Roma Tassisti sconfitti Tutti fuori dal consiglio

Roma_O_Morte (2)Il derby dei tassisti finisce 0 a 0: tutti fuori

da rassegnastampa.comune.roma.it Bittarelli e il proverbio II leader del 3570: «Al ballottaggio ci regoleremo così: chi ci sposa ci è compare. Voteremo chi fisserà 2 o 3 obiettivi dei 100 giorni a noi graditi» Il 1o giugno, comunque vada il ballottaggio, non ci saranno i «tassinari» a festeggiare (o rumoreggiare) in piazza del Campidoglio. La categoria che nel 2008 appoggiò compatta Gianni Alemanno stavolta s’è presentata in ordine sparso. E i risultati, viste le preferenze rastrellate dai candidati tassisti, sono stati più che deludenti: quasi inesistenti. Segno che il popolo al volante, in grande maggioranza, o è rimasto a casa o si è guardato bene dal sostenere i «suoi» rappresentanti. Berruti-Massullo-Morana: il «derby» si giocava su questi nomi. Il primo, Maurizio Berruti, consigliere uscente forte dei 2.900 voti di 5 anni fa, passato anche per l’esperienza di delegato alla Casa che poteva far presumere una crescita del suo bacino elettorale, si è fermato lontanissimo dalla soglia: 448 voti. Al punto che è arrivato addirittura secondo. Roberto Massullo, tassista del «3570», lanciato dal capo, Loreno Bittarelli, nella lista di Alfio Marchini, ne ha infatti presi 502. Pochi. Quasi niente, se si considera che i soci del radiotaxi (ai quali aggiungere amici e parenti) sono 3.500.

«Il nostro cambio di linea politica – ammette il flop Bittarelli – è stato troppo repentino: la categoria, orientata verso destra, aveva bisogno di più tempo per spostarsi al centro o più in là…». Già, cosa farete adesso, al ballottaggio? La risposta mixa politi-chese e adagi campagnoli della natia Umbria: «Contano i contenuti, non le ideologie: voteremo chi fisserà due o tre obiettivi dei ioo giorni a noi graditi. Chi ci sposa, insomma, ci è compare». E vabbè. Non festeggia neanche Marco Morana, «espressione» dell’Unica-Cgil: ha rastrellato 65 preferenze, quint’ultimo nella «civica» di Marino. «La priorità – aveva detto alla vigilia – è ridare lustro al nostro mestiere di una volta, sull’esempio di mio padre: il tassista che ti è amico, a cui affidi i figli per portarli a scuola o un pacco di soldi da consegnare, fidandoti della sua serietà, onestà, professionalità…». Bel programma: da attuare, a questo punto, non in aula Giulio Cesare ma nel lavoro di tutti i giorni.

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