Silenzio, siamo in taxi

Parlare solo se il cliente gradisce: è la norma imposta a Londra.E in Italia, dove basta salire per essere sommersi dalle parole?

QUI LONDRA
Le buone maniere le ho imparate da mio padre a suon di ceffoni e non ho bisogno di alcuna rinfrescata», urla Tony attraverso il vetro che lo separa dal passeggero. Trentanove anni di cui gli ultimi dieci al volante tra Notting Hill e Westminster, due figli, scudetto dell’Arsenal sul cruscotto, Tony non ha apprezzato molto l’introduzione del corso obbligatorio in «soddisfazione del cliente» proposto da un alto rappresentante dei tassisti londinesi per i candidati alle nuove licenze. All’esame per la licenza bisognerà dimostrare di saper guidare in modo ecosostenibile in virtù del risparmio energetico, dar prova di attenzione alle persone disabili, brillare nel trattare con l’umore imprevedibile dei passeggeri, non sempre bendisposti alla proverbiale loquacità di chi li guida nel traffico metropolitano.

«A volte, quando il cliente non reagisce alla conversazione, è meglio tenere la bocca chiusa, magari ha avuto una pessima giornata». spiega Mason al «Financial Times». Il che non significa ammettere la mancanza di tatto denunciata da molti utenti come direttamente proporzionale alla velocità del tassametro: «Forniamo un servizio rinomato in tutto il mondo, i tassisti sono considerati una peculiarità di Londra». Eccellenti, ma non perfetti: «Si può sempre migliorare». Se sindacati e associazioni di categoria accetteranno la sua proposta il primo passo sarà il corso di bon ton.

La concorrenza
La verità è che le strade di Londra appartengono a chi le controlla e la concorrenza è feroce. I cab hanno perso il monopolio nel 1961 e da allora combattono all’ultima corsa contro i cosiddetti minicab, vetture assai meno caratteristiche e riconoscibili ma decisamente più economiche.

«Non possiamo fare molte cose, ma sappiamo trattare con i passeggeri» osserva Masood, 37 anni, giacca e cravatta d’ordinanza secondo il regolamento della Islington Cars, la piccola compagnia di minicab per cui lavora. Ci sono 50 mila autisti privati come lui a volante di automobili qualsiasi, il doppio dei conducenti di black cab. Devi chiamarli per telefono o prenotarli online e dimenticare le corsie preferenziali riservate agli altri, ma il tragitto costa almeno il 35 per cento in meno. E’ questa, secondo Masood, la vera ragione che toglie il sonno ai fratelli maggiori. «Noi non impariamo The Knowledge però abbiamo il Gps e siamo addestrati a essere gentili».

QUI ROMA
(…) Per un tempo che può variare, in media, tra dieci minuti e un’ora. Sotto il tempo inferiore indicato è impossibile che il rapporto tra gli abitanti saltuari della vettura a tassametro sia cordiale, chi avesse osato chiamare un taxi per un tragitto talmente esiguo da non valere almeno dieci euro di minimo garantito deve aspettarsi una reazione che va dall’immusonimento borbottante tra i denti, con biascichii allusivi alla nostra ardita pretesa di aver distolto i manovratore da una sicuramente più lucrosa corsa, fino a un’aperta manifestazione di dileggio per la nostra mancata scelta di andare a piedi per un tragitto così breve.

La corsa a destinazione aeroportuale è naturalmente quella che fa meritare una maggiore attenzione al customer care da parte dell’autista. Il plus si ottiene se individuati sin dalla partenza come passeggeri spesati dalla propria azienda, in tal caso il trattamento di favore sarà mirato alla fatidica richiesta finale di poter arrotondare di qualche euro al momento della compilazione di ricevuta… «Gli facciamo pagare il caffè dottò?».(…)

Fonte: www.lastampa.it – Paci/Nicoletti – 07/3/2010 (sintesi)

2 commenti

  1. Allora a Milano i tassisti sono molto più gentili dei “compassati” londinesi. Una volta manifestavano apertamente il fastidio per una corsa breve, adesso il più delle volte è il cliente che si scusa in anticipo e il tassista gli sorride. Come cambiano i tempi!

  2. anche a olbia e cosi..il cliente prima di salire nel taxi mi dice..mi scusi ma devo andare qui vicino…mi dispiace tanto per lei…

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