Guida turistica a chi?

E’ di questi giorni l’ennesimo tormentone sui tassisti: siamo anche guide turistiche e quindi dobbiamo sapere una lingua straniera? Dobbiamo scarrozzare turisti (quali, visto che Milano è praticamente esclusa dalle gite internazionali a parte qualche fanatico del Leonardo o delle meravigliose bellezze artistiche che abbiamo e che sono tanto ignorate dalle agenzie turistiche?), illustrando la città come una brava guida diplomata, o dobbiamo semplicemente portare a destinazione il cliente?

Il Giorno ha lanciato un’interessante sondaggio. Magari lo faremo anche noi, staremo a vedere l’interesse sulla questione monitorando attentamente l’ennesima fanfaronata.

8 commenti

  1. Di notte facciamo spesso la guida turistica per stranieri, li informiamo sulle prostitute, trans e vari locali equivoci.

  2. Non tutte le informazioni si trovano sulle guide turistiche. L’altra Milano, caro Stefano, è anche quella che dici tu, senza ombra di smentita. Tuttavia per alcuni sembra che esista solo il mondo delle favole (e dell’EXPO ovviamente)

  3. Non credo spetti a noi fare le guide turistiche. Ovviamente, se diciamo di no saremo dipinti come dei lazzaroni atti solo a incassare lauti profitti (se sono così lauti, perché non ci sono cinque milioni di Lombardi iscritti a ruolo?). Se proveremo a farlo, verremo dipinti come i cannibali che vogliono anche gli incassi delle guide. Ma lasciamo le fanfaronate estive, come la divisa dell’anno scorso, al loro ruolo di riempitivo delle pagine. Se se ne parlerà a Settembre, vedremo. — A titolo puramente personale, parlo Inglese e riesco a farmi intendere in Tedesco. Soddisfare la voglia di comunicazione del cliente non solo rende meno stressante la mia giornata, ma si traduce in un decisamente buon quantitativo di mance.

  4. Buon quantitativo di mance??? E dove li trovi tutti questi turisti? Oggi il più “straniero” che ho portato era di Molfetta!

  5. Caro Marco, non sono mica tutti turisti, ma anche uomini d’affari. Semplicemente anglofoni (più che Tedeschi, perché col Tedesco sono al livello richiesto dalla Regione) felici di poter farsi capire, di ricevere una risposta articolata e di essere trattati bene nella loro lingua. Credo si tratti di un fatto emotivo, analogo a quello che fa comprare un oggetto piuttosto che un altro. Non ho indagato, ma forse il sentirsi in un Paese Anglosassone (dove la mancia è un dovere sociale) fa scattare il meccanismo. Poi ho notato che se evito di scaricare al cliente quanto di negativo ho accumulato, ma anzi, riesco a sostenere una conversazione NON del tipo descritto dal Prof. Eco (ossia, l’aneddoto stile “tranche de vie”, avulso dal contesto), ma realmente com-partecipata, la mancia la danno anche gli Italiani (con percentuali minori, ovviamente). Ma questo, immagino, tu lo sappia benissimo. Ad esempio, l’ultimo giorno prima delle ferie (venerdì 6) il 9% del corrispettivo era costituito da mance (ho avuto decisamente fortuna). Con ciò, buona notte e buone ferie.

  6. Sono d’accordo con Lucone. Dopo che ho letto quel famoso libro con le sue 101 storie su Milano mi sono divertita a raccontare quelle che più mi hanno colpito a milanesi e non, turisti e non, stranieri e non… ho visto che alla gente fa piacere, non sempre c’è la mancia (ma se possono qualcosina in più te la lasciano sempre, magari anche pochi centesimi,però ci sono!) e se ne vanno con il sorriso (che per me è la soddisfazione più grande – per chi è un pò più materialista ed ora avrà incominciato a ridermi dietro significa che le persone poi il taxi lo riprendono perchè anche se costa più dell’autobus il tassista è simpatico, il servizio è migliore… io lo chiamo “il principio della riviera romagnola”: il mare è brutto ma vai lì perchè loro son simpatici, ci sanno fare -). Io mi diverto e i clienti pure, se per caso mi capita di sbagliare strada si lamentano meno, lo straniero si sente più a casa e c’è anche uno scambio culturale (io parlo inglese ma con un cliente dopo l’ altro mi sto anche facendo un’ infarinatura di francese, spagnolo e greco), insomma è cosa buona! ma non deve diventare un obbligo

  7. Benissimo ragazzi, fa piacere sentire dalla “base” (o se preferite dalla trincea) che la mancia non è morta. Preferisco la versione di Rachele col suo “principio della riviera romagnola” che mi sembra supporre una spiegazione più umana. In più ho un’innata simpatia per la Romagna e il suo splendido popolo e quindi propendo per la gentilezza e disponibilità che non guastano mai. A proposito di gentilezza oggi mi sono permesso di dare del “rognoso” ad un collega che ha risposto male ad una straniera in via Verri che gli chiedeva informazioni. E’ ora di finirla di fare i malmostosi.

I commenti sono chiusi.