Luca: omicidio volontario aggravato

Il pm di Milano Tiziana Siciliano ha chiesto il rinvio a giudizio per omicidio volontario aggravato dalla crudeltà e dai futili motivi per tre persone accusate di aver pestato a sangue lo scorso 10 ottobre il taxista Luca Massari, 44 anni, residente a Torrevecchia Pia, morto circa un mese dopo, l’11 novembre, proprio a seguito della brutale aggressione.


Il pm, in particolare, ha chiesto il processo nei confronti di Michael Morris Ciavarella e dei fratelli Pietro e Stefania Citterio, che colpirono con violenza il taxista, il quale poco prima aveva investito un cane e poi era sceso dalla macchina per scusarsi, ma era stato aggredito. E’ stato chiesto il rinvio a giudizio anche per una quarta persona, accusata di favoreggiamento, perché sentita per due volte dalla Polizia giudiziaria avrebbe mentito per sviare le indagini. Della richiesta di rinvio a giudizio si occuperà il gup di Milano Stefania Donadeo.

Nella ricostruzione dell’accusa, quel giorno di ottobre, in via Luca Ghini, zona sud di Milano, si spiega che i tre aggressori – che potrebbero chiedere al gup di essere processati con rito abbreviato – avrebbero agito con una «furia incontenibile». Sarebbe stato Morris Ciavarella a sferrare «gli ultimi due micidiali colpi» al taxista, «tra cui una ginocchiata in pieno volto sferrata abbassando la testa dell’uomo e una spinta finale, facendolo così cadere all’indietro».

Massari, cadendo, urtò «violentemente con la testa il marciapiede ivi rimanendo privo di sensi». La prima ad aggredire il taxista, invece, stando alle indagini, è stata la fidanzata di Ciavarella, Stefania Citterio, «che si è scagliata contro di lui iniziando a colpirlo con pugni e spintoni», urlandogli «ti ammazzo», seguita da Pietro Citterio, il fratello. I tre sono accusati di concorso morale e materiale nell’omicidio e Pietro Citterio anche di incendio, per aver dato fuoco all’auto di un testimone dell’accaduto il giorno dell’aggressione e di minacce e percosse per aver aggredito un fotografo lo stesso giorno «con una scopa e a mani nude sferrandogli diversi calci e pugni».

fonte: laprovinciapavese.gelocal.it 30/03/2011