Francia: è guerra tra taxi a Parigi

I tassisti protestano contro le società di noleggio con conducente (VTC)

abusivi_parigida cdt.ch Nuova guerra di taxi a Parigi, dove i tassisti protestano contro le società di noleggio con conducente (VTC), che stanno riscuotendo un grande successo, anche grazie ai nuovi sistemi di prenotazione via smartphone. Se Parigi brilla per la sua rete di autobus e metro – per non parlare del “Velib”, uno dei sistemi di bike-sharing più efficienti al mondo – quella dei taxi è una realtà molto più arretrata. Trovare un’auto che ti riporti a casa, soprattutto negli orari notturni o il fine settimana, è come vincere alla lotteria: i taxi sono rarissimi (meno di tre per 1.000 abitanti, contro 5 a Berlino e 11 a Londra), piuttosto cari, con conducenti spesso arroganti.

I capannelli di persone sul ciglio della strada che cercano disperatamente il lumicino verde di un’auto libera sono un classico della notte parigina. Ma anche quando si ha la fortuna di incrociarne uno, la battaglia non è ancora vinta: se la destinazione non piace al tassista, il cliente viene lasciato per strada. E la caccia ricomincia.

Numerosi imprenditori hanno fiutato l’affare, moltiplicando la creazione di società di VTC, che puntano tutto sulla qualità. Anzitutto grazie allo smartphone, che consente di verificare la disponibilità di un’auto, accettare subito il preventivo, visualizzare i minuti d’attesa in tempo reale.

Il servizio – che in media costa il 20% in più rispetto a un taxi normale – è da Grand Hotel: l’autista – rigorosamente in giacca e cravatta, alla guida di berline nuove di zecca – apre la portiera dei clienti, offre da bere, chiede se vogliono una radio particolare o se la temperatura dell’abitacolo è di loro gradimento.

Al momento, gli ‘chauffeur privati’ sono circa 2.000, contro i 18.000 tassisti. Ma il numero è destinato a crescere. E la lobby dei tassisti annuncia battaglia: “Dobbiamo pagare 240.000 euro per una licenza, e abbiamo norme rigidissime per lavorare. Loro devono pagare appena 100 euro per lavorare come e quando vogliono”, protesta Jean-Michel Rebours, del sindacato di categoria Udip.

Per fermare questa “deriva”, gli operatori storici del settore chiedono al governo di François Hollande di imporre un minimo di 15 minuti di tempo tra la prenotazione via smartphone e l’arrivo del taxi privato. Ma le società di VTC non ci stanno. Questa norma, affermano, ucciderebbe la concorrenza. La palla è ora nelle mani dell’esecutivo, che dovrebbe pronunciarsi nelle prossime settimane.

6 commenti

  1. Giusto per la precisione, la Prefettura di Parigi parla di 17.357 taxi per Parigi e la “petite couronne”, più aeroporti e fiera.
    Abitanti nei dipartimenti: 75 (Parigi) 2.243.833, 92 (Hauts-de-Seine) 1.549.619, 93 (Seine-Saint-Denis) 1.515.983, 94 (Val-de-Marne) 1.310.876, per un totale di 6.620.311 anime, ovvero di un taxi ogni 381 abitanti. Meno di TRE taxi ogni mille abitanti, è esatto. Il rapporto è 2,62.
    Il tessuto urbano nella petite couronne è omogeneo, la “Ville de Paris” (75) è di fatto il centro città. In termini “meneghini” corrisponde alla 90/91. L’area conurbata di Milano sarebbe paragonabile alla regione più esterna, ossia l’Ile-de-France.
    Milano, per avere un medesimo rapporto, dal momento che ha 1.288.159 abitanti dovrebbe avere 3.380 taxi. Ne ha, invece “qualcuno” in più.
    Il tutto senza contare l’area urbanizzata da coprire, che è enormemente inferiore. Né i flussi turistici, enormemente superiori.

  2. Se e’ vero che di notte o in altro momenti della gironata ci sono sistematicamente pochi taxi e’ poi chiaro che vengono stuzzicati gli “appetiti”di investitori pronti a sopperire.Un servizio efficente viene ,invece,lodato come tale scoraggiando e offuscando cerete idee liberalizzatrici.

  3. Non colleghiamo automaticamente la scarsità/abbondanza di taxi con la presenza o meno di appetiti/abusivi vari, perché se così fosse a Roma non dovrebbero vedersi abusivi né totali né parziali.
    Ciò che spiana la strada agli appetiti (che comunque esistono a prescindere) è la mancata soddisfazione degli utenti, che dipende non solo dalla raggiungibilità del servizio (che, a sua volta, non dipende solo dal numero dei taxi*), ma da molti altri fattori.

    *Che me ne faccio di tanti taxi se poi 1/3 di questi non ha il rtx, e se per trovarne uno col rtx devo chiamare 8 numeri diversi?

  4. EdBologna, a Milano l’abusivismo e il malaffare imperversano. Basta andare in stazione centrale o negli aeroporti di Linate e Malpensa per rendersi conto dei “procacciatori d’affari” che campano rubando corse ai taxi, oppure semplicemente chiedendo al consierge di un qualsiasi hotel un “taxi per l’aeroporto“, immagina di che colore arriverà quel “taxi“. Eppure, sorpresa, i radiotaxi milanesi funzionano alla perfezione, dati alla mano c’è solo un fisiologico “no taxi” dello 0,7% nel radiotaxi a cui sono associato. E allora mi dici tu quale sarebbe la non “raggiungibilità del servizio“? Forse l’utente non raggiunge il servizio taxi perché viene deviato da abusivi e caporali vari. Vorremmo un’azione seria indagativa e repressiva delle forze dell’ordine, ma sai cosa ci rispondono? Che sono carenti d’organico! Questa è la realtà, il resto sono chiacchiere da perditempo/interessati vari.

  5. Marco, non mi riferivo alla situazione milanese, facevo un discorso più generale e rispondevo a bruno, che sembrava suggerire che se i taxi regolari ci sono non si aprono spazi per quelli abusivi.

  6. Bene Lucone: numeri per capire prime di cianciare a vanvera as usual. A Parigi i taxi costano meno e lavorano 11 ore anzichè 10. L’orario giornaliero è quando gli pare perchè il turno parte quando attaccano il tassametro, purchè lo abbiano staccato almeno 12 ore prima. Ci sono tassisti proprietari di licenza come noi, e schiavi, di solito neri, della grande compagnia di taxi che affitta sulle 24 ore alla modica cifra di 4:700 euro al mese a coppie di derelitti disposti a lavorare 7 su 7 pur di mangiare. Eppure i tassisti incassano molto di più di noi perchè le tratte sono mediamente più lunghe. Quanto all’impossibilità di trovare taxi la notte, io che mi muovo solo in taxi, a Milano come a Parigi, li ho sempre trovati e pure cordiali, nonostante la pessima fama, come sempre basta rispettare il tassista e non trattarlo come il tuo schiavo per pura educazione se non altro. Chiudo con la mia totale solidarieta ai colleghi d’oltralpe.

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