Come le “cinque giornate” per chiedere giustizia e legalità

remoCi sono soggetti -fisici o giuridici- a cui è concesso tutto, altri a cui non è consentito nemmeno avere ragione. E’ il caso delle ragioni avanzate dai tassisti nei confronti della dilagante startup americana Uber, che per stessa ammissione del suo fondatore, intende “distruggere il sistema taxi nel mondo”: una dichiarazione di guerra a cui i tassisti di tutto il mondo non resta che rispondere per le rime e non alzando bandiera bianca come molti, troppi, vorrebbero. I tassisti milanesi nei giorni scorsi hanno vissuto in chiave attuale e ridimensionata dai soggetti, le loro personali cinque giornate che già videro Milano protagonista, tra il 18 e il 22 marzo 1848. Nei primi giorni, per protestare contro l’amministrazione austriaca, i milanesi decisero di non fumare più, volendo in tal modo colpire le entrate erariali provenienti dalla esorbitante tassa sul tabacco. Per tutta risposta il comando austriaco ordinò ai soldati di andare per strada fumando ostentatamente sigari, aggredendo i passanti e forzandoli a fumare.
Nel pomeriggio del 17 maggio 2014 i tassisti milanesi, per protestare contro l’immobilismo dell’amministrazione comunale, delle istituzioni locali e delle organizzazioni sindacali, decisero di incrociare le braccia volendo in tal modo attrarre l’attenzione delle alte cariche dello stato sul fenomeno destabilizzante della nuova applicazione UberPOP, orientata a delegittimare il ruolo del conducente professionale, favorendo quello occasionale privo di qualsiasi requisito di legge. Per tutta risposta in quei giorni la startup americana reclutava proseliti sollecitandoli ostentatamente a recarsi presso la loro sede per perfezionare accordi fondati sull’illecito.

Qualche raro quotidiano comincia ora ad ammettere con estrema cautela, che forse i tassisti abbiano qualche ragione per contestare in modo così duro e per ben cinque giorni… tuttavia le esternazioni del nostro premier Renzi gettano benzina sul fuoco (“Uber è un servizio straordinario, l’ho provato a New York, ne parleremo la prossima settimana“) e rimettono in discussione le dichiarazioni di illegalità del servizio pronunciate dal Ministro Lupi. L’articolo 86 del codice della strada, che vieta il trasporto pubblico di persone su mezzo privato e con patente non abilitata, sembra però non interessare a nessuno, preferendo lasciare spazio ed enfatizzare a sproposito, termini come flessibilità, innovazione, tecnologia, ambiente, ecc. che tanto fanno presa nel paese delle meraviglie, ma che non nulla hanno a che vedere con le normative nazionali vigenti . Forse nemmeno il Santo Padre se osasse esprimere un parere a favore della legalità, avrebbe la meglio in questo paese moralmente corrotto.

VIVA L’AMERICA!
IL LIBERO MERCATO!
LA STERILE CULTURA DEL PROFITTO!
LA PRECARIZZAZIONE GLOBALE!

(la vignetta è di Remo VA55)

6 commenti

  1. È chiaro che Renzi elogi il servizio U…….è un modo più comodo di liberalizzare un servizio senza nemmeno doverci mettere la faccia. (Vorrei ricordare che questi problemi li abbiamo avuti sempre con la sinistra al governo). È, comunque, scandaloso il fatto che non ci sia nemmeno la dignità di ammettere come stanno realmente le cose accettando anche l’illecito. Ma, d’altronde, ci si può aspettare aiuto e comprensione da un Presidente del Consiglio non eletto dal popolo?

  2. Ottimo Leonardo. Ora bisogna pensare alla mobilitazione europea di giugno. Milano, Parigi, Londra, Berlino, Bruxelles, Barcellona unite nalla lotta contro deregulation, precarizzazione e svalutazione del servizio taxi.

  3. Invece di svalutare l’euro ,si è deciso di svalutare il lavoro ed i salari, ed chiaramente si và a toccare tutti i più deboli, tassisti compresi.
    In Europa 11 Giugno, tutti fermi con le altre organizzazioni europee.
    Se c ‘è bisogno , dobbiamo fare come a Parigi bloccare stazioni ed aeroporti in tutta Europa per più giorni !!

  4. Invece di svalutare l’euro ,si è deciso di svalutare il lavoro ed i salari

    Ecco la nuda e cruda VERITA’!!!!!!!

  5. E nonostante le “cinque giornate”di lotta , nonostante le dichiarazioni del Ministro, del Presidente di Regione , le ordinanze, le dichiarazioni sull’ illegalità di un servizio “U…pop” sul sito del comune ancora è presente , seppur in un sottile banner , la proposta degli sciagurati 5 punti di Maran.
    Avrebbe già dovuto rimangiarseli e avrebbero dovuto scomparire prima che il Lupi ritornasse a Roma, ma evidentemente il Comune di Milano accarezza l’idea di un servizio U…pop. Invitiamolo con decisione a rimangiarseli e a farli sparire dalla homepage

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