Car2go farà pagare la sosta in periferia. Polemiche a Milano

car2goilgiornale.it Gli utilizzatori dei servizi di car sharing lo sanno bene: trovare un’auto disponibile in centro a Milano dopo le 20 – soprattutto in un giorno feriale – è molto difficile. Del resto i “flussi” in città sono abbastanza omogenei: molti abitano in periferia e la mattina si spostano verso il centro, per fare il percorso inverso dopo il lavoro. Così Car2go, la prima compagnia ad aver debuttato in Italia, ha deciso di risolvere il problema con un “sistema di incentivi e disincentivi” che permetta di “ottimizzare la dislocazione delle nostre car2go a Milano”. “Continuate a richiederci di aumentare la disponibilità di car2go nelle aree della città dove la domanda è maggiore e ridurne l’accumulo dove invece restano inutilizzate anche per diversi giorni”, ha scritto ieri la compagnia sulla sua pagina Facebook, annunciando che dal 17 agosto chi parcheggerà nelle zone più periferiche pagherà un sovrapprezzo da 4,90 euro oltre alla tariffazione al minuto, mentre chi affronterà il percorso inverso si troverà accreditati dei minuti bonus. 

Una novità che certo non è piaciuta ai milanesi che hanno bersagliato di proteste la pagina Facebook di Car2go Italia. Centinaia i commenti contro la compagnia, tra chi chiede il boicottaggio e chi annuncia di rivolgersi alle associazioni di consumatori al grido di “Se ha perso Uber, perché voi no?”.

14 commenti

  1. Domanda e offerta, elasticità dei prezzi, ecc, cari utenti C2g.
    Non vi piacciono più?

  2. Non sono un servizio pubblico. È un azienda privata che può applicare la politica che ritiene più corretta ! Non vi piace cari utenti? Non è questo a cui inneggiate tutti ?

  3. Il meraviglioso delle supposte liberalizzazioni,,con lamento del cittadino-consumatore

  4. Lo specchietto per le allodole ha funzionato ancora una volta. Si inizia sempre con prezzi stracciati e promo super vantaggiose ma poi i conti devono tornare e oltre a quelli un guadagno sempre maggiore, proporzionato all’esigenza creata (alcuni avranno anche già venduto la propria macchina). Una cosa che funziona non dovrebbe costare sempre meno? Evidentemente no, è un servizio privato anche se in collaborazione col comune, perciò niente tariffe prestabilite.

  5. Andrea, è un’azienda privata che ha preso carrettate di soldoni pubblici e ora che Renzi ha chiuso i rubinetti sta implodendo ed è in panico. Sento odor di buco nero.

  6. Eppure, nonostante le craniate e i calci nei denti che il cittadino/utente/consumatore ecc. continua a prendere, si continua a far credere all’opinione pubblica che il problema di questo paese sono i taxisti. Unico servizio che non costa e non chiede un centesimo di denaro pubblico. Che paese tutto al contrario!!!

  7. Hai ragione marco ma se la sono cercata ! È inutile far credere agli utenti che pagando una cifra irrisoria si può avere un servizio quando per poterlo mantenere in vita si ricorre ai fondi che hanno preso dalla stato ! Ora piano piano un aumento qui un aumento li e cercano di far quadrare i conti! Intanto sputtanano il mercato perché se qualcuno fino a ieri ha speso 5 ora gli dici che spende 10 ha anche diritto di incazzarsi. Era un po’ come i codici promozionali della Cara società americana no? Non è sempre natale cari utenti …

  8. Non pensavo avessero preso soldi dallo Stato, pero’ se cosi e’ stato, adesso che sono finiti e’ ovvio quello che sta succedendo.
    Quello che ancora non capisco e’ come possano resistere i Pulman per Bergamo a 5 euro e quelli di Malpensa a 8 euro,qualcuno sa con sicurezza come possano farcela a quei Prezzi???

  9. Incentivi auto, Renzi li blocca per il 2015

    I bonus per comprare le macchine a basse emissioni non ci saranno più. Il flop avviato da Monti è finito
    Il disegno di Legge di Stabilità 2015 dice stop agli incentivi per le auto verdi. Così, lo Stato non scucirà i 45 milioni di euro stanziati per il 2015 quelli destinati, sotto forma di bonus, all’acquisto di veicolielettrici, ibridi e a gas con emissioni di anidride carbonica fino a 120 g/km. Tutto ha avuto inizio nel 2012, con il Governo Monti: quelli che dovevano essere “tecnici” e non politici, quelli che avrebbero dovuto moralizzare la politica italiana con provvedimenti di stampo moderno, si rivelarono fra i peggiori nella storia della Repubblica. Gli incentivi furono una colossale presa in giro, nonostante i ripetuti annunci: alla fine, la montagna partorì il topolino.

    Meccanismo diabolico

    Gli incentivi auto, disponibili per tre anni a partire dal 2013, complessivamente ammontavano a120 milioni di euro: si esaurirono in un batter d’occhio. Spiccioli, per giunta rivolti prevalentemente ai veicoli aziendali e a quelli ad uso pubblico (taxi, car sharing, noleggio, servizi di linea). Il Decreto di Sviluppo di agosto 2012 istituiva unfondo per l’acquisto di auto a basse emissioni che varia negli anni. Per il 2013 la somma destinata agli incentivi era di 40 milioni di euro; per il 2014, 35 milioni di euro; per il 2015, 45 milioni di euro. Ma questi ultimi annullati dalla Legge di Stabilità, che dovrebbe porre fine a una specie di telenovela stucchevole.

    Ci mancava la rottamazione

    Non solo: quei 35,5 milioni di euro erano riservati dallo Stato all’acquisto di auto utilizzate esclusivamente come beni strumentali d’impresa ci sono delleriserve. Occhio: la maggior parte delle risorse disponibili era subordinata alla rottamazione di un veicolo più vecchio di dieci anni (cosa rarissima in una flotta aziendale). Facevano eccezione i fondi destinati ai veicoli con emissioni non superiori a 95 g/km (essenzialmente elettrici e ibridi), aperti a tutte le categorie di acquirenti, inclusi i privati cittadini, vista la minore diffusione di queste auto.

    Calcolo complesso

    I contributi erano pari, per tutti i veicoli ammissibili, al 20% del prezzo risultante dal contratto di acquisto con un tetto massimo che segue le emissioni di CO2: 5.000 euro per i veicoli con emissioni di CO2 non superiori a 50 gr/km; 4.000 euro per i veicoli con emissioni di CO2 non superiori a 95 gr/km; 2.000 euro per i veicoli con emissioni di CO2 non superiori a 120 gr/km. Tale contributo doveva essere ripartito in parti uguali tra uno sconto del venditore e il contributo statale.

    Cosa si doveva fare

    La prima condizione per accedere agli incentivi auto 2013 era che la vettura desiderata fosse: elettrica, ibrida, a metano, a biometano, a GPL, a biocombustibili oppure a idrogeno. Niente benzina o diesel. Inoltre i privati potevano accedere agli incentivi solo se sono interessati all’acquisto di un’auto con emissioni non superiori a 95 gr/km. Secondo, per beneficiare dell’incentivo i privati potevano sia portare un veicolo da rottamare sia non portarlo, le aziende invece dovevano rottamare per forza un’auto. Terzo, l’auto rottamata da aziende e professionisti doveva avere almeno 10 anni. Quarto, l’auto doveva risultare già attestata inproprietà “da almeno 12 mesi prima del nuovo acquisto o al soggetto acquirente o a un suo familiare convivente alla data di acquisto”. Il privato cittadino o chi acquistava un’auto per un’impresa non doveva occuparsi di alcuna pratica. Ci pensava il venditore. Definito il prezzo finale, il venditore accedeva alla piattaforma di prenotazione, inseriva i dati dell’auto e dell’acquirente e verificava ladisponibilità delle risorse (il fondo potrebbe essersi già esaurito). Se la verifica dava risultato positivo, veniva emessa automaticamente dalla piattaforma (secondo la disponibilità di risorse) una ricevuta di prenotazione e l’operazione era considerata avviata.

  10. Marco ora ho capito… No, mi permetta. No, io… scusi, noi siamo in quattro. Come se fosse antani anche per lei soltanto in due, oppure in quattro anche scribài con cofandina? Come antifurto, per esempio mi porga l’indice; ecco lo alzi così… guardi, guardi, guardi. Lo vede il dito? Lo vede che stuzzica? Che prematura anche? Ma allora io le potrei dire, anche con il rispetto per l’autorità, che anche soltanto le due cose come vicesindaco, capisce?
    attenzione! Noo! Pàstene soppaltate secondo l’articolo 12, abbia pazienza, sennò posterdati, per due, anche un pochino antani in prefettura… senza contare che la superca..ola prematurata ha perso i contatti col tarapìa tapiòco

  11. Nel gergo dei pescatori si dice pasturare. Tu gli dai da mangiare ai pesci per un po’ di tempo e li ILLUDI. Il pesce si abitua e torna sempre lì a mangiare tranquillo. Poi un bel giorno al posto del cibo trova un bell’amo a cui resta attaccato. Noi italiani siamo un po’ tutti fatti così. Ci illudiamo ogni volta che arriva un minkione qualunque che ce la racconta su un po’ meglio di quello che c’era prima di lui e ci fidiamo. Poi arriva l’amo………
    Alegher

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