Il regno dei taxi illegali: «70 euro per un chilometro»

risciò_romalinkiesta.it Roma non è una città per i turisti. Spennati, raggirati, minacciati: per milioni di visitatori le vacanze nella Capitale si trasformano in un incubo. Un videoreportage in quattro puntate per raccontare le difficoltà quotidiane di chi visita la città più bella del mondo. Il racket di ambulanti e guide abusive all’ombra del Colosseo, il business degli alberghi illegali: uno su due non ha licenza né sicurezza.L’assalto dei borseggiatori alle stazioni del treno ma anche i raggiri di tassisti imbroglioni, berline non autorizzate e risciò. 

(QUARTA PARTE). «Taxi, taxi». Il ritornello è insistente davanti ai gruppi di turisti che, appena sbarcati nella Capitale, avanzano disorientati. Sono loro le vittime preferite dei tassisti abusivi, primo ingombrante biglietto da visita per chi arriva nella Città Eterna. Presidiano stazione Termini e Tiburtina, non disdegnano nemmeno l’aeroporto di Fiumicino. Caricano le prede in auto private, magari senza assicurazione. Polli da spennare, talvolta sotto minaccia. Arrivano a chiedere 70 euro per una corsa di pochi chilometri. In alcuni casi non hanno neanche la patente. A Termini si concentrano davanti alla fermata dei taxi, bloccano i clienti e contrattano il prezzo a poche decine di metri da una camionetta dei carabinieri. Adesso una famiglia di turisti orientali, prima una coppia di americani. Negli orari di maggiore affluenza si contano una quindicina di abusivi, che si sbracciano spavaldi e dirigono il loro traffico.

«Sono persone che non hanno nulla da perdere, assaltano il turista e lo truffano» racconta Daniele Saulli, presidente regionale del sindacato Uritaxi. Che quantifica in un 30 per cento la quota di lavoro sottratta agli autisti regolari. «L’abusivismo dei trasporti è una piaga sociale, perché ormai si presenta nelle forme più disparate». Spesso la trattativa coi clienti avviene direttamente in albergo. A mettere in contatto i turisti con l’autista è il portiere, che in cambio intasca una percentuale della corsa. Discorso diverso per quanto riguarda i Noleggi con conducente. Gli Ncc che hanno regolare licenza per Roma sono 1.025 ma ogni giorno, spiega Saulli, «circolano nella Ztl almeno 3.800 colleghi di fuori Comune».

All’aeroporto gli abusivi esibiscono cartelli con nomi di fantasia, fingono di attendere un cliente e ne procacciano di nuovi

Il Campidoglio, fa sapere il delegato alla Sicurezza Rossella Matarazzo, ha recentemente varato «provvedimenti volti a subordinare l’accesso all’interno del territorio di Roma dei titolari di autorizzazione Ncc rilasciata da altri Comuni, alla preventiva comunicazione di una serie di requisiti». Un giro di vite e più strumenti di verifica per i vigili urbani. «Valuteremo l’efficacia del provvedimento – spiegano dal sindacato dei tassisti – ma oggi continuano a mancare i controlli nelle stazioni e all’aeroporto». A Fiumicino, mentre le auto bianche restano in coda fuori dai terminal, gli abusivi vanno all’assalto dei viaggiatori. Sono tanti e agguerriti. Entrano fin dentro la hall degli arrivi con cartelli che esibiscono nomi di fantasia. Fingono di attendere un cliente e invece ne procacciano di nuovi. La parola magica è sempre la stessa: “taxi”. Sussurrata più volte al passaggio dei turisti.

Negli ultimi mesi spopolano anche i risciò. Pedalano tra il Colosseo e piazza di Spagna, scarrozzano i turisti nei luoghi più suggestivi del centro storico. Ma alcuni di loro senza un regolare permesso. «Fanno man bassa di clienti – incalza Saulli – senza alcuna autorizzazione né un’assicurazione. La legge prevede il noleggio con velocipedi ma parla chiaro, il servizio dev’essere svolto con l’autorizzazione del Comune». Negli ultimi giorni un blitz della Polizia Municipale a via dei Fori Imperiali ha portato quattro multe per «noleggio con conducente non adibito a tale uso». Morale della favola: verbale di 169 euro al guidatore del risciò e discesa anticipata per gli inconsapevoli turisti a bordo.

Poi ci sono i tassisti regolari che fanno la cresta sul prezzo della corsa, ignorano le tariffe fisse per l’aeroporto o trattengono la mancia dal resto

Alla lista dei furbetti non sfuggono nemmeno i tassisti regolari, quelli muniti di licenza e auto bianca. Quelli che quando caricano un turista fanno la cresta sul prezzo della corsa, ignorano le tariffe fisse per l’aeroporto o trattengono arbitrariamente la mancia dal resto. Recentemente ha fatto discutere la vicenda del tassista che alla stazione Termini ha minacciato un collega con una scimitarra per prendersi la sua corsa. Il tutto davanti allo sguardo atterrito di clienti e turisti. «È una piccola parte che purtroppo non opera correttamente, ma noi chiediamo all’amministrazione di debellare l’abusivismo a 360 gradi, all’interno e all’esterno della nostra categoria. Anche perché il danno d’immagine sarebbe troppo violento per noi tassisti». Gli abusivi truffano i turisti e ne minacciano la sicurezza. Ma fanno anche concorrenza sleale. «Noi tassisti – spiega Saulli – cambiamo una macchina ogni cinque anni e paghiamo le assicurazioni più alte d’Italia. Con la crisi e l’abusivismo, se non c’è un introito decente, l’unica soluzione è l’aumento delle tariffe, ma non vorremmo mai arrivarci».