Tentativo di deregolamentazione del car-pooling in corso!

pericolowired.it Oggi 9 ottobre 2014 la Camera dei deputati nell’ambito della discussione sulla legge delega di riforma del codice della strada ha approvato un emendamento in materia di car pooling di particolare momento. La delega prevede che entro 12 mesi dalla formale promulgazione della legge, che deve ancora essere approvata in via definitiva alla Camera e poi dal Senato, il Governo sarà tenuto ad emanare uno o più decreti legislativi per l’attuazione delle previsioni della stessa. La legge approvata è particolarmente variegata ed è stata necessitata dall’esigenza di operare un restyling delle norme che regolano la circolazione stradale.

Tra le previsioni di maggior interesse del testo in via di approvazione, come anticipato, vi è la delega al governo ad introdurre “[…] una definizione normativa di car pooling inteso come servizio di trasporto, non remunerato, basato sull’uso condiviso di veicoli privati tra due o più persone che debbano percorrere uno stesso itinerario, o parte di esso, messe in contatto tramite servizi dedicati forniti da intermediari pubblici o privati, anche attraverso l’utilizzo di strumenti informatici” (così il testo dell’articolo 1 della legge all’esito dell’approvazione di un emendamento a prima firma del deputato del M5S Michele Dell’Orco). 

Si tratta del primo tentativo di dare una veste giuridica ad un fenomeno, come il car pooling, che epifenomeno della c.d. sharing economy sta avendo in tempi recenti un grande successo anche grazie al fattore abilitante rappresentato dallo sviluppo delle nuove tecnologie in rete. Fenomeno che, come altrettanto noto, proprio in assenza di una specifica disciplina, si trova a solcare la sottile linea rossa dell’illegalità se posto al confronto con la rigida regolamentazione di taxi e servizi di ncc prevista dalla Legge 21/1992 (come più volta modificata) e dalle disposizioni regionali di riferimento.

Il testo approvato prevede, in particolare, che da un lato la prestazione del servizio non debba essere remunerata (non debba quindi generare un profitto per chi presta il servizio, ma sarà ammissibile il riconoscimento di un rimborso/contributo spese) e, sotto altro profilo, prevede che i rapporti tra gli utilizzatori del servizio possano essere facilitati da intermediari (pubblici o privati) anche attraverso l’utilizzo di strumenti informatici (attività questa che la legge non esclude a priori che possa essere remunerata).

Accanto a tale primo tentativo, apprezzabile anche nell’ottica di fare un po’ di chiarezza in un mercato scosso dalle tensioni tra fornitori di servizi internet e rappresentanze di tassisti, si segnala un’altra previsione incentivante di tale pratica di mobilità sostenibile.

L’articolo 2-bis del c.d. Collegato ambientale alla Legge di stabilità, attualmente in discussione, prevede la destinazione di “[…] 35 milioni per l’anno 2015 per il finanziamento di progetti di uno o più enti locali riferiti a un ambito territoriale con popolazione superiore ai 100.000 abitanti diretti a incentivare iniziative di mobilità sostenibile, incluse iniziative di car-pooling e bike-pooling […]”.

Un altro segnale di attenzione verso un fenomeno sociale, ma anche economico/giuridico, che ci accompagnerà nel prossimo futuro nel passaggio verso un sistema economico sempre più trainato dai commons collaborativi aggregati attraverso internet.

2 commenti

  1. Questi signori sostegno di non disporre di fondi per la manutenzione delle colonnine o per le tessere magnetiche ed ora avrebbero 35 milioni di euro da spendere per bici e carpooling? Ennesimo magna magna …..l’importante è magna’ …bici carpooling o risciò che importa se servirà oppure no quello che conta è ottenere i finanziamenti per ridistribuire agli amici degli amici. Solito modo di gesgire la cosa pubblica all’italiana.

  2. Mi auguro che almeno la sanzioni di chi la legge la aggira o se ne fa beffa siano chiare e pesanti, (proporzionate anche in base ai pleyer che muovono bisness milionari e non una tantum come per certe multinazionali ….. ).
    Poi sarà da vedere quando da liberalizzare si andra sulla sanita, istruzione, credito, difesa.
    Ma a mio parere saremo alle solite il risparmio di pochi nelle tasche dei soliti noti, globalizzare
    non vuol dire tutti piu sfuttati, poiche il riso, l’amburger non costa ovunque uguale (qui non contano
    i sani principi del mercato), eppure gli azzeccagarbugli sono bravi a trovare baluardi su cui fare crociate
    il nome del progresso dietro lo scudo della società piu giusta.
    OVVERO socializzare le perdite massimizzare i profitti!

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