Omicidio Famoso, PM derubrica ad omicidio preterintenzionale

omicidio_famosoomnimilano.it Caduta l’ipotesi di omicidio volontario con dolo eventuale per Davide Righi, il consulente informatico che il 23 febbraio scorso ha provocato la morte del tassista Alfredo Famoso, colpendolo al volto con una confezione di bottiglie di plastica in via Morgagni nel corso di una lite. L’autopsia ha stabilito che a causare la morte del 68enne è stata la conseguente caduta prima contro la ruota di scorta di un suv e poi sull’asfalto, dove ha battuto la nuca. Per questo il pubblico ministero Maria Teresa Latella ha derubricato l’imputazione in omicidio preterintenzionale e ha chiesto il giudizio immediato per Righi, che si trova tuttora agli arresti domiciliari.

In base a quanto ricostruito dagli inquirenti, la sera della lite Famoso aveva rischiato di investire il consulente informatico e la sua compagna all’ottavo mese di gravidanza che stavano attraversando sulle strisce pedonali dopo aver fatto la spesa e poi è sceso dal taxi con fare minaccioso perché Righi aveva colpito la sua macchina con la confezione di bottiglie che stava portando a casa. “Poiché il tassista si avvicinava con fare minaccioso, ho proteso il braccio sinistro per tenerlo a distanza e gli ho urlato ‘che cazzo vuoi?’ o qualcosa del genere – aveva poi spiegato Righi nell’interrogatorio di garanzia dopo il fermo per omicidio volontario con dolo eventuale avvenuto il giorno successivo, mentre Famoso era ancora in coma -.

Lui mi ha preso per il braccio sinistro (in particolare per la manica del giubbotto, lo stesso che indosso in questo momento) e ha iniziato a strattonarmi. Poi mi ha preso anche l’altro braccio e a quel punto c’è stata una velocissima colluttazione nella quale ho dato uno strattone con il braccio destro e, così facendo, ho colpito il tassista. L’ho colpito all’altezza del viso in quanto avevo il braccio già alzato per liberarmi dalla sua presa. A quel punto lui ha mollato la presa e si è irrigidito in una strana posa: è come se si fosse messo sull’attenti. Dopodiché si è lasciato cadere all’indietro e con la schiena ha sbattuto contro la ruota di un suv che era parcheggiato nei pressi. A seguito di questo urto il tassista ha aperto le braccia per cercare appoggio, ma non trovandolo è caduto per terra sbattendo prima il sedere e poi la schiena. Non mi è sembrato proprio che sbattesse la testa. Dopo l’urto con la ruota di scorta è come se gli fosse mancato il terreno sotto i piedi, come se fosse scivolato. Non pioveva ma l’asfalto era bagnato. Quando era a terra era ancora cosciente in quanto l’ho sentito lamentarsi e l’ho visto muoversi”.

Famoso è morto il 25 febbraio. Due giorni dopo Righi (condannato nel 2008 a 10 mesi e 20 giorni di reclusione con la sospensione condizionale per violanza privata, furto, ingiuria e molestia/disturbo alle persone) è diventato papà per la terza volta mentre si trovava agli arresti domiciliari. La procura ha poi disposto una consulenza medico legale per stabilire se a provocare l’emorragia cerebrale che ha ucciso Famoso sia stato il colpo al volto con la confezione d’acqua o la successiva caduta contro la ruota posteriore del suv in sosta o l’asfalto. Ebbene, per il dottor Gentilomo, consulente tecnico del pm, il colpo al volto ha provocato al 68enne delle escoriazioni e uno stordimento, oltre alla rottura degli occhiali che sono stati messi a disposizione degli inquirenti dal legale dei famigliari della vittima.

Tuttavia ad essere letale è stato quello alla nuca, senza possibilità di distinguere tra le conseguenze provocate dalla ruota e quelle provocate dall’asfalto. Di qui la derubricazione dell’imputazione. È plausibile che dopo la firma del decreto di giudizio immediato da parte del giudice per le indagini preliminari, l’imputato chieda di essere ammesso al giudizio abbreviato, che in caso di condanna prevede lo sconto di un terzo della pena.

2 commenti

  1. Insomma pare di capire che il povero famoso si sia suicidato buttandosi sull’asfalto. Bella giustizia, uno ti da un cartone in faccia e se crepi sbattendo la testa vuol dire che quello non ti ha ucciso, sei tu che sei un pirla perchè non sai stare in piedi. Ma vaffan****!!!!!!!

  2. Quello che sconcerta è che gli assassini dei colleghi (anche quello di Luca Massari) sono dei soggetti che avevano già evidenziato comportamenti violenti e antisociali.
    I giudici dovrebbero tenerne conto anziché applicare pene “in saldo di fine stagione”.

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