Quando starai meglio,ti porterò a Parma

Storia di due “taxi driver” che, vivendo e lavorando l’uno a Parma e l’altro a Milano, non si sono mai incontrati. Ma che, in comune, hanno un atroce conto aperto con la morte. Quella che, quattro anni fa, ha portato via al parmigiano “Bari 79”, alias Paolo Salvarani, suo fratello Andrea (una delle due vittime insieme a Maria Virginia Fereoli del pluriomicida di Felino, Stefano Rossi) il cui mestiere, appunto, Paolo ha scelto in seguito di raccogliere e di continuare. La stessa morte che, in queste ore, se ne sta seduta accanto al letto dove giace in coma farmacologico “Zenit 65”, alias Luca Massari, il tassista milanese aggredito e ridotto in fin di vita da un gruppo di selvaggi travestiti da cittadini perbene per avere investito accidentalmente un cane senza guinzaglio. Quando ha letto la notizia sui giornali, Paolo ha provato un tuffo al cuore.
E subito ha sentito riaprirsi una ferita che neppure l’ergastolo inflitto al massacratore del fratello e della povera Maria Virginia potrà mai rimarginare. Ma per quest’uomo dalla bella faccia gentile e onesta, il barbaro pestaggio di Milano può e deve essere l’occasione per riflettere senza ipocrisie sulla violenza che ormai ci insegue ovunque. Ne parliamo a bordo del suo taxi. E il tassametro sembra scandire le tante aggressioni, il più delle volte gratuite (vedi anche il caso della infermiera rumena aggredita fuori dal metrò di Roma e deceduta proprio ieri sera per le gravi lesioni subite), che intasano le cronache di questi giorni.  «Per me il problema di fondo si chiama impunità», è la prima considerazione di “Bari 79” mentre girovaghiamo per le vie della città.
«Ce n’è troppa e troppo a buon mercato. E così i violenti si sentono quasi autorizzati a scatenarsi. Tanto, fra condanne spesso ridicole e sconti di pena a ripetizione, alla fine che rischi corrono?
E poi vedo anche troppa arroganza in giro. Magari si tratta di comportamenti minimi. Che so, la signora sulla bici elettrica e con il bambino dietro che ti piomba a venti chilometri all’ora sulle strisce pedonali e che, se appena osi dirle di stare più attenta, ti manda a… Insomma, mi hai capito benissimo. Poi, però, può finire assai peggio. Non molto tempo fa, un mio collega che stava aiutando una signora anziana a scendere dal taxi in borgo Riccio è stato affrontato da un automobilista spazientito per l’attesa il quale prima lo ha insultato e poi gli ha mollato un cazzotto in faccia. Per non parlare di ciò che può capitarti la notte. Ormai, al venerdì e al sabato i nostri clienti sono tutti o ubriachi, oppure strafatti di droga. E sai chi sono quelli più gentili? Le prostitute. Forse perché siamo gli unici con cui si sentono al sicuro».
Siamo tornati al posteggio all’angolo fra via Mazzini e piazza Garibaldi da cui eravamo partiti. Prima di salutarci, il mio amico Paolo tira fuori la copia di un telegramma.
E’ indirizzato al suo collega «Zenit 65» che lotta fra la vita e la morte nel reparto Rianimazione del «Fatebenefratelli» di Milano.
Sopra c’è scritto: «Quando starai meglio, vediamoci. Verrò a prenderti io a Milano e ti porterò a Parma per farti scoprire i sapori della nostra cucina». Firmato: “Bari 79”
.
Fine (ma con un pizzico di speranza in più) della corsa. 

Fonte: la Gazzetta di Parma – P.Agnetti – 16/10/2010