Unica Firenze sulla sentenza Pisa

Da: unicataxifirenze.com del 26/01/2013

unica_firenzeIn relazione alla sentenza di Pisa esistono i soggetti che possono fare ricorso al Consiglio di Stato indipendentemente dalla posizione del Comune di Pisa. Essi sono in primis i tassisti di Pisa che non hanno condiviso e non convidono quanto richiesto da alcuni loro “colleghi” (sic !!)

Essi non possono essere lasciati soli sia dal punto di vista della collaborazione di conoscenze tecnico-legali amministrative che i legali delle OO.SS. nazionali hanno (dato l’interesse che la questione riveste per l’intero movimento nazionale dei tassisti ) sia , almeno credo, sul fronte della collaborazione economica alle spese che non sono cosa di poco conto nel processo amministrativo a livello di Consiglio di Stato.

In questo senso rinnovo l’appello a tutte le organizzazioni sindacali nazionali a non farsi distogliere da altre questioni ( certo importanti) o dal clima elettorale che ormai si respira a tutti i livelli rispetto all’interesse a questa questione che e’ fondamentale.

E’ il momento, pur nel quadro richiamato, di superare ogni dissidio e/o distinguo,

Ne va del futuro di ognuno dei tassisti italiani e delle loro famiglie.

Firenze 26 gennaio 2013   UNICA TAXI CGIL Firenze

Appello sentenza amministrativa wikipedia.doc 45.5 KB
Le impugnazioni nel processo amministrativo.doc 27 KB
Decreto legislativo 2 luglio 2010 riforma proc amministra.doc 421 KB

2 commenti

  1. senza andare al Consiglio di stato basterebbe che una ventina di tassisti pisani entrassero nel consorzio vincente e con votazione democratica si unissero di nuovo all’altro e in simbiosi col Comune(che non gliene frega niente di noi ,istituiscano dei turni adeguati ai loro bisogni,come fanno da anni i comuni limitrofi a Milano e nel bacino aeroportuale,senza che nessuno ,tranne qualche mugugno ,fà.

  2. E’ ovvio che alcuni tassisti pisani non hanno letto il mio articolo “paradise lost” dalla grecia. Così come è evidente che ignorano che la parola BARATRO, tanto in voga in questi giorni viene dal greco baratròn, il precipizio ateniese in cui venivano gettati i condannati a morte. Sono certo infatti che se non fossero così ignoranti non ci obbligherebbero a ricorrere al consiglio di stato e darebbero retta alle loro mogli, le quali sanno benissimo che con mezzo chilo di pasta a disposizione si può fare una cena se i commensali sono quattro o cinque ma non se diventano dieci o venti, a meno che fra i convitati non ci sia Gesù che può moltiplicare i pani e i pesci a suo piacimento. Ma Cristo nel migliore dei casi si è fermato a Eboli che è distante Pisa e ancor più da Milano. Dove io non ho nessuna intenzione, fra l’altro, di morire di fame per colpa dell’ingordigia di tre disgraziati

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