Venezia, traffico acqueo sempre da far west Caos fra vaporetti, gondole e taxi

imageDue anni fa un turista rimase ucciso a Rialto. L’incidente fu provocato dal congestionamento del canal Grande e dalla promiscuità degli approdi tra mezzi del servizio pubblico (vaporetti e motoscafi di Actv) e mezzi qualificati di “servizio pubblico” che però trasportano sostanzialmente turisti (gondole e taxi).

Cosa è stato fatto per evitare che quell’evento potesse ripetersi? Quasi niente di incisivo in canal Grande e assolutamente niente a San Zaccaria, dove il rischio incidente è all’ordine del giorno e il morto potrebbe capitare in qualsiasi momento del giorno.

Non occorre certo essere dei geni per rendersi conto che è follia il transitare di decine di gondole e taxi in uscita dal canale e dallo stazio del Danieli, in un’area occupata da quattro pontili dei servizi pubblici ai quali fanno capo tutte le linee di navigazione cittadine. Le gondole escono dal rio del Danieli per entrare in rio della Canonica, attraversando la rotta dei vaporetti, costretti ogni volta ad aspettare due, tre e anche quattro minuti, perché escono in batteria.

A queste si aggiungono i taxi che caricano e scaricano dalla riva d’acqua del prestigioso albergo.
Stante questa situazione – verificabile quotidianamente – il servizio pubblico ne risente con ritardi che in estate si accumulano, mentre i servizi turistici operano in difficoltà, prendendosi anche dei rischi.
La latitanza è tutta del Comune, le cui passate amministrazioni non hanno mai provveduto a razionalizzare questi approdi. E, quando sono intervenute parzialmente, hanno penalizzato gli utenti del servizio pubblico togliendo prima la motonave (lo “scippo” dell’utilissimo pontile della Paglia) e poi riducendo la frequenza della linea 1. Nessun intervento, invece, sugli operatori privati con licenza comunale, le cui attività interferiscono chiaramente con il servizio pubblico di linea.

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