Caro Stefano Feltri, ma su Uber e taxi fa tutto da solo?

claudiogiudici.it Egr. Vicedirettore Feltri, chi conosce il servizio taxi, leggendola, potrebbe pensare al fatto che qualche società americana stia ben pagando certi articoli. D’altra parte la stessa dirigenza della multinazionale americana Uber, ha pubblicamente dichiarato, senza ritegno, e addirittura col piglio della intimidazione, che avrebbe assoldato investigatori per scovare gli scheletri nell’armadio dei giornalisti che avessero parlato male della stessa (negli States sono in tanti, ma qui la stampa è cosa diversa…). Alla luce di ciò, perché non pensare che Uber stia dirottando parte di quel budget per convincere la stampa – considerando anche le difficoltà economiche che essa ha – a partorire articoli ad essa favorevoli? Ma nel suo caso, seguendola da anni, io sono invece convinto che la vacuità (eufemismo) del pensiero economico liberista sia talmente radicato in lei, da non aver bisogno di pressione alcuna. Le sue concezioni economiche sono un prodotto dell’oligarchico pensiero liberista – così utile a distruggere la piccola imprenditoria a tutto vantaggio della costituzione di megaconcentrazioni mono/oligopolistiche… questo è successo nell’ultimo quarantennio, se non se n’è accorto, seguendo le tesi di Smith! – così bastando la sua struttura di pensiero per assicurare al “sistema” una certa fedeltà. 

Infatti, secondo lei, “finora i tassisti” avrebbero “approfittato parecchio della loro condizione protetta”. Cioè, il fatto che nessuno che non sia in possesso dei requisiti di legge previsti (titoli di abilitazione professionale e licenza) possa esercitare la medesima attività dei taxi, non sarebbe l’ovvia conseguenza dell’esigenza che al servizio pubblico taxi, licenziato a privati, sia richiesto di garantire a tutela dell’utente la copertura del servizio h24 – e non nelle sole fasce orarie profittevoli – , l’obbligo di servizio su tutto il territorio del Comune licenziatario – e non solo per le tratte realmente convenienti – , ed una tariffa amministrata – non potendo variare i prezzi in funzione dei picchi o crolli di domanda, come fanno gli operatori economici a prezzo libero – , ma piuttosto un ingiusto approfittarsene? Non crede invece che se gli obblighi appena elencati gravassero sugli operatori del servizio taxi, ma non su altri che però facessero di fatto lo stesso mestiere, istituzionalizzeremmo semplicemente una concorrenza sleale ex lege? Ci rifletta, perché questo del servizio taxi è proprio uno dei più emblematici casi a dimostrazione del fatto che, diversamente da ciò che pensano i liberisti, il fine di un sano sistema economico non sia la concorrenza ma, come prevede il nostro sistema costituzionale – che non a caso non cita mai nella sezione dei principi, nè in quella dei rapporti economici, il termine “concorrenza” – l’utilità sociale.

Per dare valenza argomentativa alla sua apologia uberiana (o uberista), e dimostrare che “i tassisti si sono comportati come i peggiori monopolisti spremendo i propri clienti per ottenere una rendita di monopolio” (sic) lei riprende una serie di dati – per chi conosce il settore, palesemente falsi – rifacendosi all’ultimo rapporto dell’Autorità di regolazione dei trasporti. Secondo essa la tariffa amministrata dei taxi sarebbe aumentata dal 2006 al 2014 più dei dati Istat ed a dimostrazione di ciò cita anche Firenze. Peccato che il destinatario delle vostre pressioni sia il premier Renzi. Infatti, egli non potrà dimenticare che proprio a Firenze e proprio per sua volontà, la tariffa non sia stata aggiornata dal 2008! E peccato che il centro studi della CGIA di Mestre abbia dimostrato l’esatto contrario di quanto detto dalla A.r.t., ricostruendo come i settori liberalizzati dal 1994 ad oggi abbiano visto aumentare i prezzi anche quattro volte rispetto all’indice dei prezzi al consumo (Istat) ed invece i settori a tariffa amministrata come il servizio taxi siano stati quelli a crescere di meno.

Le cose da spiegarle sarebbero ancora tante sulla qualità del servizio taxi italiano – quello milanese al quarto posto in Europa nella classifica dei taxi (Eurotest 2011); l’elettrificazione della flotta; tecnologie radio made in Italy che esportiamo in tutta Europa; servizi, per esempio, come quelli dedicati per le future mamme e per gli utenti sordi, completamente gratuiti, prodotti dalla compagnia che rappresento; ecc. – ed è per questo che la invito ad un confronto con le rappresentanze del settore taxi e magari anche a farsi un giro sui taxi della mia compagnia qua a Firenze.

Chiudo dicendole che, diversamente da quanto da lei auspicato, non abbiamo già perso; piuttosto, anche stavolta, vincerà la difesa dell’utente e del lavoro, vincerà un settore che, se non vogliamo terzomondizzarlo o, peggio, metterlo in mano ad una multinazionale, continuerà ad essere severamente regolamentato. Ci usi, non ricorra agli abusivi, anche se orwellianamente li chiamano driver; lei è vicedirettore del giornale giustizialista per antonomasia… Viva la legalità!

Claudio Giudici – Presidente Uritaxi Toscana

4 commenti

  1. Le parole di Giudici saranno anche giuste , per carità , ma più che sprecare energie a rincorrere la mente di Feltri (che di taxi non capirà un ….. ovviamente ) , sarebbe meglio prepararsi al futuro scontro … Authority e Governo potrebbero giocarci brutti scherzi , quindi : UNITI , MA ANCHE DURI , MASSICCI E INCAZZATI .

  2. Condivido pienamente questo commento fatto su quel vergognoso articolo di quel “……” giornalista di Stefano Feltri sul Fatto Quotidiano…….., per fortuna che su questo giornale in un recente passato è anche comparso qualche articolo pienamente contro mister RU… .
    Le parole di Claudio Giudici sono parole veritiere e sacrosante !!!!

  3. Complimenti a Claudio Giudici per l’ottima risposta.
    Che peccato però che i ns giornalisti siano così superficiali o prevenuti.
    Invece di darci una mano ci trattano come dei monopolisti continuando ad infangarci pubblicamente.
    Probabilmente pensano che i guadagni siano ingiustificati o non sopportano i lavoratori autonomi e i piccoli imprenditori.

  4. … Complimenti per la risposta ad un articolo non aderente alla realtà ! Vi chiedevo inoltre se fosse legale che nei commenti ci fosse un certo Fabio che anziché commentare informava di un codice promozionale per avere uno sconto di 20 E. con **ber . Io personalmente ho letto : lascia il tuo commento. Non ho visto la scritta ‘ messaggio promozionale’. Ma è legale tutto ciò? Ah dimenticavo li la legalità viene spesso travisata!

I commenti sono chiusi.