Milano – Trasporti, buco in bilancio da 100 milioni

moving-animated-swirling-space-black-holeda milano.corriere.it Un «buco» da 100 milioni di euro per il trasporto pubblico. Una voragine di cassa che, in assenza di interventi dello Stato o di economie di scala con la Regione, renderà inevitabili nuovi aumenti dei biglietti. È questa l’entità del disavanzo creato ogni anno nelle casse di Palazzo Marino dalle nuove linee gestite da Atm. La cifra è stata comunicata ieri dall’assessore alla Mobilità, Pierfrancesco Maran, durante la seduta congiunta delle commissioni Bilancio e Mobilità. «Nel 2010 il contratto di servizio per gestire tutte le linee costava 600 milioni, e con gli introiti delle tariffe e il contributo statale di 300 milioni si copriva tutto. Oggi – ha spiegato Maran – con le nuove tratte della M3 fino a Comasina, della M2 fino ad Assago, della M5 e dei servizi in più attivati con Area C, il trasporto pubblico costa circa 700 milioni, e dallo Stato ne arrivano 285. Nel 2013 la differenza fra il costo del servizio e le entrate dalle tariffe e dai contributi statali è di 100 milioni e noi di fatto copriamo il buco dello Stato».

IL BUCO – Un ammanco che in bilancio, ha chiarito, «per 25 milioni copriamo con i proventi di Area C, per 15 milioni, con quelli della sosta e con i contributi per il car sharing. Il resto, 75 milioni, lo paga il Comune con poste di fiscalità generale». Solo il servizio della M5, ha rimarcato, pesa per 39 milioni di euro: «Oggi costa così, domani quando aprirà il resto della linea ne costerà 100» e per questo «qualsiasi scelta si faccia per Atm, l’unica cosa che non si può più fare è restare così. Un’azienda con questo budget non sta sul mercato». All’orizzonte la gara per la gestione del servizio nel 2017.

POLEMICHE DELL’OPPOSIZIONE – Ma le parole di Maran, per il consigliere d’opposizione Manfredi Palmeri, sono «gravi e lontane dai numeri veri». «E sono anche in conflitto con le scelte del Comune – rincara Palmeri – perché non si capisce proprio perché ha voluto scaricare su Atm il peso inaspettato di un mutuo di oltre 200 milioni per l’acquisto dei treni e perché, negli ultimi giorni, ha voluto sottrarre all’azienda 55 milioni di dividendi». «DA STATO E REGIONE 40 MILIONI» – L’assessore si è soffermato poi sulla M5. «Sta indebitando una generazione – ha detto – Noi ci prendiamo le colpe per aver aumentato le tariffe ma abbiamo fatto un lavoro rilevante affinché i nuovi servizi gravassero il meno possibile sul piano tariffario. Milano cresce ed è l’unica città in Italia a tenere in piedi il trasporto pubblico con il 42% di contributi statali». La richiesta del Comune da Stato e Regione è «di almeno 40 milioni». Tra le possibilità per migliorare i conti, Maran ha ipotizzato «economie di scala con l’unione fra Atm e Trenord».

INTERROGAZIONE SU AMAT – La commissione ha richiesto l’audizione del presidente dell’Atm, Bruno Rota. E l’opposizione va all’attacco e mostra le tabelle di bilancio: «Basta guardare la progressione degli aumenti da tariffe da qui al 2015 – dice Riccardo De Corato, di Fratelli d’Italia – per verificare che gli aumenti del biglietto sono già decisi». De Corato ha presentato inoltre un’interrogazione su Amat, l’agenzia della mobilità. «Può contare su 40 persone tra ingegneri e tecnici – denuncia – eppure sono state affidate due collaborazioni ad altrettante società».

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