Cina: migliaia di tassisti in sciopero contro il “Uber” cinese

protesta-taxi-cinesiPechino, 14 gen. agi.it Si allarga la protesta dei tassisti cinesi, che da alcuni giorni scioperano in diverse citta’ del Paese contro tariffe giudicate troppo basse e la competizione sleale dei privati che utilizzano le app in stile Uber per il servizio a chiamata. In migliaia hanno incrociato le braccia nella capitale e in altre citta’ come Nanchino, Chengdu, Chanchun e Jinan, provocando situazioni di disagio agli utenti che in questi giorni si vedono rifiutare il servizio. A Nanchino, nella Cina orientale, si sono verificati i disagi maggiori, secondo quanto scrive il quotidiano China Daily, con tensioni tra tassisti e utenti nelle ore di punta. (video in fondo all’articolo)

Le autorità locali stanno correndo ai ripari: a Pechino e Shanghai, gli autisti abusivi rischiano fino a centomila yuan di multa (oltre tredicimila euro), e dodici di loro sono stati arrestati a dicembre scorso.

Nei giorni scorsi, le autorita’ della capitale cinese avevano annunciato la messa al bando alla app per i taxi Didi Dache, una sorta di Uber cinese, poi seguita anche quelle di Shenyang, Shenzhen e la stessa Nanchino. L’utilizzo della app permetteva ai privati di fare salire a bordo i clienti applicando tariffe piu’ basse di quelle dei taxi con licenza. A Chengdu, nel sud-ovest del Paese, l’amministrazione locale dei Trasporti ha annunciato un bando sulle auto private usate come taxi e ha creato un numero verde per i reclami dei cittadini.

Il presidente della societa’ che gestisce la app, Zhu Pingdou, si e’ detto dispiaciuto per i disagi, anche se ha poi spiegato che il servizio offerto fornisce una “soluzione ai problemi di congestione del traffico” nelle grandi citta’ e offre un servizio utile ai cittadini. (AGI) .

 

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Didi

2 commenti

  1. Almeno loro scioperano da noi non se ne parla più
    I nostri sindacati cosa fanno ????

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