In crisi il servizio Radiobus

L’azienda ha sollecitato un incontro al sindacato, «dobbiamo parlare del Radiobus»: è l’ora delle scelte. Il servizio di navette a chiamata è stato inaugurato dieci anni fa, offre un taxi collettivo dalle ore 22 alle 2, costa dai 2,50 ai 4 euro ma viaggia in perdita su percorsi «lunghi, irrazionali», e apre nei conti di Atm un buco di 4 milioni di euro l’anno. «Va riorganizzato all’interno di un riassetto complessivo della rete notturna», riflettono Comune e Atm. Una revisione urgente e dettata (anche) da ragioni di bilancio: la manovra finanziaria toglie 85 milioni di euro, nel 2011, all’Atm. La riflessione è obbligata: «Come possiamo conservare l’offerta migliorando l’efficienza del servizio?». In attesa d’una risposta, gli autisti dedicati alla flotta (81 navette) sono scesi da un centinaio a una sessantina: quarantina sono stati trasferiti su altre linee.
Gli utenti abituali del Radiobus sono 700. Ogni sera, in media, un singolo mezzo trasporta solo una o due persone: poche, per giustificare una griglia di corse così articolata e dispendiosa. Eppure, quanti sono i potenziali passeggeri che vengono rimbalzati al centralino, che non riescono a prenotare il viaggio, che si sentono dire i posti sono finiti? Tanti, troppi. «Non ha mai funzionato a dovere il software di gestione», sostengono dalla Rsu. La lista incrociata di nomi e tappe arriva all’autista via fax, prima di attaccare il turno: «Così – riflette il sindacato – il trasporto non può essere efficiente». Enrico Fedrighini, consigliere verde e promotore del comitato referendario «Milanosimuove», avverte: «Un passo indietro sul Radiobus sarebbe inaccettabile. È un servizio flessibile, importante per la sicurezza degli utenti: va razionalizzato, migliorato in qualità. Non eliminato».
«Nessuna dismissione in vista», è la risposta. Comune e Atm stanno invece lavorando a un progetto di integrazione del Radiobus col nuovo sistema dei «Bus di quartiere», le navette sperimentate da marzo nei quartieri Comasina-Bruzzano (73 fermate) e Fatima-Quintosole-Noverasco (63): le mini-circolari di periferia stanno trasportando 2.500 passeggeri al mese e da ottobre, in leggero ritardo sul programma, saranno inserite in altre due zone della città, per arrivare a quota 13 in gennaio. Il test, osservano da Atm, sta dando risultati positivi. Ora, però, si tratta di capire come far convivere il modello in crescita col Radiobus in declino. Poche le certezze: l’utilizzo di un nuovo software unico di gestione (finanziato dalla Regione con 800 mila euro) e la riorganizzazione di orari, prenotazioni, fermate e percorsi. «Gli utenti abituali – rassicura l’azienda – saranno garantiti». Il destino degli altri sarà scritto nel bilancio comunale 2011.

Fonte Corriere della Sera – A.Stella – 09/9/2010

3 commenti

  1. Che si può dire? Che lo sapevamo? No, troppo facile. Che buttano i soldi dei contribuenti? Scontato. Che è la barca dei cojoni? Volgare, Marco sei troppo volgare! Uffa, non mi viene niente di utile… PROPRIO COME IL RADIOBUS!!!

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