Taxi, da tutta Italia a Torino contro Uber

torino_taxilastampa.it Nuova escalation nella guerra tra i tassisti e Uber, la multinazionale globale che sta introducendo in tutto il mondo un’applicazione che trasforma in taxi (e a prezzi ridotti) chiunque possegga un’automobile. Ieri, a Genova, un pronunciamento di un giudice di pace – che ha restituito la patente a un automobilista beccato dai vigili a lavorare con Uber – ha fatto infuriare i tassisti del capoluogo ligure. I quali non hanno saputo far di meglio che prendersela con spintoni e improperi con due cronisti del quotidiano Secolo XIX, che stavano facendo semplicemente il loro lavoro.

Corteo nazionale a Torino  

Stamani 2000 tassisti arrabbiati sfileranno con un corteo nazionale a Torino. Città dove ha sede l’Authority di regolazione dei Trasporti, e il cui presidente Andrea Camanzi sembra intenzionato finalmente a dire la sua, e stabilire se in base alle leggi vigenti il servizio offerto da Uber è legale o no. Quel che è sicuro e dimostrato è che fare il driver con UberPop è un lavoro che fa guadagnare una miseria.

La sentenza di Genova

Il giudice di pace di Genova era chiamato a esprimersi sulla richiesta di un driverdi Uber nella versione UberPop (quella aperta a tutti) di riavere la patente sequestrata dai vigili per esercizio abusivo della professione di taxista. E ha deciso di restituire al ricorrente patente e libretto. Cosa ci sia scritto nella sentenza non è chiaro: la multinazionale ha fatto sapere che per il giudice di pace Uber non è «un servizio di trasporto pubblico, ma una condivisione volontaria di un’auto privata per esigenze di mobilità all’interno di un social network». I tassisti genovesi – che come i loro colleghi spesso sembrano fare di tutto pur di rendersi impopolari – hanno reagito bloccando a lungo il centro con le loro auto bianche incolonnate.

Per placarli c’è voluto il viceprefetto di Genova, che si è fatto dare la sentenza, ha ricevuto una delegazione di tassisti e ha spiegato che: primo, la sentenza del giudice di pace non ha effetti generali sulla legittimità di UberPop; secondo, in realtà l’assoluzione è legata solo alla norma (apparentemente sbagliata) del Codice della Strada su cui si erano basati i vigili.

La decisione del garante

Vero è che non si può continuare con tanta incertezza e confusione. Il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi ieri ha telefonato al Garante dei Trasporti Camanzi: «Mi ha assicurato – ha riferito – che a brevissimo si pronuncerà sull’argomento». Vedremo come Camanzi – che per il primo pomeriggio aveva convocato i rappresentanti dei tassisti – scioglierà il dilemma. Oggi, alle 9 da piazza Arbarello partirà il corteo che attraverserà le vie di Torino. Arriveranno 2000 tassisti da tutta Italia, presumibilmente arrabbiati e pronti ad accogliere in modo poco urbano la concorrenza.