Roma Taxi e Uber si fronteggiano a suon di petizioni (più fesserie più o meno fesse a ruota libera)

va_55_taxi_vs_Uda: romaeilsuofuturo.blogspot.it Continua il braccio di ferro tra Uber e le compagnie di taxi. La prima, di fronte alle accuse che le vengono rivolte di violare la normativa in materia di trasporto pubblico non di linea, ha deciso di coinvolgere i clienti, chiedendo loro di firmare una petizione  che invita il sindaco di Milano a dichiarare legittimo il servizio svolto dalla società americana. Le seconde, ovviamente, premono per il contrario, forti delle leggi che regolano il settore.  Qui  la loro petizione, che ha già raggiunto le cinquecento firme. Per le cooperative dei tassisti, com’è noto, Uber viola alcuni punti della legge 21/1992 e, per quanto riguarda Milano, della legge regionale 11/2009.  Le criticità maggiori, sostengono, sono due:  1. il divieto di stazionare sul suolo pubblico per le macchine NCC;  2. il prezzo della corsa che, a differenza di quanto accade con gli NCC,  non viene concordato preventivamente con l’utente.

A me sembra comunque che questa vicenda dimostri ancora una volta la scarsa capacità di parecchi tassisti  (non di tutti, è chiaro)  di accettare la libera concorrenza. Oltretutto, a ben vedere, la questione non avrebbe neppure motivo d’essere, visto che Uber si rivolge ancora ad un pubblico di fascia alta o addirittura altissima. 1   La società americana offre servizi di qualità superiore rispetto a quelli proposti mediamente dai tassisti  (basti pensare alle limousine fiammanti e agli autisti in giacca e cravatta che ti aprono lo sportello della vettura), servizi che però costano e non sono certo alla portata di tutte le tasche. D’altronde, anche il mondo dei taxi si sta attrezzando con nuove tecnologie per competere con le società più agguerrite.  Vorrei citare almeno  www.newtaxi.it, per ora disponibile soltanto a Roma e con un numero di auto piuttosto modesto  (poco più di centocinquanta).
Come ho già avuto modo di scrivere, io credo che i tassisti  (e ne ho incontrato di eccellenti), anziché perdere il loro tempo in polemiche che lasciano il tempo che trovano, debbano pretendere dal Comune e dal governo tutte quelle facilitazioni in grado di rendere il loro servizio veramente accessibile a tutti, a cominciare dai disabili.  A fronte del deserto totale, in tema di servizi, che una città come Roma offre ai disabili, i tassisti potrebbero diventare i loro angeli custodi, gli unici in grado di prendersi cura di loro, di garantire a migliaia di persone colpite da patologie che impediscono una deambulazione normale, la possibilità di potersi spostare sul territorio senza problemi e a prezzi ragionevoli. Che cosa aspettano a stipulare con le associazioni che tutelano i disabili  (ad esempio FISH)  accordi che garantiscano agli iscritti sconti significativi per muoversi in città, soprattutto se devono recarsi nei luoghi di cura ?  Che cosa aspettano ad instaurare con il singolo cliente disabile un rapporto di fiducia, basato sul rispetto e la collaborazione, che assicuri al tassista un introito certo e al disabile la possibilità di vivere in modo quasi normale senza dover spendere cifre terribili per spostarsi sul territorio?  Si rendono conto i tassisti della gratitudine che riceverebbero dai disabili ?  Si rendono conto che sarebbero considerati dai disabili i loro salvatori, appunto, i loro angeli custodi ?
D’altra parte, io ritengo che Roma sia una megalopoli talmente sterminata e così carente di mezzi pubblici  (bus, tram, metro, ferrovie urbane e regionali), che ci sia posto per tutte le società private che offrono servizi di trasporto su gomma: taxi, NCC, Uber, Your Personal James e altre aziende che si stanno preparando per entrare nel mercato.
Le cooperative di taxi dovranno affrontare la concorrenza, ma dallo loro hanno almeno due punti di vantaggio:
a. la stragrande maggioranza dei romani ignora sia l’esistenza dei servizi NCC che di quelli offerti da Uber e simili;
b.  il loro parco macchine  -soprattutto se ci si riferisce a cooperative come 3570 e  6645-  è decisamente superiore a quello delle società ricordate sopra  (3570 dispone di circa 3.700 auto e si pone al vertice del settore, sia a Roma che a livello nazionale). 2
Se non penseranno ad adattarsi al mercato, proponendo nuovi e più innovativi servizi soprattutto per quelle categorie non così ricche da potersi permettere un maggiordomo alla guida di una Mercedes, ma neanche tanto malmesse da dover prendere l’autobus  (su cui comunque spesso non potrebbero neppure salire, perché le loro condizioni fisiche non lo permettono), le cooperative dei taxi saranno in ogni caso penalizzate dalla concorrenza, quella esistente e quella futura  (penso ad esempio ai cinesi, già oggi padroni di una fetta rilevante del commercio capitolino).
Anziché mobilitarsi contro Uber, perché non chiedono al Comune quello che ho già ricordato in un post recente ?  E perché  (per aggiungere almeno un’altra richiesta)  non pretendono  dai loro Call Center una maggiore efficienza?  È  mai possibile che il cliente, dopo aver composto il numero della compagnia, debba aspettare al telefono per quasi dieci minuti prima che rispondano ?  Ed è possibile che lo stesso cliente, dopo aver comunicato la sua posizione, debba attendere altri dieci minuti prima che gli facciano sapere che sta arrivando un taxi ?  Tutto questo quando nelle vicinanze esistono almeno due parcheggi con autisti che aspettano magari da un’ora una chiamata.  A chi serve un Call Center che funziona in questo modo ?  Certo non al cliente.  Ma non serve neanche al tassista, che pure paga fior di abbonamento per avere la radio nella vettura.

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1   I prezzi praticati da Uber in genere sono superiori del 30 %  rispetto a quelli dei tassisti, anche se, come evidenzio sopra, la qualità del servizio è spesso migliore.  D’altra parte, nei giorni di sciopero dei mezzi pubblici   (a Roma almeno quattro volte al mese), Uber assicura sconti interessanti sul prezzo finale.

2    Per inciso, Uber non fornisce alcun numero di telefono, come si apprende dal suo sito:  (” We do not currently have a phone number, but we respond quickly to email and tweets…”.)  , il che non mi sembra particolarmente pratico.

6 commenti

  1. buone riflessioni da parte di chi non conosce la realtà delle nostre associazioni,altro che cooperative ,quà siamo all’individualismo più sfrenato e la coop la facciamo solo con la nostra famiglia,Argomenti di recupero lavoro possibili,difatti nel settore handicap non esiste il servizio a chiamata,ma solo a contratto ,a quanto a suo tempo mi riferirono addetti al settore,ma lo vedi tù attrezzare un taxi al trasporto disabili?Ormai per i costi la famiglia usa il taxi come mezzo di trasporto e sarebbe non dignitoso usare una vettura attrezzata,credo onestamente che sia necessario comunicare tra noi questo tipo di messaggi provenienti dalla socjetà.ho personalmente sentito rispondere a un presidente associazione disabili dal presidente ATM di Milano che essendo il costo oneroso per l’azienda i disabili dovevano arrangiarsi a cercare altre soluzioni. doloroso ammettere che la nostra aridità ci permette di arrivare a questi limiti e mi auguro che quelli che tra noi hanno sensibilità riflettano e si cerchi assieme qualche soluzione.

  2. Evidentemente è così piove colpa del taxi non ci sono mezzi e colpa del taxi eccolo un altro che attacca la pezza , non dice che viola tutte le leggi in materia di trasporto noo ma va e colpa del taxi naturalmente,non vedo l’ora di quel giorno che sarà tutto l

    ibero come volete voi e poi vediamo minimo €10 a km se no vai a piedi

  3. Concordo su qualcosa, su altre no. Comunque certamente i servizi per i portatori di handicap, vanno migliorati, comunque qui a Roma, siamo abbastanza al passo coi tempi, una nota centrale radio ha diversi taxi per trasporto handicap. Personalmente volevo anch’io una vettura trasporto disabili, piccolo problema… La sponda per far salire le sedie a rotelle costa 8000 Euro, a cui va aggiunta una vettura alta, tipo Fiat Doblo “tetto alto” – Fiat Scudo che costano uno sproposito sulle 25.000 Euro. E come ben saprete, il nostro è un servizio pubblico di nome ma non di fatto, ossia non ci da niente nessuno.

  4. Hai ragione khoolas, questa è la prima e ultima volta che ci interesseremo alle inutili e offensive sbrodolate di questo blog.

  5. Un’accozzaglia di falsità probabilmente scritte da un prezzolato o più semplicemente da un disinformato totale che si arroga il diritto di sputare sentenze su una intera categoria di onesti lavoratori. le disonestà (purtroppo presenti come in tutte le categorie) vengono severamente punite dalle commissioni disciplinari a cui gli utenti puntualmente si rivolgono, tutto il resto è spazzatura puzzolente Anche qui possiamo raccogliere qualche spunto interessante per una class action che lasci un duraturo segno ai posteri fustigatori per professione.

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