Rito abbreviato per l’aggressore di Luca Massari

Secondo l’accusa, l’imputato avrebbe sferrato gli ultimi due colpi fatali per Luca Massari. Per gli altri l’udienza proseguirà il 10 giugno. Il fratello della vittima: “Nessun perdono per chi è fuori della civiltà”

Michael Morris Ciavarella, uno dei tre aggressori del tassista Luca Massari, ha chiesto di essere giudicato con rito abbreviato per il reato di concorso morale e materiale in omicidio volontario aggravato dalla crudeltà e dai futili motivi. Secondo la ricostruzione del pubblico ministero Tiziana Siciliano sarebbe stato lui il 10 ottobre scorso a sferrare “gli ultimi due micidiali colpi” al tassista “tra cui una ginocchiata in pieno volto sferrata abbassando la testa del Massari, e una spinta finale” che ha fatto “cadere all’indietro la vittima del pestaggio, facendolo sbattere violentemente con la testa contro il marciapiede”.
La posizione di Ciavarella è stata stralciata dal giudice per l’udienza preliminare Stefania Donadeo e sarà discussa l’8 luglio. Prosegue, invece, l’udienza preliminare per la fidanzata di Ciavarella, Stefania Citterio, e per il fratello di quest’ultima, Pietro. Quest’ultimo è accusato anche di incendio, per aver dato fuoco alla macchina di un testimone, e di minacce e percosse nei confronti di un fotografo. La loro posizione e quella di un altro imputato accusato di favoreggiamento sarà discussa il 10 giugno. In aula era presente Marco Massari, fratello del tassista ucciso che ha dichiarato: “‘Non esiste il perdono per delle persone che sono fuori dalla civiltà, che si sono comportate da bestie inumane. Li ho voluti guardare negli occhi – ha aggiunto – Da cittadino voglio giustizia, ma da fratello provo una rabbia incredibile nei loro confronti”.
Il gup non ha ammesso come parte civile il Comune di Milano. Palazzo Marino Il Comune di Milano aveva chiesto di costituirsi spiegando, fra l’altro, che aveva investito molti soldi nelle politiche per la sicurezza della città. Il giudice ha spiegato, da quanto si è saputo, che l’amministrazione comunale si può costituire quando ha interessi in materie specifiche dell’amministrazione e non in questo caso, dove al centro del procedimento c’è il reato di omicidio volontario aggravato. Sono stati invece ammessi come parti civili il padre, la madre, il fratello e gli zii del tassista, rappresentati dall’avvocato Cristiana Totis, mentre non ha ammesso come parte civile il cugino. Sarà parte civile anche l’Inail, perché Massari quando venne aggredito stava lavorando con il proprio taxi.

Fonte: La Repubblica – 13/5/2011

Un commento

I commenti sono chiusi.