dell’ex sindaco Marino – non ha fatto in tempo ad essere approvato, ma avrebbe provato a mettere fine all’abusivismo dei risciò.

Il fenomeno dilaga. In via del Colosseo ci sono decine di locali adibiti a deposito dei tricicli elettrici, altri vengono ricoverati a Trastevere o al Flaminio. “Io sono indipendente – racconta un giovane straniero – ma ci sono varie cooperative che controllano il mercato. Affittano anche i mezzi a chi vuole lavorare, ma sei costretto a pagare almeno 50 euro al giorno e anche se sei malato, devi pagare”. Il guadagno è buono, soprattutto in estate quando i turisti si arrendono al caldo e all’afa e scelgono il risciò per raggiungere i monumenti. “Si fanno anche 200 euro al giorno – continua il ragazzo – ma in inverno si sta sui 50-60 euro”.

“Tutto inizia nel 2010 – racconta Nathalie Naim, consigliera del municipio I – con il rilascio da parte del Comune a degli ex carcerati di 8 permessi provvisori, della durata di 6 mesi per un’attività gratuita con offerta libera. Allo scadere del termine, vista la redditività questi hanno continuato a esercitarla, creando diverse cooperative e i risciò si sono moltiplicati diventando a pagamento”. Claudio Giannandrea della Federtaxi Cisal e dell’Associazione di tutela legale taxi spiega che sono quasi 200: “Sono considerati degli Ncc ma senza avere il titolo che dovrebbero ottenere con un concorso pubblico che però non è stato mai bandito, sono concorrenza sleale”. Il consiglio del municipio I ha fatto tutto quello che ha potuto con l’approvazione all’unanimità di una mozione presentata da Sel per la regolamentazione dei mezzi che si vantano di essere a zero CO2.

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