Tutti gli emendamenti dell’ articolo 3 DDL 2887

A completamento del post precedente segnalo che la commissione 5a di Bilancio al Senato, ha acquisito i documenti relativi agli emendamenti dell’ Articolo 3 della Manovra Finanziaria Tremonti bis. Per quanto riguarda il trasporto pubblico locale, sono state recepite le modifiche richieste al comma 11, con l’integrazione della clausola di esclusione.

Sul sito del Senato Italiano, è disponibile il download  di tutti gli emendamenti all’articolo 3 in formato PDF (cliccare qui per scaricare): trattandosi di un file molto grosso (>30 Mb), il download potrà durare alcuni minuti.

Vi anticipo che gli emendamenti al comma 11 (quello che ci interessa più da vicino) li trovate fra pagina 122 e pag 125. I firmatari sono i Senatori GRANAIOLA(PD), GIARETTA(PD), ALLEGRINI(PdL), CICOLANI(PdL). Qui sotto l’immagine relativa all’emendamento di ALLEGRINI (pag 124), assimilabile alla proposta inoltrata da URITAXI (vedi post).

emendamento allegrini art3 al comma 11bis

 

32 commenti

  1. Si ma non è che ci devono escludere perchè per la nostra professione serve l’iscrizione al ruolo, ci devono escludere perche noi non centriamo niente cribbio!!!!!!!

  2. Sembra che la spinosissima questione sia momentaneamente risolta. Ma per quante altre volte dovremmo aspettarci simili pericolosissimi attacchi?? Se qualcuno sa rispondermi e’ pregato gentilmente di farlo. Notte a tutti! Taxi Firenze.


  3. Andrea:

    Si ma non è che ci devono escludere perchè per la nostra professione serve l’iscrizione al ruolo, ci devono escludere perche noi non centriamo niente cribbio!!!!!!!

    Non tutti gli emendamenti dicono la stessa cosa, leggili e vedrai che avrai un quadro di insieme più completo


  4. Gabriele:

    Sembra che la spinosissima questione sia momentaneamente risolta. Ma per quante altre volte dovremmo aspettarci simili pericolosissimi attacchi?? Se qualcuno sa rispondermi e’ pregato gentilmente di farlo. Notte a tutti! Taxi Firenze.

    Risolta mica tanto! E’ risolta la questionedella presentazione degli emendamenti, nel senso che sono stati presentati in tempo e protocollati. Andranno quindi discussi tutti (art 3 a parte, sono oltre 1300!!!) e dubito che riusciranno a farlo “rispettando i tempi” come assicura Berlu. Il Governo ha comunicato che NON ricorrerrà al voto di fiducia… vedo nasi che si allungano… vedo… che servirebbe davvero la sfera di cristallo.

  5. il fatto che siano 2 senatori della maggioranza e 2 dell’opposizione mi fa ben sperare…si può sapere meglio che tipo di legame hanno con il “nostro” mondo?

  6. Thomas » Chiedi troppo. Per questi approfondimenti culturali ti mando sul sito dell’ottimo Remo (Varese55) http://blog.libero.it/55varese55/ di Roma che potrebbe prima o poi (se non lo ha già fatto) svelare l’arcano. Noi non ci occupiamo di politica (almeno fino a che la politica non ci pesta i piedi).

  7. Ma allora possiamo cominciare a dormire meglio o bisogna aspettare ancora….!!! Secondo voi bisogna essere positivi??

  8. Ho letto tutti gli emendamenti presentati all’articolo 3, quello che ci potrebbe riguardare. Qualche motivo per alimentare una cauta speranza effettivamente sussiste. Ma teniamo conto che un emendamento, di per sé, non significa nulla. Dev’essere tradotto in legge perché abbia efficacia. E questa è una certezza che per qualche giorno non avremo ancora. Vigilare e pazientare. Però, colleghi, vorrei mettervi in guardia da un grave errore: non pensiate che passata la paura di quest’ultimo mese si possa poi tornare a vivere e lavorare sereni. Non intendo spaventare nessuno, ma una lettura attenta del contesto politico, economico e sociale, sia italiano che internazionale, suggerisce numerosi motivi di apprensione. non finirà qui. come non finì ai tempi del decreto bersani. la legislatura si chiuderà nel 2013, quindi poco più di un anno. e non si ha certezza sulla possibilità di resistenza di questa maggioranza. ciò significa che presto potremmo trovarci nuovamente nell’occhio del ciclone. Come tutti voi spero che questa malaugurata ipotesi non abbia a verificarsi. Ma cosa faremmo se dovessimo nuovamente trovarci di fronte al problema? Non vi pare sia giunta l’ora di affrontare la questione una volta per tutte? Coraggiosamente e finalmente rinunciando al gioco in difesa per adottare una strategia più determinata. Credo siamo tutti concordi nel ritenere che non ci lasceranno in pace. Il settore, purtroppo, dovrà sopportare dei cambiamenti. Ma non sarebbe preferibile giocare un ruolo attivo nella creazione dei nuovi equilibri? Il nostro futuro sarà migliore se accetteremo la sfida che i tempi ci impongono e, soprattutto, se saremo capaci di essere protagonisti nel disegnare gli assetti futuri del nostro mestiere. Certo dovremo impegnarci in un’opera di mediazione. E non avremo la certezza dei risultati. Ma cosa abbiamo da perdere, visto che chiunque prova a toglierci tutto? Credo che dovremmo immediatamente richiedere ai nostri rappresentanti di animare un confronto serio all’interno della categoria per delineare i possibili, futuri sviluppi del settore. Un vero e proprio congresso nazionale dei tassisti, per fare il punto della situazione e capire come muoversi in futuro. Forse non sarà facile scardinare alcuni meccanismi, né smuovere personaggi ormai imbalsamati. Ma tanti fatti accaduti nel mondo ci dimostrano che i grandi cambiamenti possono anche verificarsi dal basso, se i vertici non ne sono all’altezza. Perché questo accada è però necessaria la partecipazione diretta di ognuno. Il maggior numero possibile di tassisti deve sentirsi coinvolto nella difesa del proprio futuro. Senza confidare nelle scorciatoie, come quella di credere che sarebbe sufficiente una serie di imponenti manifestazioni ad allontanare le minacce. Servirebbe in parte a farci ascoltare. Ma per portare le nostre rivendicazioni al successo occorrono metodo e capacità di guardare avanti. Vorrei poter credere che, archiviata questa manovra, si tornerà tutti serenamente al lavoro. Non è così. La guardia dovrà restare alta. Molto alta.

  9. Luca, il tuo discorso è anche condivisibile e mi trovi anche d’accordo se si tratta di cambiare per trovare soluzioni tecniche (se fosse questo quello che chiedono), ma politicamente chiedono altro, ed è altrettanto giusto fare un percorso condiviso per non essere calpestati come stanno cercando di fare da ormai troppi anni. Il problema è anche un’altro, che la classe dirigente politica di oggi, sostenuta dai loro amichetti pseudo imprenditori, non necessariamente sarà la stessa in futuro, e non necessariamente sia di uno schieramento piuttosto che l’atro, dipende che aria tira. Una cosa è certa in futuro la mobilità a qualsiasi livello compreso il nostro sarà di estrema attualità ed è sacrosanto essere parte integrante di questo processo di cambiamento, senza necessariamente vederlo come uno stravolgimento, ma un adeguamento ai tempi.

  10. Hai proprio ragione!Dovremmo esser noi a prendere l’ iniziativa e magari proporre qualche soluzione che magari possa col tempo restituirci una nuova immagine e incrementare il lavoro!Siamo comunque una categoria forte, visto il numero di taxi e se riuscissimo ad essere un po’ piu propositivi potremmo evitare di faci venire il coccolone ogni volta che sentiamo la parola liberalizzazione!Ne guadagneremmo anche in salute!Il problema e’ che fino a quando ci sara’ gente che quando arriva il cliente e gli chiede.” mi scusi quanto costa andare a malpensa” e lui risponde gridando:ehhhhh e’ scritto sul vetro!incazzato quasi come se avessero liberalizzato le licenze, dubito che si possa fare qualcosa!

  11. esatto simone. faccio anche una precisazione: non ho verità in tasca. solo la speranza di mettere la parole fine alla fatica di lottare ogni giorno contro ciò che da troppo subiamo. ma so bene che dall’altra parte ci sono personaggi poco disposti a lasciarci le nostre briciole. vogliono anche quelle per sé e non useranno metodi signorili per mangiarsele. non ho l’ottimismo degli stupidi. tutt’altro. ma provo a ipotizzare una reazione parallela, nota bene parallela e non alternativa, alla sacrosanta protesta.

  12. luca » Concordo con te! Se ne usciremo bene, sarà il caso di non continuare a pensare che il tassista abbia sette vite come un gatto, che in ogni caso riesca sempre a cavarsela. Lasciare i brutti ricordi alle spalle con un sospiro di sollievo asciugandosi i sudori freddi sulla fronte è la cosa più facile da fare. E’ però anche la più pericolosa. Chiedere alle organizzazioni sindacali di aprire e animare il confronto all’interno della categoria è cosa ardua se i componenti tutti della categoria, per primi, non sentono come propria e vitale una simile necessità. Occorre dare la massima priorità all’informazione, cercandola, divulgandola, condividendola ad ampio spettro. Non cerchiamo le facili soluzioni o peggio non pretendiamo che qualcuno possa fare per noi qualcosa che potremmo fare benissimo noi stessi: INFORMARSI COSTA FATICA, quasi quanto studiare, ma poi – come per lo studio – i risultati si vedono a lungo termine. Il pensiero/progetto di Luca è molto ambizioso, quasi fantascientifico se ci guardiamo alle spalle e pensiamo come abbiamo lavorato finora e come poco o nulla sia cambiato: mentre il mondo galoppa, noi siamo in affanno e non possiamo di certo permetterci il lusso di fermarci un minuto a riposare.


  13. luca:

    Ho letto tutti gli emendamenti…..

    Passata la buriana della legge ammazza tassisti tante cose andranno discusse. Ora ci conosciamo e cominciamo a fare gruppo, se i vecchi catafalchi non si smuovono ci penserà qualcuno a dargli la sveglia. Tempo al tempo.


  14. Simone:

    Luca, il tuo discorso è anche condivisibile…..

    Penso la stessa cosa e aggiungo che è ora di creare una vera figura professionale del tassista, un po’ come si fa a Londra e dintorni. Basta con le canotte, basta coi bifolchi, basta con le carrette. La gente non ci vuole più così e se il corso di inglese potrebbe anche essere interessante direi che molto più efficace potrebbe essere un corso di buone maniere. Io i clienti li tratto bene e loro trattano bene me, discussioni ne ho raramente e mai nessuna disciplinare vuoi di radiotaxi, vuoi di via Messina mi ha mai richiamato in 21 anni. Non vedo perchè non debba essere la normalità essere normali.

  15. in effetti, parlando da cliente, talvolta ci si trova su taxi assurdi; mi pare fuori lambrate, dopo che mia madre ed io (ai tempi, ero ancora spatentato) siamo stati avvicinati da un abusivo, ricordo d’essere finito su una Stilo jtd 116: ora, già di per se non era quella gran confortevole macchina, ma vibrava da paura e faceva molto più rumore della mia tdi con lo scarico libero. E fin qui, posso pensare che semplicemente la macchina abbia qualche problema a cui prontamente il taxista avrebbe provveduto. Ma c’è un ma: era anche sporca da fare schifo. Che un cliente si trovi su una macchina simile, non è già una cosa buona. Ma che lui, con l’auto sporca all’interno (ingiustificabile) e con evidenti problemi, si sia preso gli stessi soldi di uno col Classe E sempre tirato a lucido, è un’ingiustizia sia verso i colleghi più scrupolosi sia verso il cliente ; )

    Questo, giusto per fare un esempio. Per il resto, sia a milano che soprattutto a pavia, le poche volte che ho preso un taxi mi sono trovato bene (tranne un giorno con gli autobus in sciopero…lì, ho fatto prima ad andare in stazione a piedi xD)

  16. X me visto che in Europa gli stati dove i taxi sono liberalizzati credo siano solo 3(Irlanda Svezia e Olanda ) dovremmo coalizzarci con gli altri stati forti come la Francia ad es formando un parlamentino UE dei tassisti con esponenti dei diversi stati. + siamo uniti e – ci potranno inchia……


  17. Marco:

    Simone:
    Luca, il tuo discorso è anche condivisibile…..

    Penso la stessa cosa e aggiungo che è ora di creare una vera figura professionale del tassista, un po’ come si fa a Londra e dintorni. Basta con le canotte, basta coi bifolchi, basta con le carrette. La gente non ci vuole più così e se il corso di inglese potrebbe anche essere interessante direi che molto più efficace potrebbe essere un corso di buone maniere. Io i clienti li tratto bene e loro trattano bene me, discussioni ne ho raramente e mai nessuna disciplinare vuoi di radiotaxi, vuoi di via Messina mi ha mai richiamato in 21 anni. Non vedo perchè non debba essere la normalità essere normali.

    PAROLE SANTE!
    e basta anche con i sandali da francescano!


  18. luca:

    Ho letto tutti gli emendamenti presentati all’articolo 3, quello che ci potrebbe riguardare. Qualche motivo per alimentare una cauta speranza effettivamente sussiste. Ma teniamo conto che un emendamento, di per sé, non significa nulla. Dev’essere tradotto in legge perché abbia efficacia. E questa è una certezza che per qualche giorno non avremo ancora. Vigilare e pazientare. Però, colleghi, vorrei mettervi in guardia da un grave errore: non pensiate che passata la paura di quest’ultimo mese si possa poi tornare a vivere e lavorare sereni. Non intendo spaventare nessuno, ma una lettura attenta del contesto politico, economico e sociale, sia italiano che internazionale, suggerisce numerosi motivi di apprensione. non finirà qui. come non finì ai tempi del decreto bersani. la legislatura si chiuderà nel 2013, quindi poco più di un anno. e non si ha certezza sulla possibilità di resistenza di questa maggioranza. ciò significa che presto potremmo trovarci nuovamente nell’occhio del ciclone. Come tutti voi spero che questa malaugurata ipotesi non abbia a verificarsi. Ma cosa faremmo se dovessimo nuovamente trovarci di fronte al problema? Non vi pare sia giunta l’ora di affrontare la questione una volta per tutte? Coraggiosamente e finalmente rinunciando al gioco in difesa per adottare una strategia più determinata. Credo siamo tutti concordi nel ritenere che non ci lasceranno in pace. Il settore, purtroppo, dovrà sopportare dei cambiamenti. Ma non sarebbe preferibile giocare un ruolo attivo nella creazione dei nuovi equilibri? Il nostro futuro sarà migliore se accetteremo la sfida che i tempi ci impongono e, soprattutto, se saremo capaci di essere protagonisti nel disegnare gli assetti futuri del nostro mestiere. Certo dovremo impegnarci in un’opera di mediazione. E non avremo la certezza dei risultati. Ma cosa abbiamo da perdere, visto che chiunque prova a toglierci tutto? Credo che dovremmo immediatamente richiedere ai nostri rappresentanti di animare un confronto serio all’interno della categoria per delineare i possibili, futuri sviluppi del settore. Un vero e proprio congresso nazionale dei tassisti, per fare il punto della situazione e capire come muoversi in futuro. Forse non sarà facile scardinare alcuni meccanismi, né smuovere personaggi ormai imbalsamati. Ma tanti fatti accaduti nel mondo ci dimostrano che i grandi cambiamenti possono anche verificarsi dal basso, se i vertici non ne sono all’altezza. Perché questo accada è però necessaria la partecipazione diretta di ognuno. Il maggior numero possibile di tassisti deve sentirsi coinvolto nella difesa del proprio futuro. Senza confidare nelle scorciatoie, come quella di credere che sarebbe sufficiente una serie di imponenti manifestazioni ad allontanare le minacce. Servirebbe in parte a farci ascoltare. Ma per portare le nostre rivendicazioni al successo occorrono metodo e capacità di guardare avanti. Vorrei poter credere che, archiviata questa manovra, si tornerà tutti serenamente al lavoro. Non è così. La guardia dovrà restare alta. Molto alta.

    caro luca,come sono d’accordo con questa tua nemmeno te lo immagini,per non subire gli eventi bisogna saperli anticipare e possibilmente cavalcare,solo cosi’ si puo’ cercare di pilotarli rendendo si,il servizio migliore per l’utenza(inglese,canotte,sandali,auto,ecc.)ma anche e sopratutto anticipare i moti modernizzanti che comunque vada,penderanno sempre sulle teste della categoria al prossimo governo che sara’.Se deve esserci battaglia,che sia quella decisiva,non si puo’ continuare col solito:io speriamo che me le cavo,bisogna preparare il piano X,atto a SEGARE definitivamente le unghie,mani e braccia a chiunque pensi anche solo di di metter 1 alluce nel comparto,bisogna saper reagire a questo giro piu’ con la testa che con il cuore,spiazzando gli avversari,bisogna farlo ORA,i tempi sono maturi e probabilmente questa e’ l’ultima chiamata,dopo non ci restera’ che il famoso MURO DEL PIANTO,sia ebraico che milanese!


  19. RobyVR:

    dovremmo coalizzarci con gli altri stati forti come la Francia ad es formando un parlamentino UE dei tassisti con esponenti dei diversi stati. + siamo uniti e – ci potranno inchia……

    Se l’Europa i salverà nei tempi e nei modi non potrebbere essere una brutta idea.

  20. Sono d’accordo anch’io: se anche questa volta dovessimo scamparla la palla passa a Noi…e se non si dovesse muovere chi di dovere all’interno della Categoria vorrà dire che ci dovremo muovere dal basso.
    Mi fa piacere vedere che lo stesso ragionamento sta prendendo piede anche tra colleghi di altre città…questa è l’ultima volta che suona la sveglia,guai a restare addormentati!

  21. Beppe » Da quando abbiamo cambiato il corso di taxistory trasformandolo in blog ci siamo presi dei rompiscatole, pungoli, populisti e anche qualche invettiva da parte di chi, invece, avrebbe dovuto capire del “perché” c’è questo subbuglio sotto il filo di un’acqua che tanto pare tranquilla.

    Abbiamo anche imparato tanto e visto come funziona la stanza dei bottoni e capito qualche ragionamento che fanno i nostri delegati. C’è molta voglia di fare da parte di qualcuno, sonno da parte di qualcun altro insieme a una certa ipocrisia di fondo mescolata a populismo (in questo caso è proprio il caso di dirlo, caro C.) cerchiobottista che fa molto comodo ma a niente serve.

    Vedremo se piano piano riusciremo a smuovere le coscienze, l’importante è informare, informare, informare. Per i colleghi allergici a internet c’è il tam tam di posteggio, informateli a voce, parlatene, diteglielo: siamo in una situazione molto difficile e dopo (come dicono Luca e altri) non sarà più come prima.

  22. Marco >> Infatti quando ne ho l’occasione cerco di parlare ai posteggi con colleghi che probabilmente non bazzicano internet e mi sono stupito di trovare più riscontro di quanto pensassi sulla delicatezza di questo momento storico.
    Lentamente ma inesorabilmente più persone di quanto si pensi stanno iniziando a mettere a fuoco la situazione a capire chi è la vera minaccia e a percepire(anche magari in maniera grossolana) la necessità di un cambiamento.
    Se paragono il modo in cui sto vivendo questo momento delicato rispetto ai periodi albertini e bersani mi rendo subito conto di che potenzialità ho tra le mani grazie al Vostro straordinario lavoro e ad un ottimo gruppo Facebook:essere informato in tempo reale di ogni novità senza dover aspettare quel triste comunicato appeso su un muro ancora più triste,poter scambiare un’opinione od un’informazione con un collega di un’altra città e scoprire che nella nostra categoria di persone valide,preparate e ricettive ce n’è molte di più di quante si pensi in giro.
    Abbiamo dei mezzi eccezionali nelle nostre mani e se impareremo a diffonderli e ad usarli sempre meglio allora forse potremo avere salva la pelle.

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