Londra Uber vince la causa contro TfL: l’app non è un tassametro

uber_tassametrolondraitalia.com Uber, l’applicazione che consente di noleggiare automobili private tramite smarphone, ha vinto la sua prima battaglia legale nel Regno Unito: secondo l’Alta corte di giustizia di Londra il suo servizio è a tutti gli effetti conforme alla legge. Transport for London, l’ente responsabile dei trasporti pubblici di Londra, aveva accusato Uber di utilizzare l’applicazione come tassametro, prerogativa solo dei taxi tradizionali.  Per legge nessun veicolo privato può disporre di un tassametro e pertanto Uber con il sistema di localizzazione offrirebbe, secondo Tfl, un servizio illegale. 

Tuttavia, l’Alta corte di giustizia ha dato torto a TfL, decretando lo scorso venerdì che il ridesharingnon è paragonabile al servizio offerto dai black cabs.  L’app di Uber si serve del GPS per calcolare sia i costi che i tempi di percorrenza ed è quindi considerata una cosa completamente diversa dal tassametro utilizzato dai taxi tradizionali.

“Una vittoria del buon senso,” l’ha definita l’azienda californiana una volta venuta a conoscenza dell’esito del processo, felice di non dover modificare le funzionalità della propria app. Se Tfl avesse vinto infatti, Uber sarebbe stato costretto a rivedere le modalità di prenotazione dei propri veicoli.

Una vittoria importante per Uber, ma la guerra non è ancora finita.  Il verdetto del processo non è infatti piaciuto alla categoria dei taxisti, la LTDA, che ha subito commentato la notizia su Twitter dicendo: “La legge è davvero stupida! Si usa il tempo e la distanza per calcolare la tariffa e non è un misuratore?”

Inoltre, l’ente che regola i trasporti di Londra ha recentemente pubblicato alcune nuove proposte per regolamentare il ridesharing, come per esempio imporre cinque minuti di attesa prima di poter usufruire del servizio e rimuovere il simbolo delle auto nelle mappe dell’applicazione. Per evitare l’introduzione di queste misure, Uber ha chiesto il supporto dei propri clienti, invitandoli a firmare una petizione online che al momento conta più di centotrentamila firme.

“La tecnologia che ci ha permesso di viaggiare in modo più sicuro e veloce in giro per la città dovrebbe essere incoraggiata, non limitata. Le proposte non hanno senso. Se adottate, significheranno la fine dell’Uber che conoscete ed amate oggi,” cita il testo della petizione.

Al momento, più di un milione di persone hanno utilizzato Uber a Londra e la compagnia è in procinto di crescere ulteriormente nel Regno Unito aprendo i battenti a Glasgow, in Scozia, questo venerdì. Il “fenomeno Uber” sta dilagando in tutto il mondo nonostante le resistenze dei tassisti.  L’innovazione tecnologica, quando è unita a semplicità e convenienza, è praticamente inarrestabile.

4 commenti

  1. “L’innovazione tecnologica, quando unita a finanziamenti da parte di potenti banche (che tengono per le palle gli Stati), è praticamente inarrestabile.

  2. Se fossimo nelle campagne del meridione si chiamerebbe caporalato.
    Invece nel cuore della “modernità” neoliberista londinese si pronuncia “App’s” ma si legge schiavismo.
    Se questa è l’innovazione allora anche mia nonna con le ruote era una carriola.
    Beh si vede che anche in GB hanno voglia di vedere un po’ di movimento tipo quello in Francia poco tempo fa.
    Auguri!

  3. Diversi giornaletti on-line, hanno riportato questa notizia, col solito sensazionalismo giornalistico. Leggendo le fonti originarie ho capito come va interpretata la notizia, è stato solo appurato che NON è un tassametro, e qui non ci piove tutti hanno scoperto l’acqua calda. Poi nelle fonti originarie viene riportata la parolina magica ossia bisogna mettere regole certe. Ma fatemi aggiungere una mia considerazione personale state pur sicuri che difenderanno i loro taxi che sono un’icona di Londra. Guardate che siamo solo noi il paese delle banane e frottole, guardate che cosa hanno fatto con il Jobs Act, e notate le panzane che dicono.

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