Taxi, scatta lo sciopero selvaggio «A rischio le licenze, ci fermiamo»

taxi--180x140La protesta dei tassisti è arrivata improvvisa. Spontanea: dalla Centrale e Linate, a Malpensa. «Hanno bocciato tutti i "nostri" emendamenti, fermiamoci». Una protesta quindi non organizzata, né prevista, partita e conretizzata con il passaparola, poco dopo le nove di ieri sera. Parte dagli aeroporti, dove le auto bianche si limitano a «caricare» famiglie con bambini e portatori di handicap. Si blocca il servizio in aeroporto, la Polaria scende per verificare cosa stia succedendo, la situazione è tranquilla per quanto riguarda l’ordine pubblico. Ma il rischio più grave è che sabato, nel secondo giorno di blocco delle auto per lo smog, uno sciopero taxi mandi in crisi il trasporto in città. Per sabato mattina è stata già fissata una riunione plenaria di tutti i sindacati di categoria.
LA MOBILITAZIONE – Uno sciopero dei taxi era stato già fissato per il 16 dicembre, ma bisognerà capire quanto prenderà piede la mobilitazione «selvaggia» come quello partito all’improvviso ieri sera e che dagli aeroporti si è allargato alla stazione Centrale, a Cadorna e ad altri punti della città. Parola d’ordine: «È un esproprio». I tassisti si riferiscono alla parziale liberalizzazione, introdotta dal governo Monti, con una norma che dice: «È abrogato il divieto di esercizio di una attività economica al di fuori di una certa area geografica». I tassisti temono che attraverso questo passaggio si arrivi alla libertà di andare a lavorare ovunque, con una qualsiasi licenza (secondo Palazzo Chigi non si tratterà di questo). Dietro l’interpretazione delle regole (ieri alcune proposte di modifica sarebbero state bocciate in Commissione parlamentare), i sindacati dei taxi vedono il rischio di perdita di valore delle proprie licenze. Spiega Giovanni Maggiolo, Unica-Taxi Cgil: «Chi si è "comprato" un posto di lavoro durante la crisi, magari ha dovuto ipotecare la casa per un investimento nella licenza da 180 a 200 mila euro. I tassisti rischiano di perdere tutto e per questo sono spaventati».

fonte: milano.corriere.it 9/12/2011

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