Alessandro, tassista a Berlino

berlin_taxiSalve, mi chiamo Alessandro e sono un tassista italo-tedesco che lavora a Berlino. Ho 34 anni, ma posso considerarmi veterano, avendo cominciato giovanissimo alla fine degli anni ’90 a svolgere questo mestiere.

Proprio negli anni ’90 è avvenuta la liberalizzazione delle licenze. A numero chiuso le licenze in circolazione erano poco meno di 6.000 e il valore sul mercato nero era di circa 80.000 DM per unità. Già allora i tassisti sostenevano di passarsela male e chiedevano una riduzione delle licenze in esercizio. La giunta comunale di Berlino non ci stette e deliberò una liberalizzazione selvaggia, emettendo nuove licenze a chiunque ne facesse richiesta per le sole spese di segreteria e amministrative di circa 200 €. Per i tassisti già titolari di licenza, non ci fu nessun tipo di indennizzo.

Gli auspici di questa liberalizzazione erano uguali a quelli attualmente in circolazione in Italia, maggiore concorrenza, più occupazione, tariffe più basse, servizi migliori e naturalmente ricorreva nell’immaginario collettivo, fomentato dai media, la figura del tassista disonesto che preferisce lucrare su poche, care corse e farsi uno stipendio spropositato grazie al suo monopolio. Nei mesi successivi alla liberalizzazione, si ebbe un assedio alle licenze, aumentando oltre di mille unità. Questo fece crollare gli incassi. Un diurno, lavorando 60 ore la settimana, incassava 1.700/1.800 € al mese, un notturno 2.200/2.300 €. Non bisogna essere esperti del settore, per capire che con tali incassi è difficile non rimetterci, figuriamoci guadagnarci qualcosa.

Il dogma liberalista vuole che uno che non rientra nei costi, chiude baracca e si mette a fare il muratore o il cuoco, a Berlino non è andata proprio cosi. È cominciata una lotta per la sopravvivenza, combattuta con tutte le armi, anche illegali. Clienti raggirati, tassisti che rifiutano corse brevi, evasione fiscale aumentata, le officine per restare nel mercato hanno dovuto offrire ai tassisti il servizio di manipolazione dei contachilometri, dato che questo ai tempi era l’unico strumento che il fisco usava per sorvegliare i tassisti.

I posteggi, già stracolmi prima, non riuscivano più a ricevere i nuovi taxi, si sono create dappertutto doppie file che regolarmente bloccavano strade e gli accessi alle stazioni e aeroporti, con i conseguenti interventi della polizia fioccavano le multe. I tassisti hanno anche cominciato a dare "mance" agli infermieri degli ospedali, col risultato che ormai nessun corsa lucrativa che esce da un ospedale, va ad un tassista casuale, ma solo ad uno che ha prima pagato. Lo stesso è successo con le centrali taxi, con tanti centralinisti corrotti che passavano gli corse solo ad alcuni.

Il parco macchine in generale è andato a deteriorarsi, Berlino è diventato un mercato d’importazione per i rottami messi fuori uso in città come Monaco, Stoccarda e Francoforte che hanno ancora il numero chiuso delle licenze. Prima queste macchine venivano esportate in Africa o nell’Est europeo.

Molti hanno dovuto abbandonare, specialmente i tassisti onesti e "fessi", che hanno continuato a lavorare regolarmente, mentre quelli tendenzialmente più disonesti hanno avuto la meglio e si sono imposti con metodi illegali.

Nel giro di un paio d’anni, molte licenze sono state restituite, per un periodo il numero delle licenze totali era addirittura inferiore a quello a numero chiuso, solo che ormai il danno era già stato fatto e gli incassi non sono tornati ad essere gli stessi di prima.

Durante questo periodo abbiamo perso un’importante fascia di clienti, le tariffe non sono diminuite, al contrario, sono aumentate sensibilmente, come mai prima. Mentre a numero chiuso, le tariffe tenevano il passo con l’inflazione, per tentare di compensare il crollo degli incassi dovuti alla liberalizzazione, hanno aumentato le tariffe a ritmi più che doppi rispetto l’inflazione, facendoci perdere ulteriori clienti.

Attualmente la quota fissa di partenza è di 3,20 €, i primi sette km costano 1,65 €, dal settimo in poi si paga 1,28 €, l’incasso effettivo per km occupato si aggira sui 2 €, mentre quello per km percorso 0,95-1 € per un notturno, e 1,10-120 € per un diurno. La tariffa, che io considero adeguata e forse con più lavoro potrebbe anche essere abbassata, entro giugno verrà ancora sensibilmente aumentata.

Spulciando fra le tariffe italiane, ho visto delle cifre oscene, oscenamente basse, tipo i 92 centesimi di Roma e come se non bastasse un rapporto taxi/abitanti altissimo e questo nel paese più motorizzato al mondo dopo gli USA.

Io non ho idea di come ci si possa tirare fuori uno stipendio decente a queste condizioni. Trovo assurda la campagna iniziata dai media, allo scopo non di informare fornendo numeri e fatti, ma di suscitare odio nell’opinione pubblica verso una categoria che deve fungere da capro espiatorio, per coprire i soliti noti.

Spero che terrete duro e facciate valere le vostre ragioni.

13 commenti

  1. Grazie. Alessandro grazie. Finalmente si comincia a sapere la verità.

    I suicidi dei tassisti Irlandese vengono negati! Ci hanno fatto credere che a Berlino il taxi piovesse giù dal cIelo al semplice alzarsi del ditO E CHE FOSSE QUASI REGALATO!

    Ci hanno riempito la testa di cazzate e le hanno infilate nel cervello delle masse!

    Stampate questo articolo, spendete 10 euro a testa e fatene qualche centinaio di copie da distribuire ai clienti.
    E’ ORA DI FINIRLA DI CRIMINALIZZARCI, SIAMO BRAVE PERSONE E NON VOGLIAMO DIVENTARE CRIMINALI PER SOPRAVVIVERE!!!

  2. A Berlino ci sono stato nel 2009. Mi sono subito meravigliato del numero impressionante di taxi fermi ai parcheggi. La cosa tragica era che passando e ripassando accanto ali postaggi taxi, anche dopo molti minuti, i tassisti in fila erano sempre gli stessi. Ho capito subito che la categoria, lì, fa la fame. La sera i taxi girano continuamente nelle strade in cui ci sono locali, birrerie, ristoranti sperando di acchiappare al volo un cliente. Ho preso il taxi un paio di volte e costa, a occhio, più di Firenze. Oltre tutto a Berlino c’è un sistema di trasporti pubblici che comprende: metropolitana, tram, stadtbahn (metropolitana pesante su tracciato ferroviario), bus e rete micidiale di piste ciclabili. Cosa resta al tassista?

  3. Marco ho la mail di questo ragazzo di dublino che ho caricato l’altra sera, lavora in italia ed è disponibilissimo a fornirci una testimonianza del disastro delle liberalizz. in irlanda, suo padre ex taxidriver. Tu sai argomentare sicuramente meglio di me, potresti provare a fargli scrivere qualche cosa, è una persona davvero in gamba. Un vero celtico de fero. ciao

  4. Grazie x questa Tua testimonianza DIRETTA Alessandro mi AUGURO che questa TUA possa venire letta da……CHI di DOVERE!! grazie grazie grazie!!!!!!!!!!

  5. Federico TO 10:

    Grazie x questa Tua testimonianza DIRETTA Alessandro mi AUGURO che questa TUA possa venire letta da……CHI di DOVERE!! grazie grazie grazie!!!!!!!!!!

    Inviata via mail all’On. Gasparri, nonchè all’On. Cicchitto.
    FACCIAMO TUTTO QUELLO CHE SI PUO’ FARE!!!!!

  6. Marco, io andrei anche più in là: se tu o altri riusciste a contattare Alessandro e convincerlo a girare un breve filmato (videocamera, telefonino, basta che sia chiaro) con qualche conferma (tradotta da alessandro) di suoi colleghi berlinesi che confermano la cosa, potremmo far girare il video sul web. Lo stesso sarebbe molto interessante se arrivasse da qualche altro paese. Il raffronto in diretta con testimonianza filmate, farebbe molta più presa di uno scritto.

  7. E’ una storia purtroppo nota.
    Se chiedete a qualsiasi persona per strada se è giusto liberalizzare il servizio taxi vi risponderà di si….chiedetegli quante volte prende un taxi, se va bene un paio di volte all’anno.
    Ma “l’opinione pubblica” detta legge.

  8. Beh, i colleghi berlinesi sono assai pochi. Il 38% dei taxi è in mano ai turchi, per non parlare degli arabi, persiani ecc. E non tutti parlano la lingua, per molti basta per dire, “tu dire, io guidare”, poi ci sono quelli che passano il navigato re direttamente in mano al cliente, in modo che possa digitare la via di destinazione.
    Ogni tanto, per farmi un paio di risate accendo il baracchino e lo metto sul canale del servizio, per ascoltare un po le richieste dei colleghi verso il centralino. Chiedono informazioni su dove sono situate stradi principali conosciute da qualsiasi turista oppure Hotel a 5 stelle centrali come L’Hilton o il Mariott.
    I reduci dei tempi a numeri chiusi non sono molti, la stragrande maggioranza ha abbandonato. I tassisti abilitati a farlo, che hanno superato l’esame, sono il quadruplo delle licenze circolanti. Il tassista medio, lo fa da un paio d’anni, poi se non è tenace, vuole uno stipendio decente guadagnato in modo legale, si scoccia e si cerca qualcosaltro, ultimamente va di moda il tassista talebano, con il barbone alla bin laden e la tuta integrale bianca con gonnellina, oppure, incredibile ma vero, la tassista donna col velo dietro al taxi, ne ho già viste un paio ultimamente, una decina d’anni fa impensabile.
    Queste cose sono comunque ben note, e supportate dalle statistiche.
    È anche andata a farsi benedire la solidarietà fra colleghi. Le regole tra noi, secondo le quali non si superano taxi liberi che camminano, non si carica in prossimità di parcheggi ecc. non vengono più rispettate. Se cammini libero a volte devi fare 70/80 kmh per non farti superare da un collega aggressivo oppure vedo sempre più spesso, taxi in giro sciacallare nei pressi di posteggi, addirittura si mettono nei semafori a fianco e quando passa un cliente diretto verso il prima della fila, non partono manco al verde, nella speranza che salga da lui e siccome il cliente solitamente se ne frega, per risparmiare due passi e 5 metri, sale sul primo taxi che trova.

  9. Ho anche parecchi dubbi sul quanto possa servire informare. Moltissimi sono fermamente convinti che i tassisti abbiano la licenza per stampare soldi, spesso capita, scendendo dal taxi, che estranei si rivolgano a me, dicono che anche loro vogliono fare i tassisti e ovviamente chiedo quanto si guadagna, se rispondo in modo veritiero, magari anche dimenticandomi dei mesi morti in cui si guadagna poco e niete, passi per bugiardo. Questo succede anche con amici e parenti. Inoltre nel dibattito italiano, i fatti non contano niente, la maggior parte non ha mai preso un taxi, però tutti sanno che per prenderlo bisogna fare un mutuo. Si vuole solo macellare una categoria sull’altare della crisi.

    Gli italiani poi hanno un rapporto tutto particolare col taxi, a Berlino fino a qualche anno fa, era la seconda nazione di provenienza dei turisti e ho avuto parecchio a che fare con loro. Sono in genere molto più educati, specialmente dei Russi e Inglesi che ormai mi rifiuto di caricare, ma sono estremamente diffidenti, non danno mance, chiedono quasi sempre il prezzo prima di salire e durante le corse li sento come parlano, si aspettano sempre che li truffi e ogni svolta è un giro che faccio a loro discapito.
    L’inverno scorso di notte mi salgono sul taxi due coppiette romane. Dovevano andare all’Hotel col bus notturno e aspettare mezzora, siccome la temperatura era sui -15 hanno preso malvolentieri un taxi. Una di queste era contrarissima ed è stata praticamente costretta dagli altri, si aspettava un salasso di 60-70 €, uno ha cercato di traquillizzarla dicendo che magari ce la caviamo con 50 €. La corsa era poco meno di 7 km. Arrivati a destinazione il tassametro segna 14 € esatti. Erano convintissimi che i 14 € erano da pagare a testa, infatti stavano sborsando più di 50 €. Forse perchè nel loro immaginario di chi il taxi non lo prende mai, non era concepibile che un taxi costasse meno di 50 €. Io gli ho fatto capire che i 14 € erano complessivi. Allegri e sbalorditi pagano e scendendo dicono frasi tipo ” qui si che sono onesti, a Roma avremo speso molto di più” e magari tornando in Italia vanno pure a raccontare che a Berlino i taxi costano molto meno che a Roma. Invece, guardando le tariffe, a Roma avrebbero speso non di più, ma probabilmente di meno, solo che non prendendo mai il taxi perchè “sono tutti ladri” non possono saperlo.

    Avessero preso il bus, avrebbero pagato 2,30 € di biglietto a testa, complessivamente 9,20 €, aspettando al freddo, mettendoci un ora al posto di 10 minuti e viaggiando in compagnia di ubriaconi ed extracomunitari e questo nonostante i prezzi dei pubblici siano fortemente sovvenzionati dal contribuente con centinaia di millioni di € all’anno.

  10. Alex hai ragionissima! Il vero sport italiano è parlare a vancera senza sapere un tubo.

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