Forconi di Davide Pinoli

pinoliDavide Pinoli, dalla rubrica Radiotaxi ilgiorno.it

Questa passata settimana di Dicembre verrà ricordata per due numeri, il 9 e il 12, numeri che rappresentano due date che in periodi diversi e per accadimenti diversi hanno segnato e ancora segnano la storia non solo di Milano ma di tutta l’Italia. Il 9 Dicembre un movimento di protesta che prende spunto da quello già denominato “dei Forconi” sale di colpo alla ribalta delle cronache bloccando le strade delle maggiori città italiane. Non è un partito politico ne’ un’organizzazione sindacale ma la rabbia e la frustrazione di tantissima gente che si sente sempre più delusa e non rappresentata da una classe politica capace solo di scandali e magheggi ma non di risposte allo scoramento di un’esercito senza età, composto dalle più svariate tipologie di lavoratori e di comuni cittadini.

Vedere la Milano attraversata da trattori colorati che con il loro folkloristico carico di balle di fieno si apprestavano a bloccare la città non riusciva a alleviare il disagio causato dal traffico, a tratti impazzito, che  nella zona adiacente la stazione centrale aveva il suo epicentro, tanto da scatenare anche la rabbia di un gruppo di tifosi che bloccati con il loro pulmam in P.le Loreto ha pensato bene di aprirsi un varco aggredendo i manifestanti.

Mentre dal mio taxi vivo tutto ciò la mente mi riporta indietro di quarantaquattro anni, quando alle h.16,37 del 12 Dicembre del 1969, in una Milano in preda ad altre agitazioni, un ordigno esplodeva nella Banca Nazionale dell’Agricoltura, lasciando sul pavimento squarciato dall’esplosione 17 morti e 88 feriti.

Allora come oggi il malcontento della gente, unitamente all’incertezza per il futuro delle nuove generazioni, mobilita la gente nelle piazze ma con una differenza sostanziale: allora i manifestanti erano studenti e operai che uniti dal colore rosso delle loro bandiere lottavano contro le disuguaglianza delle classi sociali, mentre oggi tutti insieme e sopratutto senza più colori la rabbia è rivolta verso una classe politica responsabile di questa interminabile crisi.

Un commento

  1. pensa che mio zio che lavorava in quella banca si è salvato perché era andato nelle cassette di sicurezza con un cliente,quindi nella camera bL….ta proprio nel momento dello scoppio….ed oggi paragona il malcontento attuale a quello di allora con un unica differenza……fortunatamente,per adesso…..

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