Taxi rosa, forse un flop

Noi non l’avevamo detto per non fare gli uccelli del malaugurio, ma l’avevamo solo pensato. Il taxi rosa è l’ennesimo esperimento farlocco che serve solo a riempire d’aria i polmoni degli strombazzatori. Speriamo solamente che il flop di questa iniziativa non venga addossato ai "soliti taxi introvabili". Semplicemente queste iniziative sono inutili, molto meglio sarebbe pubblicizzare gli aiuti che il comune dà (o darebbe) ai disabili e agli anziani. Nessuno, o perlomeno pochissimi, degli aventi diritto agli aiuti economici per anziani e disabili sa a cosa effettivamente ha diritto. Ricordo che fino ad una quindicina di anni fa i buoni per disabili c’erano, eccome se c’erano e capitava spesso e volentieri di portare  la persona disabile da casa al lavoro e viceversa. Ora non più

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ERA una delle misure inserite nel pacchetto anti-stupri che il Comune annunciò nel 2006, per far fronte all’ escalation di violenze contro le donne di quell’ estate. Rimasto al palo per quattro anni, da tre mesi il taxi rosa è finalmente partito. Ma la sperimentazione finora si sta rivelando un flop. Si è conclusa la distribuzione dei buoni sconto da 5 euro che le donne possono usare da maggio fino a settembre sulle auto pubbliche (ma solo su quelle della cooperativa 8585), dalle 21 alle 6 del mattino. Allo sponsor, la ditta farmaceutica Angelini, risulta che siano stati regalati almeno tre mila voucher. Ma i buoni utilizzati da donne in due mesi, maggio e giugno, risultano solo un’ ottantina. Questo il numero dei voucher restituiti dai tassisti per poter aver indietro i soldi dello sconto. E tanti quelli che raccontano di averli mai visti. La cooperativa 8585 assicura, comunque, che «la campagna è partita, i tassisti hanno iniziato a consegnarci i buoni con cui le donne hanno ottenuto lo sconto». Certo, c’ è tempo fino al 3 settembre per poterli utilizzare, qualche tassista potrebbe non averli ancora consegnati. Ma tra vacanze e macchinosità dell’ iniziativa, resta più di un dubbio sul buon esito della sperimentazione tanto voluta dal sindaco Moratti. A non farla decollare, potrebbe aver inciso la difficoltà nel reperire il voucher: bisogna prima procurarselo, anche per quelle donne che magari non frequentano palestre o università, tra i luoghi dove sono stati distribuiti. Poi conservarlo, e averlo, soprattutto, al momento giusto. E non ci sono solo i taxi rosa diventati a tempo. Dai bottoni sos ai semafori alle convenzioni con l’ Atm per accompagnare a casa le donne con i radiobus, a telecamere e sistemi di videosorveglianza alle fermate, tutte iniziative mai realizzate, il piano antistupri di Palazzo Marino negli anni ha perso più di un pezzo. O, meglio, non è mai davvero partito. Se non, forse, per quella "Scatola rosa" gratuita a bordo di un migliaio di auto di donne milanesi: un sistema satellitare collegato a una centrale operativa presentato due anni fa dal sindaco Moratti con il ministro delle Pari opportunità, Mara Carfagna. Pierfrancesco Maran, consigliere comunale Pd attacca: «Avevamo proposto che si fissasse un budget e che tutte le donne potessero accedere allo sconto senza bisogno del buono che non si sa dove ritirare: così avrebbe funzionato il servizio, e sarebbe stato utile. Invece, come tanti altri provvedimenti, si è risolto in un puro annuncio propagandistico».

fonte repubblica.it 05/07/2010