Tassista ucciso dopo una lite a Milano, appello conferma 10 anni per l’aggressore

omicidio_Alfredo-Famosoilgiorno.it La Corte d’Assise d’appello di Milano, presieduta da Sergio Silocchi, ha confermato la pena di 10 anni di carcere perDavide Guglielmo Righi accusato di omicidio preterintenzionale per aver provocato la morte, nel febbraio 2014, del tassista milanese Alfredo Famoso, che aveva battuto la testa a terra dopo essere stato colpito con una confezione di bottiglie d’acqua in seguito ad un’aggressione per una banale lite di viabilità.

Famoso, stando a quanto emerso dalle indagini, non aveva dato la precedenza a Righi, consulente informatico di 50 anni che camminava sulle strisce pedonali in via Morgagni, a Milano, con la moglie incinta di nove mesi. Da qui era nato il litigio che aveva portato poi alla letale aggressione da parte di Righi nei confronti del tassista, i cui familiari sono parti civili assistiti dal legale Danilo La Monaca.

L’accusa, rappresentata dal sostituto pg Federico Prato, aveva chiesto una pena più alta, 13 anni di carcere, sostenendo che Righi avesse agito per futili motivi e che fosse recidivo, dati i suoi precedenti penali per furto, violenza privata, molestie, disturbo alle persone e ingiuria. Richiesta a cui si è associata anche la parte civile. La sentenza di primo grado, tuttavia, è stata modificata solo nella parte che riguarda le provvisionali alle parte civili, che sono state ricalcolate prevedendo 130 mila euro per la moglie di Famoso, 100 mila euro per ognuno dei due figli e 50 mila euro per i due fratelli…

5 commenti

  1. Non riesco a capire chi scrive questi articoli ! Se il giornalista che ha scritto questo articolo fosse venuto al processo che era pubblico o avesse visto il processo in TV invece di scrivere per “sentito dire ” e avesse ascoltato i testimoni saprebbe che l’imputato era sul marciapiede e non sulle strisce pedonali , sulle strisce non vi era nessuno e lui e la sua compagna erano sul marciapiede dove lui dapprima ha lanciato il pacco di bottiglie dal marciapiede verso il veicolo colpendo lo specchietto e poi il tassista è sceso per chiedere spiegazioni ed è stato colpito a sangue freddo al volto . Qui non si tratta di difendere o no il proprio papà , si tratta di RIPORTARE l’accaduto nella sua completezza per RISPETTO di chi non c’è più e per RISPETTO della verità e delle persone che amavano chi non c’è più .

  2. Con l’ augurio e la speranza che questi dieci anni ( e sono pochi) se li sconti tutti al gabbio. E già gli va bene. Tra dieci anni riabbraccerà i suoi cari mentre Alfredo non c’è’ più per nessuno e per sempre.

  3. Quello che mi fa impazzire durante questi processi, la stessa cosa è successa per i fratelli C. (Massari), sono le menzogne stupide e reiterate tese solo a cercare di limitare i propri danni in termini di pene. Ebbene sia in uno che nell’altro caso gli imputati si sono avvitati su se stessi. Mentendo e facendo mentire la moglie, la madre della moglie, il padre gli inquilini i vicini di casa e quant’altro non hanno ottenuto nessun risultato. Il massimo della pena per omicidi colposi. Spero che vedere le loro facce in udienza dia un po’ di pace alle altre vittime di queste vicende che sono i parenti dei nostri colleghi-

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