Report: Incontri tra Unione Radiotaxi Italiani e rappresentanti delle istituzioni europee

Report Incontri tra Unione Radiotaxi Italiani e rappresentanti delle istituzioni europee29 Giugno 2016 – Premessa:  Gli incontri organizzati nella giornata del 29 giugno scorso hanno coinvolto alcuni dei principali stakeholders a livello europeo, individuati sulla base degli obiettivi prefissati da URI – Unione dei Radiotaxi d’Italia, insieme a URITAXI e UN.I.CA. TAXI CGIL. Sono state selezionate due Commissioni del Parlamento Europeo: la Commissione per i Trasporti (TRAN) e la Commissione per il Mercato Interno e Difesa del Consumatore (IMCO). Gli incontri hanno coinvolto il Vice-Presidente e un altro membro della Commissione TRAN e due membri della Commissione IMCO. A seguire si è svolto un incontro con funzionari della Commissione Europea, appartenenti alla Direzione Generale Trasporti (DG MOVE).

Contenuto degli incontri Durante gli incontri sono stati affrontati i seguenti argomenti:
1. Presentazione dell’ Unione dei Radiotaxi d’Italia (URI), sottolineando il vasto numero di operatori che rappresenta e le città nelle quali opera.
2. Si è voluto porre in evidenza come il servizio di radiotaxi sia considerato servizio pubblico e soggetto ad un mercato fortemente regolamentato che prevede licenze, tariffe calmierate, obbligo di svolgere tragitti non concorrenziali, costi fissi per la gestione dei centralini telefonici molto elevati, impiego di autisti professionisti, turnazione obbligatoria.
3. Presentazione degli investimenti realizzati da URI nei seguenti settori: sicurezza (telecamere a bordo dei veicoli); ambiente (introduzione di veicoli elettrici e ibridi); innovazione del servizio (sviluppo dell’applicazione IT Taxi). Tali investimenti, atti a migliorare il servizio offerto, vengono effettuati nonostante la rigidità del mercato in cui operano i tassisti e senza che ciò comporti alcun aumento dei costi per il cliente.
4. E’ stato illustrato l’accordo di partenariato sottoscritto tra URI e operatori di altri paesi europei allo scopo di rendere operativa l’applicazione IT Taxi in diversi paesi comunitari.

Si è dunque concluso indicando come la presenza di operatori che non sono tenuti a sottostare alle regole imposte al mercato dei servizi di radiotaxi, ma che al contrario pratichino politiche di dumping e applichino sovrapprezzi per di più potendo scegliere di svolgere servizio solo sulle tratte più remunerative, destabilizzi fortemente l’intero settore. Le risposte ottenute dai membri del Parlamento Europeo incontrati sono state positive, a dimostrazione di un interesse verso la questione. In particolare sono emersi i seguenti punti:
La pubblicizzazione dell’applicazione IT Taxi e le possibilità che offre al consumatore.
L’importanza di consolidare l’alleanza con gli operatori di taxi operanti in altri paesi comunitari (in particolare Francia e Germania) e rendere effettiva l’interoperabilità dell’applicazione.
Fissare una nuova serie di incontri con i membri del Parlamento Europeo incontrati il prossimo settembre o ottobre nell’ottica di realizzare un’interrogazione orale con discussione alla Commissione Europea e una successiva possibile risoluzione parlamentare.
La possibilità di coinvolgimento dei membri del parlamento e gli operatori partner di altri paesi in un evento da tenersi a Bruxelles contestualmente all’entrata in funzione dell’interoperabilità dell’applicazione IT Taxi.

Le risposte ottenute dai funzionari della Commissione Europea sono state maggiormente evasive e hanno fatto trapelare l’enorme pressione esercitata sulla Commissione da parte degli operatori che chiedono la liberalizzazione totale del mercato dei taxi, adducendo come benefici l’ipotetico aumento dei posti di lavoro e il miglioramento del servizio offerto. I funzionari sono in attesa di uno studio riguardante il settore dei taxi, commissionato dalla Commissione Europea che dovrebbe essere presentato nel giro di un mese.
Non è escluso che la Commissione nei prossimi mesi possa intervenire nei confronti della Repubblica francese, in esito ai complaint ricevuti da Uber.
In considerazione dei risultati dello studio, la Commissione potrebbe considerare la possibilità di intraprendere un Impact Assessment con conseguente Public Consultation in merito a possibili opzioni di  carattere regolatorio: tra queste potrebbero essere incluse una nuova regolamentazione europea che consenta l’apertura del mercato dei servizi di trasporto non di linea, eventualmente preservando alcuni obblighi di servizio pubblico riconducibili al servizio taxi, ovvero lasciare che gli Stati membri gestiscano la questione in maniera indipendente, senza quindi alcun intervento da parte della Commissione.
Trovare un accordo per lo sviluppo di una piattaforma consolidata tra i diversi operatori operanti nei paesi comunitari.
Realizzare un’allenaza forte con membri del Parlamento Europeo in vista di una possibile Interrogazione e seguente Risoluzione.
Un successivo colloquio privato con un funzionario della stessa DG MOVE vicino al Direttore Generale ha confermato che questa seconda ipotesi (lasciare liberi gli stati membri secondo il principio di sussidiarietà) sembra quella più probabile al momento. Il funzionario ha anche sottolineato l’importanza dei seguenti punti:
Trovare un accordo per lo sviluppo di una piattaforma consolidata tra i diversi operatori operanti nei paesi comunitari.
– Realizzare un’alleanza forte con membri del Parlamento Europeo in
vista di una possibile Interrogazione e seguente Risoluzione.


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6 commenti

  1. La multinazionale ha fame, tanta fame… le banche che la finanziano vogliono i risultati… I posti di lavoro che millantano non sono reali in quanto non sarebbe garantito uno stipendio come invece ha un operaio o un impiegato. Il cliente consumatore perderebbe ogni tutela in quanto la corsa in taxi diventerebbe un prodotto da vendere all’asta e si troverebbe a spendere più per un passaggio da un tassista improvvisato che per il cenone di Capodanno in un locale. Sarebbe il caos totale con contrattazioni ovunque per mercanteggiare un passaggio, con gente che resta a piedi perché magari non ha potuto rilanciare al rialzo. E per finire la multinazionale si arricchirebbe senza muovere un dito.

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