Quintarelli (Sc): UberPop è al di là della legge, i tassisti hanno ragione

uber_no_thanksilvelino.it UberPop è un servizio di car sharing controverso: chi possiede un’auto può offrirsi come tassista, ma senza possedere un’autorizzazione che non sia la semplice patente. Tanta libertà pone però un evidente problema di sicurezza e, infatti, la reazione verso UberPop da parte del Comune di Milano è stata durissima: “È istigazione a delinquere“. Riguardo al car pooling non esiste ancora una precisa legislazione (anche se si intuisce che promuoversi tassisti di punto in bianco non è il massimo della sicurezza), ma potrebbe valere l’esempio di una città come New York, dove Lyft, un servizio analogo al milanese UberPop, è stato considerato fuori legge proprio perché non in linea con le norme (in effetti, chi garantisce sulle capacità degli autisti e sulle condizioni delle auto?).

Su UberPop, ecco come la pensa il deputato di Scelta civica Stefano Quintarelli, componente della commissione Trasporti, pioniere di Internet in Italia e nuovo presidente del Comitato d’Indirizzo Agenzia Italia Digitale. Quintarelli ha presentato un’interpellanza parlamentare sul car pooling, la modalità di trasporto che consiste nella condivisione di automobili private tra due o più persone, allo scopo di ridurre costi e l’inquinamento. L’interpellanza fa riferimento, in particolare, a quanto accaduto qualche settimana fa all’azienda Letzgo (che offre il servizio di car pooling), coinvolta nello scontro in corso tra tassisti e UberPop (la discussa applicazione di cui abbiamo detto sopra).

UberPop è un servizio di car pooling?

“Non esiste in Italia una una legge sul car pooling, ma se ci rifacciamo ad analoghe esperienze europee, per esempio quelle inglesi, nel car pooling è previsto solo un rimborso spese che ha un massimale equivalente alle nostre tariffe Aci. Ma se viene chiesto a chi usa il servizio di contribuire con una cifra che supera il rimborso delle tariffe Aci, non si tratta più di una partecipazione alle spese ma di una retribuzione del lavoro alla persona che ti ha portato in giro. Il car pooling non prevede la remunerazione di un lavoro, è un semplice servizio di trasporto alternativo che consente non solo di decongestionare la viabilità urbana, sia dei piccoli che dei grandi centri abitati, ma di apportare dei benefici diretti sull’ambiente e sulla qualità della vita, puntando alla tanto agognata mobilità sostenibile”.

Quindi?

“Uberpop si colloca al di là della norma del car pooling, mentre Letzgo che prevede solo un eventuale (ma non obbligatorio) rimborso delle spese, si colloca al di qua”.

Cosa è accaduto con Letzgo a Milano?

“Una storia surreale. La polizia ha contestato a una giovane donna, in seguito a una discutibile operazione svolta tramite auto civetta e agenti in borghese, di aver usato l’auto del marito come taxi abusivo e allo stesso tempo di guidare un taxi pubblico senza essere in possesso del relativo certificato di abilitazione professionale. Ma non è finita, la donna era incinta di 7 mesi, stava andando a comprare un passeggino e aveva deciso di offrire gratuitamente un passaggio per “provare” il servizio Letzgo. Per tale “gravissima” infrazione è stata trattenuta per oltre 3 ore, senza possibilità di sedersi, da una pattuglia di agenti in borghese. Infine, le hanno pure sequestrato l’auto che le serve tutti i giorni”.

Forse queste attenzioni delle forze dell’ordine nascono dalla pressione che stanno facendo i tassisti…

“I tassisti hanno ragione a essere arrabbiati con Uberpop, ma non possono avercela con Letzgo. Ogni nuova modalità di trasporto deve essere la benvenuta, se legale e intelligente, che sia il car pooling, il car sharing o il bike sharing. D’altra parte, i tassisti non protestano di certo se un’azienda dei trasporti pubblici aggiunge una nuova linea di autobus o di metropolitana. Anzi, credo che se aumentassero le alternative all’auto di proprietà e i cittadini di conseguenza comprassero meno auto, i tassisti avrebbero pure qualche cliente in più”.

Il car pooling ha un futuro?

“Quando ero più giovane, facevo un sacco di car pooling. Andavo all’angolo della strada, alzavo il pollice e mi facevo portare. Oggi è più semplice: invece mostrare il cartello con su scritto “Parigi”, ci sono le app che aiutano a trovare il passaggio”.

4 commenti

  1. Difatti così durissime al punto da patrocinare molti eventi dove si discuteva di U…POP !!!!

  2. Mi spiace doverlo ammettere, ma ci stiamo facendo menare per il naso da un anno e mezzo. Sento discutere gruppi di tassisti che preparano il blocco alla prima fiera di settembre. Care ooss date un segno concreto prima che sia troppo tardi.

  3. Sul carpooling si raccontano sempre un sacco di palle: a chi viene in mente di dare un paesaggio ad un perfetto sconosciuto se non per una mera convenienza economica? Soprattutto per percorsi cittadini dove è altamente improbabile “essere di strada” e comunque l’eventuale spesa da condividere è del tutto irrisoria. La signora in questione di surreale ha pensato che impegnando il suo tempo di quiescenza in maternità poteva raggranellare denaro facile ed esentasse a scapito di chi questo mestiere lo fa di professione qualificandosi, impegnando la casa e pagando le tasse. La signora in gravidanza si preoccupi di portarla a buon fine: guidare in quelle condizioni (soggetta a improvvisi malori) rappresenta un rischio per se la sua prole e gli eventuali passeggeri. Non ci prenda in giro la signora!

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