Chissà mai perchè parlano male di noi…. Eh…Eh!!

foto espressoNonostante la crisi generalizzata e i tagli alla spesa pubblica previsti per l’anno 2011, il maxi emendamento alla Finanziaria recupero lo scorso anno altri 40 milioni da destinare al finanziamento pubblico per l’editoria. Infatti, grazie ad un accordo in extremis in Commissione Bilancio alla Camera, le risorse da destinare al finanziamento pubblico delle testate giornalistiche passano da 60 a 100 milioni di euro, cui vanno aggiunti gli 80 milioni già stanziati, per una cifra complessiva di 180 milioni di euro che è più o meno quella messa a disposizione nel 2009  (e a cui andrebbero aggiunti i contributi per le radio e le televisioni locali e quelli, sia pur di minore entità, per i giornali italiani all’estero). Un provvedimento promosso dai deputati “finiani” che, come spesso capita in questi casi, ha ricevuto un consenso bipartisan, e che sembra abbia trovato le risorse necessarie tramite una leggera riduzione di una serie di voci di spesa di diversi Ministeri (clicca sulla foto per ingrandire).

Ecco chi occupa le prime tre posizioni di “rendita” (fonte: Fanpage)

  • Gruppo RCS (Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport): 23 milioni e mezzo di euro
  • Sole 24 ore: 19.222.787 euro
  • Espresso-La Repubblica: 16.186.244 euro di finanziamenti statali nel 2011

Ecco come e perché i gruppi giornalistici appoggiano pedissequamente i loro benefattori!

36 commenti

  1. già nel 2006 non ricordo se loro, o Panorama, avevano fatto una copertina dal titolo “Taxi Libero” prima che andassimo a Roma al Circo Massimo, il giorno dopo la semifinale Germania – Italia 0-2…

  2. Facciamo un volantino con questo!
    Vedrete il travaso di bile dei contribuenti italiani!
    Altro che parlare di noi… parliamo di loro!!!
    Vi prego: preparate un PDF!!!

  3. Oggi DOVETE spendere tre euro ahimè per acquistare l’Espresso perchè è da collezione. Se invece andate alla esselunga potete tranquillamente leggere gratis le sei pagine che ci dedica mentre fate la spesa e riporre alla fine il settimanale dove l’avete trovato. Così non gli date un centesimo. Voglio provare ancora una volta miei cari internauti a parlarvi di COME SI COSTRUISCE IL NEMICO. L’articolo di PAOLO BIONDANI e ELENA BONANNI ancora una volta non è male nel suo insieme: porta numeri, analizza le varie situazioni locali, fa la mappa dei nostri misteriosi rappresentanti e delle loro connivenze politiche, insomma non sembra affatto il solito linciaggio grossolano di stampo bocconiano. E allora?, direte voi pensando ai tre euro. Allora pensate a 1. tutti quelli che vanno in edicola e NON comprano l’Espresso ma vedono una bella copertina in rosso e nero ( il Milan non c’entra) con FOTO di tanti taxi e un bel TITOLO: TAXI POWER: E’ UNA LOBBY AGGUERRITA. CHE HA RAMIFICAZIONI IN OGNI COMUNE. E CHE RIESCE A TENERE SOTTO SCACCO I GOVERNI. Ora voi non leggerete l’inchiesta. Ma non essendo quei tassisti pezzenti che siete, avete capito che la massoneria è uno scherzo. Ponete attenzione alle parole ” lobby”” agguerrita” “ramificazione” ” sotto scacco i governi”. NON VI VENGONO IN MENTE QUELLE CARICATURE DI EBREI DAL NASO ADUNCO CHE COMPLOTTANO PER GOVERNARE IL MONDO DEGLI ANNI 30? ECCOCI QUI TASSINARI RAMIFICATI E POTENTI CHE TENIAMO IN SCACCO I GOVERNI. Poi un piccolo riquadro fra dati cifre istogrammi e grafici: Licenze fuori mercato. Chi ha comprato l’Espresso, ma non è un tassista, magari non ha voglia di leggere l’articolo ma il riquadro si, è piccolo e breve e in grassetto. E cosa c’è scritto? CHE NOI ABBIAMO LE LICENZE GRATIS MA GRAZIE ALLA LOBBY LE RIVENDIAMO TRA 150 E 220 mila euro in media con il max di Firenze (300) e il minimo di Bari (60). Quindi tutti quei deficienti che hanno comprato la licenza e si sono ipotecati la casa NON SONO TASSISTI ma extraterrestri raggirati dalla mafia che tornano su Marte con licenze di carta vendute a peso d’oro. E infatti gli economisti ” continuano a stupirsi”. Cari amici colleghi sindacalisti è meglio che vi svegliate dal vostro torpore o questi ci faranno dormire per sempre.

  4. Vergogna!!!!! se io sarei fossi al posto dei tassisti…non comprerei mai piu’ un giornale/o quotidiano in vita mia!!!!!! a cominciare da questo!!!!

  5. spero in un articolo riparatore, a brevissimo termine, su Panorama. Solo chi dimostrerà di avermi difeso avrà il voto mio e della mia famiglia.

  6. secondo me dovremmo accumulare soldi noi colleghi e associazioni… e pubblicare in prima pagina le verita” sul mestiere taxista!!!!

  7. Vi chiedo di postare su questo sito il commento n. 9 di DAGO SPIA ,il corrosivo sito che tutti conoscono , relativo al numero dell’Espresso che ci riguarda, io lo utilizzarei per farne dei volantini per i nostri clienti

    Nota del Webmaster: Non troviamo nulla di ciò che ci segnali. Un semplice link ci sarebbe stato d’aiuto…

  8. Qui lo dico e qui lo nego: mai mi sarei aspettato un articolo tanto imparziale da L’Espresso! Il titolo lasciava presagire molto peggio… L’avranno fatto per vendere più copie! L’analisi delle città mi sembra molto realistica, dettagliata e quasi priva di spunti polemici. Ma soprattutto manca del tutto la sponda verso fantomatiche e disastrose liberalizzazioni, anche se il termine viene spesso utilizzato, senza mai spiegarne le vere implicazioni per la categoria.
    Si parla finalmente dei problema del traffico, vero nemico del costo del taxi, e la comparazione delle tariffe a livello europeo ci rende finalmente giustizia!
    Ma non per questo abbasseremo la guardia!

  9. non riesco a trovare le parole (non volgari) per commentare una roba del genere. sarebbe il caso di non rispondere alle chiamate provenienti da certi indirizzi…se ci schifano tanto che usino l’atm.

  10. Oramai non se ne puo’ piu’:hanno veramente rotto..Non passa un giorno che ci sia un giornale che parla “bene”di noi.Mi vergogno di essere italiano e di vivere in uno stato come questo.Di piu’non dico perche’sarebbe troppo……

  11. Contingentamento: le motivazioni economiche del cosiddetto “mercato chiuso”

    SIETE VERAMENTE DEGLI ECONOMISTI ?

    Facciamo un po’ di chiarezza. Perché alcuni settori appaiono come un mercato chiuso e le licenze in tali settori hanno un valore molto alto? In alcuni settori di interesse pubblico le licenze per svolgere l’attività specifica, sono contingentate in base al cosiddetto “bacino d’utenza”, ovvero il numero di abitanti per città o quartiere. Tali settori, benché abbiano caratteristiche peculiari differenti tra loro, hanno tutti qualcosa in comune. Il contingentamento di tali attività ha essenzialmente due funzioni. La prima va ricercata nella garanzia di qualità e prezzo del prodotto o servizio offerto all’utenza e quindi alla collettività: ad esempio il prezzo dei farmaci, dei tabacchi, dei giornali e le tariffe dei taxi.

    Molti dei prezzi al consumo di tali settori o servizi, sono stabiliti da enti preposti o dagli stessi fornitori/produttori. Essi stabiliscono la percentuale di ricarico che andrà a favore dell’operatore. Qui arriviamo alla seconda funzione, che è quella di far produrre un reddito sostenibile a tali operatori. Come si può intuire, partendo da questi concetti, il fabbisogno di tali prodotti o servizi non varia in funzione della maggiore offerta; piuttosto esso varia in funzione del maggior numero di utenza che ne faccia uso o più verosimilmente, in funzione dell’aumento della popolazione per città o quartiere. Su tale contingentamento pesano anche altri fattori più specifici per settore: le infrastrutture come aeroporti, porti, stazioni FS e altre attrattive tipo città d’arte, balneare, montana, lagunare, grandi Centri Congressi o Fiere, ospedali di rilievo, ecc. Alcuni piccoli banali esempi: sarebbe paradossale che la gente ad acquistasse più farmaci dello stesso tipo o ne faccia uso giornaliero e abituale senza motivo; oppure acquistasse più copie di giornali o prendesse più volte lo stesso taxi in una giornata (magari anche in una tratta coperta dal TPL di linea) se non per propria “comodità”. Aspetto in comune: trattasi, di beni o servizi non rientranti in quelli di prima necessità, largo consumo o soggetti a senescenza e obsolescenza. Conseguentemente a quanto detto, il prezzo del prodotto o servizio, non può variare al ribasso se a monte della filiera non si assista ad un abbattimento del costo che grava sull’operatore. Nello specifico caso dei taxi possiamo tradurlo in questi termini:

    1. Maggiore offerta: ad un aumento dei taxi in circolazione con parità di costi di gestione corrisponderebbe un minor reddito dell’operatore e conseguentemente la necessità di ritocco al rialzo delle tariffe, entrando in una spirale senza uscita. I costi di gestione o vanno abbattuti a monte o vanno finanziati attraverso l’aumento della spesa pubblica (utopico) e non è certo nelle intenzioni delle finanze statali attuare questa inversione di tendenza. Va ricordato che ogni singolo taxi subisce il “mercato” dei carburanti, delle automobili, delle assicurazioni, come e spesso peggio (assicurazioni) del semplice automobilista.
    2. Aspetto economico: il taxi, a differenza del TPL, non costa nulla alla collettività; i costi gravano totalmente sul rapporto operatore-utente . Il TPL ha un prezzo politico, cioè non copre i costi del servizio stesso che viene compensato mediante finanziamenti pubblici. Le tariffe dei taxi sono invece stabilite da apposite commissioni consultive e tenute di proposito basse, spesso per sopperire alla carenza stessa di trasporti pubblici di linea. In Europa siamo tra i taxi mediamente meno cari, a dispetto di leggende create ad hoc. L’eliminazione delle compensazioni per il TPL comporterebbe sicuri aumenti di tariffe. Le compensazioni non sono applicabili ai taxi in quanto porterebbero costi enormi per lo Stato.
    3. Concorrenza: A parità di bacino di utenza se i prezzi diminuiscono non è affatto detto che più gente prenda il taxi. Se una corsa invece di costare 15 di euro ne costasse 10, la diminuzione è certo evidente, ma non per questo chi si muove in bus e metro ad un euro massimo un euro e mezzo, cambierebbe le proprie abitudini. L’automobile è di per sé un veicolo antieconomico e ad alti costi di gestione. Le tabelle ACI sui costi chilometrici ce ne danno la prova certa. Il lavoro di tassista non ha nulla di esclusivo. Il paradosso e l’atipicità di questo lavoro consiste nel fatto che chiunque in possesso di patente, sia in grado di svolgere l’azione unica che serve allo scopo: guidare un automobile. Guidare è la cosa più semplice di tutte. Un esercito di tassisti sarebbe già pronto e tra essi, ogni specie di individuo. Per questi motivi, oltre alle concorrenze trasversali (NCC, auto alberghiere, auto di cortesia, bus turistici, bus panoramici, trasporto scolastico) esso è da mettere strettamente in concorrenza con il TPL, a prezzo politico e con le stesse auto private in circolazione nelle nostre città. Il servizio è lo stesso: trasporto pubblico (per pubblico si intende “aperto al pubblico”) di persone. L’unico aspetto differente è dato dai fattori rapidità + comodità, quindi dalla qualità del servizio offerto. I taxi Svolgono attività con “obblighi di servizio”, come la disponibilità notturna, ma noi non dobbiamo considerare il taxi un servizio pubblico, bensì un servizio di pubblica utilità: è questa l’esatta definizione.
    4. Diversificazione offerta e segmenti di mercato: Il taxi non ha sede fissa ma “ambulante”, ne consegue l’impossibile fidelizzazione della clientela; il sistema della “fila” nei posteggi è imprescindibile in quanto servizio da piazza. La fidelizzazione della clientela è possibile in settori che operano con sede fissa ed anche al settore NCC che opera su commessa. Il taxi “vende” un solo “prodotto” ed è sempre lo stesso, ovvero offre un solo servizio che è quello di prelevare i passeggeri e condurli a destinazione. Un “prodotto” tecnicamente non implementabile. Per offrire un servizio migliore si dovrà consentire al gestore di trarre un maggior profitto che gli consentirà di investire sul lavoro (es. una migliore vettura) e aggiornare professionalmente il proprio livello professionale (es. parlare più lingue). Così facendo non si creerebbe quella anomalia tutta italiana dei taxi di colore blu (ncc abusivi) ma avremmo dei taxi di alta qualità e congrua preparazione professionale. Gli altri segmenti del mercato libero, essendo a sede fissa, hanno potuto difendersi in qualche modo, diversificando l’offerta di prodotti o servizi creando un circuito concorrenziale che però presenta innumerevoli inconvenienti soprattutto per l’utenza o comunque per il consumatore finale. Spesso assistiamo infatti a vendite promozionali o sotto costo di cosiddetti “prodotti esca” ai quali ne vengono affiancati altri a prezzi notevolmente alti e/o fuori mercato. Sistematicamente anche questi ultimi vengono acquistati. Ebbene questi schemi non sono certo applicabili al settore taxi.
    5. Aspetto sociale: I tassisti sono assolutamente privi di alcun ammortizzatore sociale. Occorre, a tal proposito, ricordare, tra questi grandi assenti, una copertura sui i rischi enormi derivanti da malattie professionali note e facenti parte del mai riconosciuto “lavoro usurante”. Quando si parla di prezzo delle licenze o di “rendite di posizione”, bisognerebbe tener presente che il valore della licenza sia l’unica ancora di salvezza e rappresenti per alcuni il TFR, per molti addirittura TFR, previdenza integrativa e sostitutiva.Questo valore non deve quindi intendersi strettamente in relazione o proporzionato al reddito prodotto, bensì all’insieme di più fattori: il necessario numero chiuso (come già spiegato) , la qualità, la funzionalità in base al contesto lavorativo. Altro aspetto da evidenziare è che il fatto stesso di acquistare una licenza taxi, per molti giovani e per tanti tra i 40 e i 50 anni d’età che hanno perso il lavoro o vissuto di precariato, rappresenta l’ammortizzatore sociale per antonomasia: una sorta di “parcheggio” per coloro che aspettano tempi migliori o altre occasioni, ma nel frattempo devono sostenere la propria famiglia. Il precariato e la disoccupazione non l’hanno certo creata i tassisti.

    Per finire, le formule matematiche magiche dell’Istituto Bruno Leoni:

    Lo scenario in regime di deregolamentazione sarebbe il rastrellamento delle licenze da parte dei grandi gruppi industriali e di multinazionali che creerebbe una sorta di oligopolio sfruttando i dipendenti autisti e facendo cartello con relativo aumento delle tariffe.

    Abbiamo avuto esperienze di liberalizzazione in varie parti del globo con effetti disastrosi,: a Dublino vi è un numero impressionante di Taxi (circa 11.000) per una popolazione di numero equivalente a quella di Napoli e Torino, dove si sono registrati numerosi suicidi tra i taxi drivers, ma anche stupri, violenze, rapine, sono all’ordine del giorno; il servizio è pessimo e le tariffe sono aumentate. L’istituto Leoni dice delle assolute falsità a questo proposito. Inoltre, il prodigarsi in studi attraverso formule matematiche, per gli addetti ai lavori appare quanto meno grottesco: il fattore casualità, nel lavoro di tassista, è quello dominante. Le variabili sono infinite. Più che di formule matematiche, si tratta di formule magiche.

    Salvatore Luongo & Company………work in progress

    Fonte: http://www.facebook.com

  12. Khoolaas » Allora pensate a 1. tutti quelli che vanno in edicola e NON comprano l’Espresso ma vedono una bella copertina in rosso e nero ( il Milan non c’entra) con FOTO di tanti taxi e un bel TITOLO: TAXI POWER: E’ UNA LOBBY AGGUERRITA. CHE HA RAMIFICAZIONI IN OGNI COMUNE. E CHE RIESCE A TENERE SOTTO SCACCO I GOVERNI. Ora voi non leggerete l’inchiesta. Ma non essendo quei tassisti pezzenti che siete, avete capito che la massoneria è uno scherzo. Ponete attenzione alle parole ” lobby”” agguerrita” “ramificazione” ” sotto scacco i governi”. NON VI VENGONO IN MENTE QUELLE CARICATURE DI EBREI DAL NASO ADUNCO CHE COMPLOTTANO PER GOVERNARE IL MONDO DEGLI ANNI 30?
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    Caro Khoolaas, sei un acutissimo osservatore e ne sai parecchio sulle tecniche della comunicazione! A me sono venute in mente le immagini nei documentari di propaganda di Leni Riefenstahl, meglio nota come la regista del regime nazista. Ombre, giochi di luce, colore, ripresa, ecc erano gli strumenti pricipe per elevare o annientare il soggetto umano davanti alla macchina da presa. Con la fotografia è la stessa cosa.

  13. Io sono della stessa opinione di Leonardo e faccio i miei complimenti a Khoolaas, ma mi rendo sempre più conto che tutti con le parole bene o male ci sappiamo fare, ma con i fatti signori miei……come si dice dalle mie parti….. Siamo a mare!!!! Certo qualcuno di voi sicuramente si chiederà ” dalla tu la soluzione o l’input”….. Ma sinceramente non so che dire o fare!!!!! Ps: oggi ho battuto il record di attesa!!!! Solo 6 ore e 15 minuti d’attesa per fare una corsa che ancora non arriva!!!!!!

  14. Ettelocredo che gli economisti si stupiscono: il servizio taxi è la prova provata che la “mano invisibile”, “la domanda e l’offerta” ecc sono parole dal senso puramente teorico, speculazione intellettuale, interessante, ma per lo più inapplicabile alla realtà, nel migliore dei casi sono la tipica eccezione che, però, conferma la regola.
    È dura ammettere che ciò che hai studiato per anni è poco più che una favola ben scritta.

  15. http://www.milanofinanza.it/news/dettaglio_news.asp?id=201201051638293314&chkAgenzie=TMFI&titolo=In 40 articoli il decreto Catrical%C3%A0 sulle liberalizzazioni

    Ecco qua… colui che ci vuole bene affila le armi……….seguiamo tutti stasera Piazza Pulita, probabili anticipazioni sul decreto “Cresci Italia”…..in caso di colpi gobbi a Firenze siamo già pronti a fermarsi per Pitti Uomo…della prossima settimana….una bella cassa di risonanza tanto per iniziare…
    UNITI POSSIAMO VINCERE….NON CI DIVIDIAMO PER STARE DIETRO AI SINDACATI DI APPARTENENZA, LE CONSEGUENZE RICADRANNO SULLA NOSTRA PELLE…NON CERTO SULLA LORO!

  16. 9 – IL SENSO DEL RIDICOLO…
    Vi chiedete da anni chi comanda davvero in Italia? Chi sposta debiti e crediti, chi nomina i ministri, chi fa soldi senza fatica gestendo concessioni statali e pezzi di welfare state in smantellamento, chi spadroneggia su politiche energetiche e sanitarie? Bene, comprate l’Espresso di oggi e scoprirete chi sono i Paperoni e le Eminenze grigie d’Italia: i tassisti. Non ci credete? Guardate la copertina di quel che resta del settimanale dell’Ingegner Cidibbi’: “Taxi Power. E’ una lobby agguerrita. Che ha ramificazioni in ogni comune. E che riesce a tenere sotto scacco i governi. Ecco come e perche’ si e’ conquistata tanto potere”. Pura magia.

    Ecco quanto scritto da Dago Spia , spero che l’abbiate visto anche voi, mi sono scompisciato dalle risate, per questo sarebbe interessante farlo vedere ai nostri clienti per ridere insieme con

  17. Ieri pensavo avrebbero pubblicato il solito squallido servizio.
    Direi, discretuccio anche se opera di terzi e non di operatori del settore che avrebbero incluso caratteristiche e dati più dettagliati e approfonditi.
    Come peraltro ben evidenziato da Salvatore Luongo.
    Giusto Khoolaas, capire i perchè delle esposizioni e delle immagini è pensiero profondo e sintomo di intelligente e meditata riflessione.
    Non è ben chiaro cosa, l’inchiesta, intenda per liberalizzazione, forse intende il fallimento del servizio e degli operatori , come già avvenuto in alcuni stati d’Europa ?
    C’è un detto “l’Italia arriva sempre ultima in tutto”, vuoi vedere che anche su questo, nonostante i negativi precedenti, arriviamo dopo senza guardare gli altri ?

  18. Antitrust al governo: «Liberalizzazioni necessarie, ma attenzione a equit à sociale»

    http://www.corriere.it/economia/12_gennaio_05/antitrust-liberalizzazioni-segnalazione_3cfed29a-37d8-11e1-8a56-e1065941ff6d.shtml

    In particolare sui taxi

    TAXI, SI’ ALLE LICENZE COMPENSATIVE – Va incentivato l’aumento del numero delle licenze dei taxi, almeno nelle città dove l’offerta del servizio presenta le maggiori carenze, prevedendo adeguati meccanismi di «compensazione» per gli attuali titolari delle licenze. L’Autorità suggerisce di dare la possibilità agli attuali titolari delle licenze di vedersene assegnata un’altra gratuitamente. La nuova licenza potrebbe essere venduta, recuperando la perdita di valore del titolo originario e, comunque, l’offerta del servizio di taxi registrerebbe un miglioramento significativo.

  19. Quindi nelle citta dove i taxi sono giudicati in numero insufficiente verranno assegnate le doppie licenze,nelle piccole citta’ no. Questa e’ equita’ sociale? E comunque chi fa queste valutazioni? “l’offerta del servizio taxi registrerebbe un Miglioramento significativo”. In base a quali elementi ? Ma chi hanno messo a scrivere non sapeva come chiudere la frase? Mah!

  20. Tra l’altro, nel Manuale del Piccolo Liberalizzatore l’ipotesi della licenza aggiuntiva ai cosiddetti “incumbents” (cioè gli operatori esistenti) è indicata come la meno adeguata al raggiungimento del presunto obiettivo finale di una completa liberalizzazione.
    Perché non fa altro che allargare la platea dei “consapevoli”, e quindi contrari alla liberalizzazione (vecchi operatori+nuovi operatori+relative famiglie). Ci fanno o ci sono, non l’ho ancora capito.

  21. NON VI DISPERDETE COME AL SOLITO. L’essenziale è il commento di Davide #25 scrivete ai soliti frustrati e all’ing De bENEDETTI CHE COSA PENSIAMO DI LORO E DELLA COPERTINA DELL’ESPRESSO. LAVORARE, LAVORARE.

  22. Ecco il testamento di JerryCala’ prima di lasciare l’antitrust! Ed al tempo stesso la prova provata che la commissione garante per la concorrenza, poco sa, e meno capisce del mondo taxi! Giusto qualche domanda…
    Su quali basi il servizio verrebbe giudicato carente? Come scegliere i tassisti ai quali donare la seconda licenza? Quante leggi bisogna modificare? Se parliamo di incentivare il rilascio di licenze, perché si parla di liberalizzazione? Ma sopratutto, cosa diavolo hanno a che fare simili provvedimenti con la concorrenza? Ci dormirò sopra…

  23. Guarda Amico che la testata che scrisse TAXI LIBERO è la stesso cioè l’ESPRESSO e ….NON Panorama

  24. Sempre dall’Antitrust:
    “Ugualmente – prosegue il testo – non vanno sottovalutati i costi sociali sottesi, nel brevissimo periodo, alle liberalizzazioni. Per questo l’Autorità invita le istituzioni della democrazia rappresentativa e le forze politiche ad accompagnare le misure di liberalizzazione con altri interventi diretti a garantire l’equità sociale e a favorire, anche attraverso le opportune riforme del diritto del lavoro, nuove opportunità di lavoro per i soggetti che a causa dei complessi processi di ristrutturazione economica, lo hanno perduto o corrono il rischio di perderlo».”

    Quindi sanno benissimo che le liberalizzazioni porteranno a nuovi disoccupati, ma, dice l’Antitrust, non preoccupatevi che ci pensa il nuovo governo a creare nuove opportunità di lavoro ??????????

  25. @ Khoolaas
    Allego il mio messaggio all’espresso.

    Dal livello degli interventi scritti contro i tassisti si capisce: 1) che la maggior parte di essi sono scritti da chi il taxi non lo prende mai 2) che non si ha idea di come funzioni il servizio 3) che non si ha idea di quante spese abbia un tassista e che quindi c’è una percezione errata del presunto reddito dello stesso 4) che molti hanno abboccato al continuo bombardamento mediatico volto a fare dei tassisti un capro espiatorio 5) che di conseguenza molti ricadono sotto una categoria che non dovrebbe esistere, “l’invidia sociale”, non diretta verso il magnate sfruttatore, ma verso il lavoratore autonomo 6) che come risultato si istiga a una guerra di tutti contro tutti da cui solo il grande capitale cialtrone italiano trae profitto.
    I giornalisti sono i galoppini appena stipendiati di questo capitale cialtrone incapace di innovare e investire ma capace solo di espandersi in ambiti già esistenti modificando le regole a proprio vantaggio per espropriare i piccoli artigiani.

  26. a rega’ uniti uniti uniti …



    il resto del commento è stato rimosso per violazione delle regole del blog

  27. Nella copertina,il commento più esilarante è quello dove dice “hanno RAMIFICAZIONI in ogni comune…”
    Grazie al c….! Noi, in ogni comune ci LAVORIAMO..

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