Gli schiavi di New York

Articolo di Sergio Sierra 67

taxi_nyCome detto ho diversi contatti in giro per il mondo con colleghi tassisti grazie alla rete e qualche viaggio, nonostante ciò faccio molta fatica ad ottenere informazioni direttamente  dai colleghi di New York e questo  lo trovo paradossale. Sembra strano che nella città più moderna del mondo per eccellenza, la culla della tecnologia, della libertà e delle occasioni,  i taxi driver non abbiano smartphone o pc, forse perché sono degli autentici schiavi dello sfruttamento, sono squattrinati, devono pensare solo a lavorare.

A New York le licenze sono 13.237 per una popolazione di 8.245.000 abitanti (il rapporto è di un taxi ogni 622 abitanti mentre a Milano per esempio un taxi per 276 abitanti). Lì non se ne parla neanche di liberalizzare, perché gli schiavi tassisti ce li hanno già tutti in pugno da tempo, da quando negli anni ’70 hanno trovato il sistema per sfruttare la manovalanza straniera a costo zero legalizzando l’affitto della licenza, guadagnando sulla pelle degli immigrati di 90 etnie diverse chiamati  first job  (al primo lavoro) che di meglio non possono fare che essere sfruttati e cercare di trovare clienti che lascino a loro delle mance per sopravvivere.

Gli sfruttatori hanno un nome e un cognome  si chiamano Brokers che sono individui senza scrupoli legalizzati dal Comune di New York esattamente dalla TLC (Taxi and Limousine Commission) del comune di NY.

Udite udite: per fare il tassista a New York non è necessario conoscere l’inglese,  la scuola per ottenere l’abilitazione alla guida del taxi è di 8 ore e poi è vero che la toponomastica è semplice, però 8 ore secondo me non possono bastare. Ottenuta l’abilitazione il tassista si reca in uno dei garage che controllano tutte o quasi le licenze della grande mela. Esistono anche dei tassisti che sono proprietari di licenza e lavorano per loro stessi, ma sono molto rari. Perché lavorare quando non facendo nulla si incassa ugualmente?

L’immigrato first job versa al brokers dai 150 ai 200 dollari per prendere una vettura taxi e se è sporca deve lavarla, farci il pieno e incominciare a trottare.

A volte succede che i tassisti non arrivino a fine turno alla cifra che hanno versato, anche se dagli inizi degli anni 2000 dopo una rivolta dei tassisti affittuari di licenza hanno ottenuto una piccola percentuale sull’ incasso delle 12 ore di lavoro.

I Broker non hanno responsabilità, gestiscono licenze delle quali non sono proprietari, prendono soldi dai tassisti immigrati,  parte di questi soldi li girano ai proprietari di licenza che sono grandi gruppi (a volte a loro stessi o prestanome), oppure ad anziani ex tassisti in pensione, o a qualcuno che il tassista non l’ha mai fatto ma ha comprato la licenza taxi di New York per investire in un attività di business. La licenza si chiama medallion (medaglione) .

La scelta degli emigrati  da parte della TLC di etnie diverse non è un aspetto democratico o lodevole verso stranieri in cerca di fortuna, al contrario è un motivo  voluto perché etnie diverse non comunicano tra loro, non si capiscono, quindi non si rivoltano, difatti questo sfruttamento periste da più di quarant’anni senza che mai o quasi sia stato contrastato da alcuno.

I brokers non si occupano solo del noleggio del taxi, ma della pubblicità, della manutenzione ordinaria degli strumenti di bordo, dei tassametri, degli allestimenti, flirtano con alberghi, ristoranti, guadagnano sia sull’acquisto di vetture taxi per il servizio che sulle assicurazioni, ecc ecc.

Addirittura i Brokers sono riusciti a guadagnare soldi sulle disgrazie dell’11 settembre, visto che il lavoro dopo gli attentati era calato sensibilmente i Brokers sapevano che i tassisti avrebbero fatto più fatica a noleggiare le auto, infatti si stavano accumulando nei garage, alcuni di loro fecero uno sconto di 30 dollari ai tassisti sull’affitto della licenza a settimana e di riflesso sempre per lo stesso motivo davano 100 dollari in meno ai proprietari individuali  di licenza, quindi la crisi dell’11 settembre gli portava un reddito superiore di 280 dollari al mese per ogni taxi affittato senza fare nulla, trovando nella tragedia un motivo per guadagnare di più, comportamento tipico degli sciacalli.

Per il comune di NY e per il Police Department  il problema sono i tassisti e non i brokers; nel 2012  la TLC capitanata dal volere del Sindaco Bloomberg ha deciso per decreto tramite una gara pubblica (scelta da TLC -vedi-)  che il modello del taxi che circolerà dal 2014 a NY sarà la Nissan che sostituirà fino ad esaurimento le mitiche Ford Victoria e i Ford Escape Ibride, ora la maggioranza, alla faccia del mercato libero, ma soprattutto dell’ecologia (le ibride sono più di 8000 mentre le Nissan saranno tutte a Gasolio) e del falso liberismo che sbandierano da quelle parti da diversi decenni.

Sempre a fine 2012 un’azienda di applicazioni per smartphone lanciò un’app gratuita con la quale il cliente avrebbe potuto scegliere il taxi e il tassista direttamente dal cellulare bypassando la TLC  che ha chiesto un processo per i titolari della applicazione per il motivo che avrebbe rischiato di perdere potere e controllo dei taxi. Ricordo che la stessa TLC vieta da sempre i radiotaxi!

La corte di Giustizia di New York dopo un processo durato neanche un mese ha bandito per incostituzionalità  quella applicazione che subito dopo la sentenza è stata disattivata, alla faccia sempre del mercato libero e della libertà di impresa e addirittura il tribunale ha istituito un bando (che scade in questi giorni il 28 gennaio 2013) al quale possono partecipare tutte le aziende che creano applicazioni. Tra le tante la TLC sceglierla la più opportuna (è la stessa musica della scelta del veicolo taxi Nissan). Qui il bando per l’applicazione taxi a New York -link-)

Posso tranquillamente affermare che i tassisti di New York siano gli schiavi legalizzati degli ultimi 40 anni; New York non può essere un esempio nemmeno come numero di taxi, di molto inferiore a Milano in relazione agli abitanti; nessuno può affermare che siamo più economici perché le monete a paragone sono diverse, fluttuano a seconda del cambio, perché il carburante costa 4 dollari al gallone che non è un litro  ma 3,79 litri (0,69 Centesimi di Euro al Litro); l’imposizione fiscale per le aziende è un terzo che da noi, l’IVA è al 9%, non esiste l’INPS, l’Irpef e altre tasse tipiche italiane.

Infine nessuno dice che le mance ai tassisti di New York sono quasi obbligatorie e variano dal 10% al 20% dell’importo della corsa a seconda del gradimento del cliente, del tipo di vettura di percorso e della cortesia del tassista, quindi per chi non lo sappia ancora non dare le mance a tassisti di NY significa farli letteralmente morire di fame e fare una bruttissima figura, il che in una società “civile” come quella newyorkese non è ammissibile.

Sergio Sierra 67

Parte delle notizie scritte arrivano dal collega Biju Matthew di origine indiana che ha scritto il famoso libro sui tassisti in rivolta di New York altre informazioni sono frutto di ricerche e contatti personali .

9 commenti

  1. notizie molto interessanti,credo che dovrebbero essere divulgate in modo capillare,almeno smetterebbero di nominare New York INVANO io alzo la mano,costa meno etc……..

  2. Ciao Sergio complimenti per il tuo articolo, un’ulteriore informazione interessante sono i prezzi del medallion che varia da $800.000 fino ad $ 1.000.000. Qui la gente si scandalizza per i prezzi delle nostre licenze. Ciao Marco, Siro 14

  3. Eccoci descritto per filo e per segno quello che gli amici liberalizzatori de noantri hanno in mente per noi!

  4. Complimenti per l’articolo,ma il problema e’ che queste info rimango sempre e solo tra di noi.Dovremmo comprarci uno spazio su qualche quotidiano nazionale e divulgare sotto elezioni quest’articolo!!!!!

  5. Bene Sergio, grazie, continua così. Milano 32: forse le associazioni nostrane leggendo l’articolo la vedono un pò diversamente da te: la liberalizzazione per loro potrebbe anche trasformarsi in un affare, vorrebbero fare la parte dei broker non degli autisti. Certo dovrebbero imparare il cinese, l’arabo, lo spagnolo, il romeno, l’albanese o almeno un pò di inglese, ma in fondo basterebbe prendere qualche meccanico un garage e un poliglotta. Raffaella, la sopravvivenza della categoria è in rete, ogni articolo interessante come questo è letto da almeno 1000 tassisti o persone quante i siti stile pravda non ne collezionano in un anno, e l’immobilismo di questo mondo è molto più fragile di quanto si pensi, grillo docet.

  6. Khoolas la tua potrebbe sembrare una battuta ma non lo è. Intanto l’unico segno di vita dei nostri prodi condottieri lo sto vedendo nei lunotti di alcuni taxi milanesi. Qui abbiamo tre (3!) aspiranti cadreghinisti. Come siete messi in giro per l’Italia cari colleghi, avete anche voi lunotti inneggianti il voto di questo o quel (ex) tassista a Regioni o Camere?

  7. Gige,non mi dispiacerebbe che qualche tassista sedesse in regione o camera ,ma purtroppo fanno come i palloncini che sfuggono dalle mani del bambino:Velocemente salgono e su ,su.su non si vedono più.

  8. Non dovete ringraziarmi , abbiamo uno strumento che è la rete che oramai sappiamo usare bene sopratutto da queste parti intendo dire taxistory . La rete e la nostra salvezza. Grazie alla rete abbiamo tutti voce in capitolo , senza la rete saremmo già stati annichiliti dai media di regime . Comunque sia dobbiamo usare tutti i nostri mezzi per no farci schiacciare , la rete e uno strumento fantastico , reale pronto e necessario .

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