Chi è che ha descritto i taxisti come delle piovre?

schiacciareSi dice spesso che l’Italia è un paese intraducibile all’estero. Nel senso che non è spiegabile a gente normo-datata che vive oltre il nostro confine. Una delle cose paradossali e inspiegabili, ad esempio, è sicuramente la crociata contro i tassisti che, se è divampata anche in questi giorni, non è certo scoppiata solo in queste settimane ma va avanti da almeno un decennio (e già questo la dice lunga su questo amato ma anche assolutamente inspiegabile Paese). Sarebbe bello sapere chi è stato il primo che ha gridato all’untore al tassista. Forse è stato un deputato o un funzionario del parlamento che aveva avuto un diverbio con un tassista o che aveva dovuto aspettare troppo una corsa (magari perché il centro di Roma, come capita un giorno sì e l’altro pure, era bloccato da qualche manifestazione sindacale o politica che, ovviamente, deve essere autorizzata nelle vie che mandano in tilt l’intero centro dell’urbe; altrimenti che soddisfazione ci sarebbe). Sta di fatto che i taxisti sono stati trasformati nel fusibile dell’intero sistema politico sociale. Già anni fa, i taxisti erano finiti nella famosa (e inconclusa) lenzuolata predisposta dall’allora ministro dell’industria (e oggi segretario del Pd) Pier Luigi Bersani. Per capire che i tassisti non siano responsabili del disastro economico del paese, né che, bastonandoli, si riesce a raddrizzare la baracca che ha ben altre zavorre nella sua stiva, basta guardarli in tv mentre protestano. Sono dei lavoratori, dei lavoratori veri, anche se la Triplice sindacale non li riconosce come tali.

Forse perché lavorano troppo: 320 giorni l’anno. O forse perché, quando si ammalano, non guadagnano nulla. O forse ancora perché hanno orari di lavoro che vengono fissati da altri e non tengono conto, non solo dei giorni festivi, ma nemmeno delle notti. O forse perché, al contrario di dipendenti pubblici che, dopo qualche anno sulla strada, ottengono di poter lavorare in ufficio, loro, i taxisti, sulla strada ci rimangono fino al momento in cui andranno in pensione, sciatica o no che, com’è noto, è solo un affare loro. In effetti, i taxisti sono, per la Cgil, (e un po’ meno per Cisl e Uil) un cattivo esempio. Sono colpevoli di laboriosità e di dedizione. Vanno isolati, puniti, tartassati, isolati. Questa demonizzazione della categoria ha finito per far emergere, fra i taxisti, i peggiori, quelli più esagitati, più oltranzisti, meno affidabili. Gente specializzata, non a trattare, ma a far saltare il tavolo. Che poi sono quelli che non hanno accettato il rinvio, ragionevole, di parte del governo, a una futura definizione da parte di un Authority del conflitto esistente.

(P. Magnaschi – “Italia Oggi” – 24.1.2012)

6 commenti

  1. Non sempre una corsa è solo una corsa e basta, perchè quando tra tassista e cliente si instaura un dialogo propositivo, a fine corsa qualcosa resta a entrambi: questo è avvenuto un po’ di tempo fa, nel taxi di Sierra44 e il suo cliente, il direttore del quotidiano economico “Italia Oggi”. Grazie per aver fatto accadere tutto ciò.

  2. vediamo se le altri parti politiche (o sono ormai la stessa?) vorranno, coi fatti, rendere più giustizia contro questo accanimento verso una categoria di “troppo” lavoratori e senza specifiche tutele sociali

  3. Giusto per ricordare a chi di dovere:

    Archivio > AdnAgenzia > 2007 > 02 > 27 > Economia > TAXI-CNA-FITA-AMSTERDAM-FA-RETROMARCIA-SULLA-DEREGULATION 102720

    TAXI: CNA FITA, AMSTERDAM FA RETROMARCIA SULLA DEREGULATION
    Roma, 27 feb. – (Adnkronos) – Tariffe in crescita, livelli di efficienza e di affidabilità in flessione. La città simbolo della liberalizzazione nei servizi di Taxi, quella citata ad esempio per giustificare anche tentativi di radicalizzazione nel processo di deregulation, ingrana la retro marcia: il municipio di Amsterdam ha infatti annunciato in queste ore la decisione di reintrodurre, a partire dal giugno prossimo, una forma di regolamentazione nel servizio di auto pubbliche. A sottolinearlo in una nota e’ la Cna-Fita, organizzazione di settore che raggruppa circa 7.000 tassisti. ”I fatti -sottolinea il responsabile nazionale Maurizio Longo- ci stanno dando ragione”.

    Il comune di Amsterdam, spiega la Fita, ha preso atto che la liberalizzazione, nel corso del tempo, ha generato un quadro da “selvaggio west”, privando gli utenti oltre che gli stessi tassisti delle condizioni minime di garanzia. Con la nuova regolamentazione vengono reintrodotte norme relative alla trasparenza delle tariffe, all’impossibilità di rifiutare le corse, agli standard del conducente (deve conoscere il territorio e deve rispondere a regole comportamentali precise); viene inoltre fissato un nuovo regime di rilascio di licenze e sugli standard del servizio vigileranno dalle 7 del mattino alle 4 di notte ispettori in borghese. (segue)

    Archivio > AdnAgenzia > 2007 > 02 > 27 > Economia > TAXI-CNA-FITA-AMSTERDAM-FA-RETROMARCIA-SULLA-DEREGULATION-2 103027

    TAXI: CNA FITA, AMSTERDAM FA RETROMARCIA SULLA DEREGULATION (2)
    (Adnkronos) – Ad avviso di Longo, ”contrariamente a quanto sostenuto da molti ‘esperti dell’ultima ora’ il caso Amsterdam conferma la validità del modello regolamentare ed organizzativo italiano; modello che, dopo la riforma Bersani, richiama le amministrazioni locali alla messa a punto di sistemi operativi che potrebbero essere via via più efficienti nella misura in cui saranno progettati e pensati sulle effettive necessità delle realtà locali”.

    ”Il tanto citato studio della Banca d’Italia sulle liberalizzazioni -conclude Longo- si è rivelato inesatto ed incompleto: le fonti di raccolta dei dati sono scarsamente verificate, sono sbagliati i rapporti percentuali taxi/abitanti, coì come le comparazioni delle tariffe; peraltro nello studio non si tiene conto dei livelli di sicurezza cui il servizio deve essere soggetto: i minicab londinesi, che non sono taxi ma bensì vetture sprovviste di tassametro il cui servizio parte dal garage in quanto non possono sostare in piazza, hanno prodotto nel 2005 circa 450 denuncie per molestie sessuali”.

  4. Bell’articolo, tutto umano e rispondente alla situazione reale di una categoria di lavoratori massacrati dai media schiavi dei poteri forti, quasi da “lacrimuccia Forneriana” visti i precedenti che ci disegnano come dei delinquenti al volante pronti a scannare il cliente di turno….peccato però per quelle ultime due righe : “……che poi sono quelli che non hanno accettato il rinvio, ragionevole, di parte del governo, a una futura definizione da parte di un Authority del conflitto esistente…”; mi spiace ma la “ragionevole” ipotesi di un’Authority accentantrice che assegnerà random, a pioggia, un numero indefinito di licenze, dimostra che il giornalista autore dell’articolo, ha compreso il lato umano della nostra categoria ma non certo le peculiarità del lavoro che svolgiamo, che deve obbligatoriamente rimanere collegato alla realtà territoriali nel quale viene svolto

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