La posta in gioco

clochardIl signore della foto scattata ieri in Corso Buenos Aires, una delle vie più importanti e centrali di Milano, Italia, probabilmente non si è appassionato più di tanto alla campagna elettorale e come lui i 15-20 mila senza tetto che dormono per le strade e mangiano alle mense della Caritas e del Pane Quotidiano. I tassisti che passano incessantemente su e giù per la città lo sanno bene e a volte capita persino di doverlo spiegare ai clienti stranieri (e non) che si stupiscono delle lunghe file di persone vestite di stracci, berretti e scarpe da tennis in paziente attesa.

Il signore fra l’altro è italiano, a smentire chi sta per partire in automatico con il riflesso razzista che allontana da sè immediatamente la paura di finire, se  tutto andasse proprio malissimo, anche lui in saldo  lì  in corso Buenos Aires o sotto i ponti della stazione centrale in pieno inverno. PROBABILMENTE NON SAREBBE LI’ SE CI FOSSE AD ESEMPIO UN REDDITO DI CITTADINANZA, ma come ben sappiamo non c’è. Qui il lavoro se lo perdi te lo devi comprare impegnando la casa dei tuoi genitori e c’è ancora qualcuno che ti vuole togliere anche quello. Lo fa per il tuo bene: è gente che ha studiato,  che sa che per strada in compagnia scatta un fattore psicologico per cui si sente meno il freddo e si sta più allegri.

Si tratta di modernizzare il paese, di portarlo finalmente nel “range” delle nazioni con alti tassi di produttività, di liberare e liberalizzare il “mercato” del lavoro e tutti i settori  “protetti”, di far “ripartire” la locomotiva Italia. Si tratta insomma di quelle “riforme” che tanto piacciono a degli strani individui ben vestiti e perfettamente pettinati che non si accontentano di vivere negli agi non si sa bene a che titolo, o magari semplicemente perchè sono stati fortunati di avere stipendi quasi sempre pubblici, o pagati con soldi pubblici e poi pensioni d’oro, si tratta insomma di persone che possono persino provare compassione per il signore della foto. Non tanta da aprire il borsellino però, in fondo ognuno ha il suo, è questione di merito.

Sono individui che possono ragionevolmente essere certi che nè loro, nè i loro figli, nè i loro nipoti potranno MAI diventare poveri. E se per caso ci parli, ammesso che ti ascoltino, ti spiegano con un sorriso di condiscendenza (che significa: che cosa mai puoi capire tu bifolco d’un tassista) che “l’Europa, il progresso, gli inevitabili costi sociali della modernità…“.

Ma si può, sempre con gentilezza, con garbo e magari in inglese, farli scendere dal taxi.

9 commenti

  1. Credo che l’educazione venga sempre al primo posto e sia alla base della civile convivenza. La maleducazione porta inevitabilmente al menefreghismo verso chi sta peggio ed è molto più diffusa negli strati “elevati” ( si badi bene solo in termini economici ) della società.
    Proprio ieri ho scaricato una coppia di giovani rampanti in via Palermo; quando ho preso la valigia, pesante, della giovane donzella snob e gliel’ho allungata con cortesia NON ricevendo nemmeno un semplice grazie, ho realizzato che il livello di dignità di questi nuovi arricchiti è infinitamente minore rispetto ai senzatetto o alle prostitute da strada.
    Sarò giovane, ma è la prima volta che mi succede e d’ora in poi non avrò pietà di loro. Dei ricchi. Dei mantenuti.

  2. Ci vuole cuore e compassione per entrambi.
    Il primo, mi fa vergognare di vivere in questo paese succube di una globalizzazione senza più rispetto per i ceti deboli e in difficoltà.
    I secondi sono la degenerazione della nostra specie, quella umana, essi non vedono oltre le loro scarpe e borse alla moda, quindi poveri di spirito e destinati alla noia eterna.
    Grazie K, il tuo post é un messaggio importante che tutti dovrebbero cogliere, non solo i tassisti.

  3. Ma è possibile che non lo abbiate ancora capito noi siamo solo dei tassisti la feccia della feccia scarto umano e ignoranti,io odiò quando arriva il pezzente di turno e appoggia il suo culo sulla mia macchina e poi senza educazione appoggia i piedi sul bracciolo dove io appoggio il mio gomito per questi elementi io ho deciso di smettere di fare questo lavoro, continuerò a ripeterlo dobbiamo compraci tutti quanti la Fiat punto del 1900 così da dare un servizio di ***** alla gente di ***** non si meritano confort e auto nuove. Ultima cosa odio i clienti che provano a prenderci in giro dicendo che la volta prima avevano speso meno e la corsa e sempre la corsa minima 12,50 € che dopo più di un ora a linate ti viene voglia di morire.

  4. Il messaggio di Khoolas è piuttosto chiaro: occhio a chi votiamo. Pensiamo e ripensiamo bene il nostro voto, consci soprattutto dei precedenti dei signori che ci chiedono il loro voto. Non ci vuole molto, basta far funzionare il cervello per un minuto, poi possiamo tornare alle corse, ai problemi, ai debiti.

  5. Alberto sei giovane, ti assicuro che dopo qualche anno di questa vitaccia ti viene la grinta necessaria per non fare neanche passare per l’anticamera del cervello di quei signori strafottenti che non solo sei un bifolco tassista, ma, in quanto tale, sei pericoloso quando ti arrabbi.

  6. ilmessaggio di koolass è molto chiaro,se non stiamo più attenti a come ci muoviamo e gestiamo siamo pronti ad allungare la fila dei frati di c.so Concordia,prospettiva molto reale anche quando andiamo in pensione se non siamo stati accorti.
    Ad Alberto,molto deluso e incazzato dico che avendo fatto altri lavori e subito molte umiliazioni davanti a bancari strafottenti,a compratori esigenti,alla vita difficile in ogni lavoro sia da titolare o dipendente dico che fare il tassista e tornare a farlo è sempre stata una gioia per la libertà che abbiamo e che ci dovremmo godere,risultato economico a parte e conoscendo i colleghi senz’altro più di tè tiassicuro che ci sono tante perle nascoste tra di loro.

  7. I signori suddetti vivendo nei loro attici protetti da uno stuolo di filippini che gli puliscono anche il **** non sono abituati a ricevere sonore pedate in ****. Se sarà il caso inizieremo a dargliele. E i filippini a casa probabilmente ci aiuteranno completando l’opera

  8. Martano condivido TUTTO quello che hai scritto.
    Grazie di esistere!
    Martano for President!

  9. milano 32:mi metti in imbarazzo ,non amo per niente le poltrone e preferisco stare seduto in platea o condividere con altri la responsabilità delle scelte.Ringrazio anch’io di esistere e cerco di trasmettere ai giovani quel poco di esperienza ,perchè stando alle statistiche e alle probalità di vita è meglio che mi sbrighi………

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