12 commenti

  1. Dal momento che i media dopo più di un mese di linciaggio senza contradditorio sembrano cominciare ad interessarsi a noi COME CATEGORIA, FACCIAMOGLI VEDERE CHE, A DIFFERENZA DELLO SPREAD, NOI SIAMO UN INSIEME DI PERSONE, DI ESSERI UMANI CON AFFETTI VIVI COME FA IL COLLEGA DELLA FOTOGRAFIA. ANZI NEL CASO DOVESSIMO STARE IN CENTRALE ANCORA PER UN PO’ PORTIAMOCI PURE MOGLI E FIGLI SE NON FA TROPPO FREDDO, così cominciamo ad abituarci tutti al futuro che hanno in mente per noi.

  2. I giornalisti prezzolati quelli li capisco. Ognuno è libero di vendere come crede la propria anima al diavolo. Ma i lettori, le persone che hanno un normale lavoro, magari in un ente pubblico, in una grande azienda, che pena vederli ripetre litanie che criminalizzano lavoratori in lotta, senza sapere nulla, a pancia piena, fregandosene delle mogli e dei figli, di quei tizi al freddo da dodici ore per difendere l’articolo uno della costituzione, il diritto delle persone al lavoro. Senza capire che molti di quei tassisti sono già stati licenziati e hanno impegnato la casa per comprare un diritto, e che domani potrebbe toccare a loro. Senza capire che la prima manovra ha colpito i tassisti più di loro se non altro perchè fanno il pieno ogni giorno. Sempre pronti a bruciare streghe, untori, zingari, ebrei chiunque, basta sfogare la frustrazione contro la propria vita insoddisfacente e meschina contro un capro espiatorio

    Inviato da khoolas Repubblica il 13 gennaio 2012 alle 20:05

  3. Fatemi capire,cosa succede con un decreto bL….to come preannuncia il governo.Il 20 corrente mese passa il decreto liberalizzazioni Cè tempo utile dopo quella data per apportare modifiche?

  4. dani65 » Il decreto vorrebbero presentarlo con un giorno di anticipo (il 19). Su un decreto bL….to non è possibile presentare emendamenti ma solo apporre un voto di fiducia che sia un si o un no. I tempi tecnici per la votazione o l’approvazione del decreto per poi trasformarlo in legge, non devono supere i 60 gg pena la decadenza dello stesso.

  5. Ancora un commento di marco cedolin preciso puntuale nei confronti di quel giornale che se fosse il solo giustificherebbe l’abolizione della libertà di stampa:

    venerdì 13 gennaio 2012
    Repubblica istiga alla guerra fra poveri

    Marco Cedolin

    Nessuno avrebbe potuto nutrire qualche dubbio in merito al sostegno offerto dal quotidiano Repubblica al decreto sulle liberalizzazioni, dal momento che il giornale di De Benedetti riveste il ruolo di supporter mediatico dell’usuraio Mario Monti, vero e proprio capofila del giornalismo d’accatto al servizio delle banche e della finanza.
    A stupire pertanto non è la vile condiscendenza con cui sulle sue pagine viene trattato l’argomento, bensì il vero e proprio linciaggio mediatico al quale sono stati sottoposti stamane i tassisti che protestano nel tentativo di difendere il proprio posto di lavoro, che la stampa politicamente corretta è usa definire privilegio.
    Sul sito web del quotidiano campeggiano titoli come “Rivolta selvaggia” e “Violenze contro le auto circolanti”…….

    mentre viene dato il massimo risalto ai disagi (a detta dei vari pennivendoli drammatici) ai quali sono andati incontro gli sventurati clienti. E al contempo viene pubblicizzata una fantomatica protesta degli utenti su twitter, costituita dalle discussioni nate sul social network fra clienti scontenti e tassisti arrabbiati, riportando i testi delle discussioni più utili a fomentare una guerra fra poveri.

    Proprio la guerra fra poveri e l’ormai abituale (accadde già ai tempi del decreto Bersani) criminalizzazione dei tassisti sembrano essere i veri obiettivi di Repubblica, che per l’occasione sputa veleno in quantità industriale.

    Ogni genere di protesta sociale, dal NO al TAV, agli operai in fase di licenziamento, ai cittadini che verranno asfissiati dall’inceneritore, ai tassisti che saranno costretti a dare da mangiare pane e Monti alla propria famiglia, determina un qualche tipo di disagio.
    E non potrebbe essere altrimenti, dal momento che in questo disgraziato paese, dove i cittadini che cercano di fare valere i propri diritti ricevono sistematicamente manganellate e lacrimogeni in faccia, l’unica “strada” rimasta per far sentire la propria voce è quella del blocco della circolazione (diretto o indiretto che sia) con conseguenti disagi per tutti gli altri cittadini.
    Proprio all’interno di questo contesto, i pennivendoli di esperienza sanno come muoversi, affinché le fiamme della guerra fra poveri spengano ogni vagito di ribellione.

    Cittadini criminali senza cuore quando scioperano o bloccano una strada per difendere il loro futuro, e cittadini assurti al ruolo di eroi quando protestano perché costretti a perdere tempo prezioso imbottigliati nel traffico. Eroi fino a quando? Senza dubbio fino a quando non accadrà anche a loro di dover difendere il proprio posto di lavoro o la propria salute, nel qual caso trasmuteranno in un battibaleno allo status di criminali senza cuore che vivono di solo egoismo.

    Ma dal momento che l’istigazione alla guerra fra poveri non può limitarsi a produrre solamente indignazione momentanea e oltretutto i clienti dei taxi sono in fin dei conti una parte minimale della popolazione, Repubblica offre altre perle, finalizzate a fomentarla in un ambito più ampio ed articolato.
    Le liberalizzazioni, stando ai titoli del quotidiano al servizio dell’usura, garantiranno l’aumento di un punto e mezzo di Pil (cosa aspettate a fare la ola?) e un risparmio di 900 euro l’anno. Il tutto certificato da Ezio Mauro, statene certi, il bengodi del futuro sta arrivando ad alta velocità, avete già comprato il biglietto?

  6. cari colleghi scrivo per dire non mollare ******* non vi fermate alle minacce dell’ Authority perchè non abbiamo nulla da perdere ci vediamo lunedì a Roma . O monti ci ascolta oppure ****************************************************************************************************************…

  7. Aggiungo che nella società moderna, in cui l’individuo è scisso sistematicamente in diversi ruoli, a seconda che abbia a che fare con un potere o l’altro, con i rapporti di produzione o con il sistema giuridico, con i concittadini o con i colleghi, il ruolo di consumatore è l’identità parziale che viene attualmente esasperata per utilizzarne il potenziale ideologico. Avete dei diritti se siete dei consumatori, ma dal punto di vista della produzione i diritti sono scomparsi, a meno che non siate i padroni delle ferriere. E’ una visione parziale e limitata quella che viene propinata all’opinione pubblica. Guarda caso i cittadini sono anche produttori e prima o poi si ritrovano a fare i conti col potere. Il consumo crea la produzione, ma la produzione crea il consumo e i nuovi bisogni. Il ciclo non può essere compreso in modo parziale, a meno che non ci si affidi alla religione neoliberista per cui il mercato lasciato libero, come per incanto, trova tutti gli equilibri per risolvere ogni problema. Repubblica vuole solo allettare il consumatore che c’è in tutti noi per scatenare la guerra tra poveri. Ormai siamo abbastanza svegli da sapere che per risparmiare qualcosa bisogna innanzi tutto avere un reddito e lavorare per guadagnarselo.
    Non siamo mica tutti dei Pa***ni Gr**fi. (sono sufficienti gli asterischi?)

  8. grazie Leo. A quel punto facendo affidamento alle poche nozioni in mio possesso, non vedo ampi margini, se corrisponde a realtà l’eventuale incontro per il giorno 17 gen.tra governo e i nostri sindacati nel caso tutto rimanesse come ora.

  9. Bisognerebbe rispondere a una semplice domanda: “Chi ci guadagna?”

    Ci stanno rapinando.

    Noi perderemo il valore della nostra licenza per la quale abbiamo fatto e stiamo facendo enormi sacrifici e in più non riusciremo più a guadagnare quel tanto per poter vivere e nemmeno quel tanto per poter sopravvivere.

    Ma è un problema tutto sommato di pochi (40.000) individui. “Echissenefrega” risponderà infatti l’italiano medio dal cervello su cui si sono calcificate le false informazioni fino a creare una vera pista da ballo dove giornalisti senza pudore ballano il Tip-Tap, accompagnati da un’orchestra dove suonano musicisti un po’ desueti, dal repertorio un po’ limitato: liberismo, liberalizzazioni, libero mercato (è curioso come una parola cosi splendida come LIBERTA’ abbia generato concetti così terribili).

    Diciamo pure che quello dello scippo di denaro è un problema del tutto trascurabile.

    Prendiamo allora il foglietto del salumiere (ammesso che ne esista ancora qualcuno al di fuori della grande distribuzione) e facciamoci due conti:

    prima voce:
    se il mercato è libero e la mia licenza non ha più alcun valore, laddove lo Stato incassava il 23%
    dalla sua vendita (la solita disinformazione fa intendere che tutto si svolga in modo carbonaro) ora incassera il 23% di 0 che, almeno in questa parte dell’universo, vale 0.

    seconda voce:
    la liberalizzazione non porterà a una diminuzione delle tariffe. Laddove le liberalizzazioni sono avvenute è accaduto esattamente il contrario. Secondo me non era necessario provarlo sul campo, perché è evidente che se l’entrata è da dividere tra un maggior numero di soggetti e le uscite restano invariate, per garantirmi un minimo di sussistenza o agisco sulle entrate aumentando le tariffe o diminuisco alcune uscite tipo manutenzione e pulizia del veicolo o assicurazione con meno garanzie a meno che non mi si annulli dal punto di vista sociale come in Irlanda. No Thanks! Io credo nella dignità del lavoratore, sarò antico, ma fino a quando un meteorite non mi schiaccerà, continuerò ad affermarlo. Valore 0.

    terza voce:
    Se dovesse essere applicato quello che ho letto del decreto legge che ci riguarda, finiremo inevitabilmente nella no tax area, quindi addio studi di settore, addio inps, inail, camera di commercio.
    E’ brutto morire di fame pensando che comunque lo Stato su di noi potrà contare 0 ma questo è quello che avverrà.

    quarta voce:
    Coloro che hanno contratto un mutuo con la banca (sono tanti) per acquistare la licenza (qui sono smentiti quelli che sostengono che la transazione di una licenza è fatta di nascosto) non potranno più pagare le rate.
    E’ vero che la banca potrà rivalersi su quanto è stato dato in garanzia, ma credo che alla banca interessi di più rientrare dal prestito concesso. Anche qua siamo a 0.

    Quindi 0+0+0+0=0

    E allora, chi ci guadagna?

    E’ una domanda semplice.
    Come è una domanda semplice questa (non ricordo più chi l’abbia posta) “Se chiudi le fabbriche e sposti la produzione in luoghi dove la produzione costa meno perchè le persone sono sottopagate e non hanno diritti e non potranno acquistare ciò che producono, come non lo potrà fare chi hai licenziato, (alcuni economisti dicono “liberare le energie”, che brutti individui) a chi vendi le cose che hai prodotto? Qui aggiungo un’ulteriore domanda: ”In un mondo dove chi comanda e detta le leggi è una finanza che si basa non su ciò che è reale ma sul fumo virtuale di numeri che hanno lo stesso valore dei responsi della Sibilla Cumana, ha più importanza che la fabbrica degli pneumatici produca pneumatici e che la produttrice di latte produca effettivamente latte?

    Ci sarà mai una risposta sincera che superi i soliti “vaffa “e i soliti “siete una casta, una lobby che si sta parando il c**o”?

  10. (è curioso come una parola cosi splendida come LIBERTA’ abbia generato concetti così terribili)
    la liberta’ e’ come l’aria,la salute o i soldi,piu’ se ne parla e meno ce ne’.

    ”In un mondo dove chi comanda e detta le leggi è una finanza che si basa non su ciò che è reale ma sul fumo virtuale di numeri che hanno lo stesso valore dei responsi della Sibilla Cumana, ha più importanza che la fabbrica degli pneumatici produca pneumatici e che la produttrice di latte produca effettivamente latte?
    I derivati valgono 10 economie mondiali,prima o poi sara’ il krak planetario:
    http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/06/11/i-derivati-valgono-10-economie-mondiali-e-la-regolamentazione-resta-lontana/117519/

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