Milano, tassisti ancora in trincea

di NICOLA PALMA ilgiorno.it
il_giornoMilano, tassisti ancora in trincea. E per una volta non c’entra l’odiata applicazione Uber. La guerra è tutta interna alla categoria e rischia di spaccarla. Ad agitare ulteriormente le acque, mai calme da almeno un anno e mezzo, ci ha pensato il ricorso al Tar dei tre radiotaxi contro il Comune sul bando per il numero unico, il software che nelle intenzioni dell’amministrazione dovrebbe sostituire le vetuste (e non più manutenute) colonnine ai posteggi delle auto bianche.

il_giorno_guerra_radiotaxiA tanti padroncini, specie quelli non iscritti alle tre società (8585, 4040 e 6969), non è andata giù l’azione legale avviata qualche giorno fa. Gli artigiani del volante, pur faticando ad ammetterlo, si ritrovano d’accordo con Pierfrancesco Maran: «Ci sono ben quattro offerte (una pare arrivata da un colosso delle telecomunicazioni, ndr) – ha tuonato su Facebook l’assessore ai Trasporti – ma è tutto bloccato con il palese obiettivo di non far partire il progetto per Expo. Continuiamo così, facciamoci del male. Lamentiamoci della concorrenza, innovare mai».

A Linate come in Stazione Centrale serpeggia il dissenso, tanto che un nutrito manipolo di tassisti – sono almeno 500 quelli «indipendenti» – sta pensando di dar vita a una serie di comitati spontanei in aperta opposizione ai radiotaxi. Del resto, ragionano, «così è quasi impossibile lavorare».

SÌ, PERCHÉ la rottamazione delle centraline, abbandonate anzitempo in vista del nuovo sistema informatizzato di prenotazione corse, ha di fatto tagliato fuori dal mercato i conducenti slegati dalle tre aziende principali. Senza contare che negli ultimi tempi parecchi iscritti di 8585, 6969 e 4040 hanno iniziato a rimarcare con insistenza l’eccessivo costo «associativo», a cominciare dai 200 euro da versare ogni mese. «Vogliamo il numero unico», la richiesta degli scontenti. 

«Hanno ragione – commenta Giovanni Maggiolo, Unica Cgil –. Sembra che i radiotaxi pensino solo al loro tornaconto economico». Per la cronaca: 9,6 milioni di euro messi insieme ogni anno con le quote dei soci contro gli 848 mila (spalmati tra 2015 e 2019) garantiti dall’appalto di Palazzo Marino. Sulla stessa lunghezza d’onda Silla Mattiazzi, segretario regionale Uiltrasporti, che mercoledì ha inviato una lettera a Maran per chiedere un incontro sull’argomento: «Vogliamo informazioni dettagliate e ufficiali, da anni gli operatori e la cittadinanza sono senza un efficiente servizio». Dal canto loro, i vertici dei radiotaxi hanno già messo nero su bianco le motivazioni che li hanno spinti a impugnare la gara: requisiti troppo «elevati» da rispettare, cambio delle regole su privacy e trattamento dati dei clienti e scarsa chiarezza nel metodo di attribuzione dei punteggi. «Sono solo scuse – ribattono i ribelli – per mascherare il vero obiettivo: mantenere lo status quo».
nicola.palma@ilgiorno.net

6 commenti

  1. Ciao chi è questa grossa azienda di telecomunicazioni?
    Tenendo in considerazione i rischi (compito nostro e delle associazioni ) ma il numero è prioritario.

  2. A me vien da ridere a 600 Km di distanza (da Roma) i problemi son gli stessi, dico due citazioni: Tutto il mondo è paese e La storia insegna.
    In soldoni, pure da noi con l’introduzione del numero unico i Radio Taxi pensavo che sarebbero spariti di li a poche ore, considerate pure che qui a Roma abbiamo pure la APP (del comune di Roma) che funziona esattamente come la multinazionale pirata U.
    Insomma dite ai vostri radiotaxi che devono star tranquilli, qui a Roma si continua a usare il radio taxi considerate che almeno qui da noi esistono dal 1960, e ci vorranno secoli prima che la gente utilizzi il numero unico o l’APP, tenete sempre in considerazione che il comune di Roma ha fatto la pubblicità per mezza giornata, e non penso che il vostro comune si metta a fare pubblicità milionarie stile Vodafone. Pure io che sono tassista, per cercare come funziona il numero unico e APP mi servono un quarto d’oro di ricerche su google, pensate quanto sia nascosto.

  3. E’ una comica:
    da una parte c’è un sistema di chiamata taxi ormai inadeguato rispetto alla tecnologia ed al mercato (il sistema delle CENTRALI RADIO che costa oltre dieci milioni di euro l’anno ai tassisti)
    dall’altra c’è il NUMERO UNICO, l’offerta del COMUNE per un sistema di chiamata “alla U…”, al top della tecnologia e assolutamente concorrenziale sul mercato, CHE NON COSTA NULLA ai tassisti
    E i tassisti, rifiutano e …vanno avanti! Ha proprio ragione Maran.

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