Autostrade, scatta l’aumento dei pedaggi

«La riduzione stabilita determina un risparmio per l’utenza quantificabile in circa 50 milioni di euro l’anno», evidenzia il ministero. «Infine – conclude la nota – incrementi lievemente superiori alla media sono stati comunque riconosciuti a quei concessionari impegnati nella realizzazione di opere di rilevante interesse per lo sviluppo del Paese».

«Puntuali come un orologio svizzero» arrivano, secondo l’Osservatorio Nazionale sulle Liberalizzazioni dei Trasporti (Onlit) i ritocchi ai pedaggi autostradali. Si tratta di «aumenti ingiustificati» che giungono «nel consueto caos dei provvedimenti di fine anno». Rialzi che secondo l’Osservatorio sono «spesso a due cifre, come nel caso della Torino-Aosta (+15%) o della Venezia-Trieste (+12,9%)», che scatteranno da domani. «Da anni – denuncia il presidente dell’Osservatorio Dario Balotta – gli aumenti dei pedaggi finiscono con l’accumulare ingenti flussi di cassa dei concessionari autostradali, che sono investiti in attività finanziarie o vengono utilizzati per nuove partecipazioni societarie», anziché essere impiegati in «nuovi servizi o nuove opere per gli automobilisti come promesso per giustificare gli aumenti».

Balotta definisce per questo i gestori come una «corporazione» che «ha imposto ancora una volta al Governo la logica della rendita di posizione monopolista in contrasto con gli interessi generali del Paese». Secondo l’Osservatorio, «i concessionari autostradali hanno già abbondantemente ammortizzato gli investimenti della rete più vecchia e frammentata d’Europa» e così oggi «continuano a realizzare consistenti extra-profitti, senza aver alcun vincolo di tutela dell’ambiente e di miglioramento del servizio». Una situazione dovuta al fatto che l’Italia – conclude il presidente di Onlit – «è l’unico Paese d’Europa privo di un Governo capace di dettare e non di farsi dettare dai concessionari autostradali gli interventi infrastrutturali necessari».