E’ un mestiere difficile anche a Monza

Monza non è certo la New York malfamata di "Taxi driver", ma per chi la gira di notte per lavorare non dà comunque tranquillità. E può anche far paura. Dopo 10 anni di attività lungo le strade monzesi, un taxista monzese, uomo robusto, ha iniziato ad averne dalla scorsa settimana.
Da quando un "cliente", salito sul sedile posteriore, l’ha minacciato alle spalle con un’arma e rapinato dell’incasso. Il taxista monzese, che preferisce restare anonimo, sa bene che il suo lavoro "ha un po’ più di rischi rispetto ad altri – dice -, ma il problema a Monza è che anche fuori dall’auto per noi non c’è alcuna tutela. Ci sono difficoltà a lavorare di notte".

Il brutto episodio ha messo in luce e amplificato la situazione in cui operano i taxisti che la sera fanno servizio all’area di attesa della stazione. Dove, appunto, il 10 maggio alle 23.50 il delinquente, un italiano, ha chiamato il taxi, si è fatto caricare e, appena raggiunta una zona lontana dal centro, via Vittorio Veneto in prossimità di viale Lombardia.
Ha puntato alle spalle dell’autista "un oggetto che non ho potuto vedere – racconta la vittima -. Mi ha intimato di accostare, tenere le mani sul volante senza dare allarmi e di dargli tutti i soldi. Ho eseguito senza poter far nulla: erano due giorni di lavoro, almeno *** euro. Li ha presi ed è subito scappato".

E neppure le perlustrazioni della zona iniziate in pochi minuti da due pattuglie della polizia, subito chiamate dal taxista, sono riuscite a rintracciarlo. Cose che succedono, si può dire, ma che possono avvenire con più facilità dove non c’è nessuna prevenzione.

Come in stazione, che "dopo sera è abbandonata a se stessa. Oltre che per la sicurezza – dice chi ci lavora -, basta guardare la piazza allagata oppure la sistemazione dei taxi. Ci hanno relegato nell’angolo più buio, neppure in vista per i clienti. È nascosto e anche insicuro, perché l’illuminazione è insufficiente e non c’è nessun controllo. Hanno messo tante telecamere in tutta la città, e il Comune potrebbe metterne una anche lì, dove c’è gente che lavora. Almeno verrebbero registrate le persone che salgono sui taxi".

Deterrenti chiesti alla Giunta anche nell’ultimo Consiglio comunale da Vincenzo Ascrizzi del Prc dopo essere venuto a conoscenza dell’episodio di violenza. Interventi a cui ora il tassista rapinato inizierà a pensare da sé. In attesa di una riqualificazione, con magari anche "lo spostamento dei taxi davanti alla piazza", o che si installi un sistema di sorveglianza. "Dopo questa esperienza me lo pagherò io per la mia vettura – conclude il taxista -. Mi doterò almeno di una telecamera a bordo e cercherò altri sistemi di protezione".

fonte: ilgiorno.ilsole24ore.com Martino Agostoni 17/05/2010