Come aggirare la Legge 21/92

da gadget.wired.it titolo originale: Tutte le app per chiamare taxi e auto a noleggio

bassottiDa New Taxi a Uber, passando per ezDriver e YourpersonalJames, i servizi di ride e car sharing nazionali e locali: la mobilità urbana è in pieno mutamento. Ecco una panoramica su come salire a bordo via smartphone o web. È come aggiungere parecchi petali alla striminzita margherita dei trasporti urbani. Forse è questo a sfuggire a chi spesso polemizza contro i nuovi servizi che, in varie salse e diverse sfumature, ti consentono di prenotare, chiamare all’istante o condividere e affittare un posto in auto. Ci si attacca a cavilli e regolamenti, (quasi sempre) legittimi, ma si perde per strada il potenziale.

Gestire la mobilità in maniera intelligente, anzi smart come ci piace dire, per le amministrazioni locali passa infatti anche da qui. Cioè dalla compresenza di più opportunità, in quel passaggio virtuoso in cui basta mezzo minuto su un’app o un giro su un sito, per sfruttare un’alternativa in più, arrivare prima o meglio, bypassare un problema della metro, salvarsi una domenica pomeriggio, alleggerire vagoni e autobus. O anche, perché no, rovesciare la logica verso un modo di muoversi on demand.

Nella torta delle auto è la fetta del noleggio con conducente (semi) low cost la più popolata. Ma non mancano nuove soluzioni per chiamare un taxi o quelle, forse più note, raccolte sotto l’etichetta del ride sharing e del car pooling. Ecco una rassegna dei servizi attivi in Italia. Con qualche chicca che potrebbe presto arrivare dall’estero al seguito dei battistrada.

Taxi
Niente più telefono per chiamare un’auto gialla. Che poi gialla non è più da tempo. Basta l’app di NewTaxi ( iOS, gratis, servizio ideato da Michele Amori attivo anche via web) per scoprire la macchina più vicina, con tutte le caratteristiche specificate, dai posti ai metodi di pagamento. Operativo con oltre 200 auto su Roma e presto a Milano e Genova, funziona così: ordini la corsa in un tap e segui il percorso del veicolo sulla mappa, con un refresh dettagliato ogni cinque secondi. Dall’altra parte il conducente sa già dove sei, non devi spiegargli nulla. Per te è gratuito, al tassista costa 79 cent a corsa dopo un periodo di prova.

Chi potrebbe sopraggiungere a farle concorrenza? Hailo, già presente in 12 città, da Tokyo a Londra.

NCC
Per molte ragioni è il business più ricco di offerte. Su tutte la californiana Uber, l’ormai chiacchieratissimo servizio di chiamata per berline di lusso attivo in 40 città del mondo (in Italia a Milano, Roma e a breve a Firenze e Torino) che ha suo malgrado incassato da poco il provvedimento della giunta meneghina sull’obbligo di partenza dalle autorimesse e sui prezzi definiti. Guerriglia fra tassisti, NCC e autisti che hanno deciso di aderire al network a parte, il servizio ruota intorno al motto “un autista privato per tutti”: scarichi l’app ( iOS, Android, Windows Phone: gratis), ti registri e il gioco è fatto. Paghi l’elegante corsa con i dati della carta di credito, lasci un giudizio sull’autista, niente problemi di soldi, tempo o calcoli sull’orario.

Sulla stessa linea l’italiana ezDriver, che intende invece evitare il muro contro muro. Il CEO Tommaso Lazzari (che arriva proprio da Uber) e il responsabile marketing Giovanni Stella, i due cofondatori, sono infatti partiti puntando al dialogo con autorimesse e sindacati. Scarichi l’app ( iOS, Android: gratis), prenoti in due colpi, tieni d’occhio l’auto, se vuoi puoi parlare con l’autista e ovviamente paghi via carta di credito.

Un po’ diverso dai precedenti, anche perché punta di più sulla pianificazione, è YourpersonalJames: in questo caso, un po’ come per una stanza d’hotel o un volo, devi prenotare la corsa in anticipo. E solo via sito. Diverse le modalità della start-up capitolina firmata da Federico Assenza e Giacomo Grisanzio: dal pick-up in aeroporto alla partenza passando per il Grand Tour, la disponibilità per tutta la notte o l’intera giornata e qualsiasi altro tipo di evento. Si punta, evidentemente, a recuperare un paradigma classico di NCC con l’aggiunta di una gamma d’offerte più ricca e acquistabile giorni prima. Attivo per ora a Roma, Milano, Firenze e Varese.

Ride sharing
Che non è il car sharing, sia chiaro. Quello consiste in una flotta di auto – gestite da consorzi privati o da amministrazioni pubbliche – utilizzabili a fronte di un abbonamento. Ne prelevi una, la usi per il tempo definito, la riporti negli stalli dedicati e dopo di te servirà ad altri abbonati. Nel ride sharing, invece, chiunque può mettere a disposizione uno strappo sulla propria auto per tagliare spese e condividere spostamenti brevi o lunghi. Alla base, rispetto alle categorie precedenti, c’è uno spiccato fondo etico e sociale: risparmiare non solo soldi ma anche CO2. Dall’estero i servizi più interessanti sono Lyft e SideCar.

Da noi c’è BlaBlaCar ( iOS, Android, Windows Phone: gratis) network per trovare un passaggio in tutta Europa da un milione di utenti registrati. Nato nel 2010 come postoinauto.it, punta su semplicità e sicurezza: foto, nomi reali, feedback stile eBay per sapere sempre in che macchina salirai o chi prenderai a bordo.
Idem o quasi per un altro tassello internazionale operante in Italia, Carpooling.it ( iOS, Android: gratis). Forte dei quasi cinque milioni di utenti in tutto il Vecchio Continente, dalla Germania alla Grecia, il funzionamento è più o meno analogo: inserisci o cerchi un viaggio, valuti il prezzo (quasi sempre ultra low cost se non volontario) e prenoti il tuo posto in compagnia.
Questi i più diffusi, ma ce ne sono anche altri come RoadSharing, CarFriends o il meno convincente CarPoolWorld.

Car Sharing
Infine il car sharing, l’auto condivisa per eccellenza. Non il passaggio o il viaggio su un mezzo altrui, ma su una della comunità o di un gestore privato. Il quadro è più complesso, visto che molte città italiane hanno attivato – con dimensioni, sviluppi ed esiti sensibilmente diversi – servizi del genere. Si parte da Milano, dove è stata appena attivata la seconda parte di Car2Go ( iOS, Android: gratis) con 150 Smart ForTwo, che diventeranno 450 a settembre: ora la registrazione è gratuita (così come 30 minuti d’affitto), dopo il 30 settembre costerà 19 euro una tantum.
Rispetto a GuidaMi, il parallelo servizio comunale che fa parte del network nazionale Io Guido, il car sharing targato Daimler – diffuso in 26 città fra Europa e Nord America – prevede corse illimitate e la possibilità di lasciare l’auto in qualsiasi parcheggio pubblico. Costa 14,90 euro all’ora (50 chilometri inclusi) o 59 euro al giorno.

Il tribolato car sharing romano, flotta da 122 mezzi alcuni dei quali elettrici, costa invece 100 euro all’anno per l’abbonamento individuale oppure 2,67 euro all’ora per un’auto grande. A Torino, per fare ancora un esempio, sono 120 le auto e sono in arrivo altre 20 vetture elettriche per il CarCityClub. In quasi tutti i casi l’immediatezza delle app viene ovviamente meno: bisogna seguire procedure per registrarsi, consegnare documenti e siglare contratti.

2 commenti

  1. Hanno ricordato tutto meno che l’ovvio, legale e gratuito radiotaxi. E le colonnine? Da usare quando è finito il rotolo.

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