Uber, la berlina sfida il taxi via smartphone

uberitaliaoggi.it A New York si è alleata anche con i taxi, i famosi yellow cab, fornendo loro un logo e assicurando servizi mirati via smartphone; a Londra ha diviso le sue auto in tre fasce (Lux, Black e X) includendo un servizio low cost. Ora Uber, la startup americana che da San Francisco ha portato il suo sistema di noleggio di berline con autista via smartphone anche in Italia, vuole crescere nel Belpaese. La sua arma: le coccole a bordo, ma anche servizi ad hoc come lo shopping natalizio scontato per chi usa le auto Uber.

Dopo Milano e Roma, città dove «stiamo crescendo molto nonostante le resistenze iniziali (si veda ItaliaOggi del 1/9/2013, ndr)», Uber sta pensando «a Firenze ma anche a pacchetti stagionali nelle riviere, dalla Liguria a Napoli», spiega Benedetta Arese Lucini, general manager di Uber per l’Italia e l’area Southern Europe (Germania, Austria e Svizzera). «Il nostro motto è andare dove ci sono carenze del trasporto pubblico, e dove ci sono berline con autista (o barche come è accaduto nei canali di Amsterdam) che possono affiliarsi a noi».

Le applicazioni scaricate nella Penisola sono migliaia, i prezzi superano di poco quelli di una corsa con il taxi, ma l’azienda valutata la scorsa estate 3,5 miliardi dollari (circa 2,5 mld di euro), in occasione dell’arrivo di Google Ventures (ha una quota del 30% dopo Goldman Sachs, Texas Pacific Group, Menlo Ventures e Jeff Bezos) non fornisce dettagli in merito se non i numeri delle città raggiunte. «Con Mosca siamo arrivati alla nostra 60ma città e a gennaio partiremo in Austria con Vienna», sottolinea Arese Lucini.

4 commenti

  1. Caro Luigi,
    è di alcune settimane fa la notizia che il “gioello” tecnologico di google (l’auto senza autista) ha causato un incidente mi pare in Australia. Quindi il primo passo da fare cioè l’omologazione credo che con la rigidità della motorizzazione italiana sarà un evento estremamente improbabile. Voglio proprio vedere chi si prenderà la responsabilità di omologare un “oggetto” come quello.
    Fatta l’omologazione poi bisognerà modificare 3/4 del codice delal strada e la metà del codice civile e di quello penale.
    Poi anche gli aerei hanno il pilota automatico in grado perfino di decollare ed atterrare senza l’intervento umano. Cionostante gli aerei continuano e continueranno ancora per un bel pezzo a volare con il pilota umano a bordo.
    Credo proprio quindi che se cambieremo mestiere non sarà certo per questo bensì a causa degli squali a cui accenna Sierra67!

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