Comincia la guerra dei poveri

guerra-dei-poverimilano.corriere.it Venerdì sera, piazza Mirabello, non lontano dalla questura e dal comando dei carabinieri, una berlina scura è parcheggiata col motore spento. Non è una macchina qualsiasi, ma un Ncc, noleggio con conducente. E, soprattutto, il guidatore è collegato a Uber, l’applicazione che da inizio anno sta «sfidando» tra le polemiche il servizio taxi. Forse quell’appartenenza è l’unico possibile movente per provare a capire chi siano le tre o quattro persone che nel buio (erano le 22 passate da poco) hanno circondato l’auto, l’hanno rigata con un punteruolo o con un cacciavite, hanno squarciato una gomma prima che l’autista riuscisse ad allontanarsi.

«Ho chiamato il 113 e poi sono andato in questura a fare denuncia contro ignoti – racconta l’uomo – perché avevano cappucci e sciarpe tirate sul volto». Non c’è, al momento, alcun elemento che permetta di dire con certezza che gli aggressori fossero tassisti o in qualche modo ai tassisti collegati. Sembra però che, in questa fine d’anno, si stia aprendo una nuova fase di tensione. Perché gli episodi simili, nei giorni scorsi, sono stati tre.

UN ALTRO CASO – Nella stessa serata, ancora venerdì, intorno alla mezzanotte, un altro autista di Uber è fermo in via Turati, di fronte a un bar. In questo caso tre o quattro tassisti con la loro auto si fermano nei dintorni, poi una vecchia Panda rossa lo affianca. In quella situazione, l’autista è «chiuso», ed è in quel momento che si avvicinano i tassisti. «Sei uno di Uber?». La discussione è piuttosto pesante, toni minacciosi. Finisce con la frase che il guidatore, poco dopo, metterà a verbale nella sua denuncia: «Non farti più vedere in giro».

I PRECEDENTI – Episodi del genere erano già avvenuti la scorsa estate, a luglio, con alcune aggressioni di tassisti e una «rappresaglia» da parte degli autisti di Uber. In questa fase però è la stessa general manager della società in Italia, Benedetta Arese Lucini, a chiedere: «Non è accettabile che le persone che lavorano con noi debbano uscire e sentirsi in pericolo. Faccio un appello alle forze dell’ordine perché cerchino di individuare i responsabili di queste aggressioni». Un terzo autista di Uber, parcheggiato vicino all’hotel Principe di Savoia, mercoledì sera non s’è accorto di due persone che si sono avvicinate alla sua auto: uno ha tirato un calcio alla macchina, l’altro è riuscito a rigarla mentre il guidatore cercava di allontanarsi.

CLIMA TESO – Se di tensioni tra tassisti e Uber si tratta, è possibile che il clima sia stato avvelenato in seguito alla sentenza del Tar della Lombardia che ha «cassato» la determina dirigenziale del Comune che l’estate scorsa ribadiva le regole già esistenti per il servizio Ncc: dovrebbero sempre partire da un’autorimessa fissa (e non aspettare clienti in strada con l’app in funzione) e il prezzo della corsa dovrebbe essere concordato in anticipo. Questi due criteri non vengono rispettati dal «sistema Uber» e per questo negli ultimi giorni sono state ritirate anche due licenze da parte dei vigili.] Venerdì sera, piazza Mirabello, non lontano dalla questura e dal comando dei carabinieri, una berlina scura è parcheggiata col motore spento. Non è una macchina qualsiasi, ma un Ncc, noleggio con conducente. E, soprattutto, il guidatore è collegato a Uber, l’applicazione che da inizio anno sta «sfidando» tra le polemiche il servizio taxi. Forse quell’appartenenza è l’unico possibile movente per provare a capire chi siano le tre o quattro persone che nel buio (erano le 22 passate da poco) hanno circondato l’auto, l’hanno rigata con un punteruolo o con un cacciavite, hanno squarciato una gomma prima che l’autista riuscisse ad allontanarsi. «Ho chiamato il 113 e poi sono andato in questura a fare denuncia contro ignoti – racconta l’uomo – perché avevano cappucci e sciarpe tirate sul volto». Non c’è, al momento, alcun elemento che permetta di dire con certezza che gli aggressori fossero tassisti o in qualche modo ai tassisti collegati. Sembra però che, in questa fine d’anno, si stia aprendo una nuova fase di tensione. Perché gli episodi simili, nei giorni scorsi, sono stati tre.

UN ALTRO CASO – Nella stessa serata, ancora venerdì, intorno alla mezzanotte, un altro autista di Uber è fermo in via Turati, di fronte a un bar. In questo caso tre o quattro tassisti con la loro auto si fermano nei dintorni, poi una vecchia Panda rossa lo affianca. In quella situazione, l’autista è «chiuso», ed è in quel momento che si avvicinano i tassisti. «Sei uno di Uber?». La discussione è piuttosto pesante, toni minacciosi. Finisce con la frase che il guidatore, poco dopo, metterà a verbale nella sua denuncia: «Non farti più vedere in giro».

I PRECEDENTI – Episodi del genere erano già avvenuti la scorsa estate, a luglio, con alcune aggressioni di tassisti e una «rappresaglia» da parte degli autisti di Uber. In questa fase però è la stessa general manager della società in Italia, Benedetta Arese Lucini, a chiedere: «Non è accettabile che le persone che lavorano con noi debbano uscire e sentirsi in pericolo. Faccio un appello alle forze dell’ordine perché cerchino di individuare i responsabili di queste aggressioni». Un terzo autista di Uber, parcheggiato vicino all’hotel Principe di Savoia, mercoledì sera non s’è accorto di due persone che si sono avvicinate alla sua auto: uno ha tirato un calcio alla macchina, l’altro è riuscito a rigarla mentre il guidatore cercava di allontanarsi.

CLIMA TESO – Se di tensioni tra tassisti e Uber si tratta, è possibile che il clima sia stato avvelenato in seguito alla sentenza del Tar della Lombardia che ha «cassato» la determina dirigenziale del Comune che l’estate scorsa ribadiva le regole già esistenti per il servizio Ncc: dovrebbero sempre partire da un’autorimessa fissa (e non aspettare clienti in strada con l’app in funzione) e il prezzo della corsa dovrebbe essere concordato in anticipo. Questi due criteri non vengono rispettati dal «sistema Uber» e per questo negli ultimi giorni sono state ritirate anche due licenze da parte dei vigili.

Un commento

  1. Le responsabilità di una degenerazione dei rapporti finora civili tra gli ncc e i tassisti sono da addebitarsi totalmente agli amministratori della cosa pubblica che come Ponzio Pilato fanno finta di non essere coinvolti in queste questioni.Le leggi parlano chiaro e per modificarle ci vuole un’altra legge ,arrampicarsi sui muri come certe associazioni di ncc non serve,rispettino i limiti che la legge impone loro e siamo felici di stare ciascuno nei propri ambiti.U… danneggia tutti e la sua accettazione da parte delle autorità senza contrastarlo ,come la legge impone,li mette in condizione di oggettiva mancata tutela dei doveri d’ufficio,speriamo che un giudice pensi un giorno anche a loro che abbiamo votato e che dovrebbero essere i custodi dell’osservanza delle leggi in vigore.Le guerre tra poveri sono il peggio che ci poteva capitare ,offriamo uno spettacolo di morti di fame che non ci appartiene.Siamo entrambe le figure dignitose di lavoratori nel trasporto persone che hanno diritto di coesistere senza guerre,però che ciascuno stia e rimanga nel suo ruolo e nei limiti che esso pone.

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