La protesta dei tassisti di Roma Contestate 150 licenze facili

processo_ncc_pescarailcentro.gelocal.it PESCARA. «All’improvviso ho cominciato a vedere, in giro per Roma, tante macchine di noleggiatori con lo stemma del Comune di Turrivalignani. Ma Turrivalignani è un paese di poco più di 300 abitanti, mi sono detto: tutte quelle licenze, prese a Turrivalignani per lavorare a Roma, mi sono sembrate sospette. Così ho fatto la denuncia e la procura ha scoperto tutto il resto fino a contestare i reati di associazione per delinquere e corruzione». 

Ieri, in occasione dell’udienza preliminare sulla presunta corruzione nelle licenze di noleggio con conducente (Ncc), sono arrivati davanti al tribunale di Pescara anche 50 autisti romani e, tra questi, c’è anche Ivano Fascianelli. È lui il sindacalista della Uil Trasporti del Lazio che ha fatto scattare l’inchiesta che, il 12 dicembre del 2012, ha portato all’arresto dell’allora sindaco di Turrivalignani Roberto Di Cecco: secondo l’accusa, Di Cecco ha rilasciato autorizzazioni per i taxi extraurbani dietro compensi da parte dei conducenti romani. I tassisti e i noleggiatori romani sono arrivati su quello che hanno chiamato un pullman «della legalità» e, all’ingresso del tribunale, hanno messo gli striscioni contro le licenze facili: «Associazione a delinquere e sindaco arrestato, a Roma si chiama libero mercato».

Un’indagine che è nata nel piccolo centro del Pescarese, dove sono state rilasciate una ottantita di licenze, e poi si è estesa anche all’area frentana con altre 60 autorizzazioni a San Vito Chietino e Treglio: i due procedimenti sono stati unificati e, adesso, gli imputati sono 24, a partire da Di Cecco, Angelo Bianco, responsabile Suap di San Vito, e per il resto quasi tutti romani. Quella di ieri è stata un’udienza lampo per la costituzione delle parti ma l’omessa notifica a 5 imputati ha fatto scattare il rinvio al 26 gennaio.

I tassisti hanno chiesto di potersi costituire parte civile e sarà il gup Maria Carla Sacco a decidere durante la prossima udienza: «La costituzione della Federtaxi Cisal, Ugl Taxi, Anar, Sacat, Tassisti e Noleggiatori romani, è già stata ammessa a Lanciano prima della riunione con il filone di Pescara», spiegano gli avvocati Alessandro Marcucci e Fabio Ramacci, «i tassisti e i noleggiatori romani sono danneggiati dall’illegalità e intendono chiedere un risarcimento anche se non è facile quantificare i danni».

Riccardo Cacchione, dell’associazione Tutela legale taxi, dice: «Con questo sistema noi romani siamo danneggiati a causa della concorrenza sleale e l’utenza del territorio della licenza è penalizzata perché non si creano posti di lavoro e il servizio manca».

Il bubbone Ncc è esploso anche in altre città fino al caso di Greccio con 250 indagati: «Ma nel procedimento di Pescara», spiegano i due avvocati, «è stata scoperchiata la cupola che c’è dietro all’incetta di autorizzazioni di altri Comuni». Parlando in generale, tassisti e noleggiatori romani raccontano: «La cupola degli Ncc è costituita, da un lato, da titolari di alcune cooperative che inglobano autorizzazioni e autovetture Ncc facendo incetta di licenze per operare nella Capitale. Ma le indagini dimostrano che il sodalizio va oltre, divenendo proattivo e ricercando amministratori disposti a rilasciare qualche autorizzazione in più e chiudere un occhio dietro il pagamento di mazzette».